Le durissime parole fuoriuscite dalla bocca del Ministro Crosetto, che si abbattono come una frustata sulle autorità dell’“unica” democrazia in Medio Oriente, farebbero pensare ad un sussulto d’orgoglio italico che abbia “scoperto” come le azioni dell’IDF violino non solo la legalità ma anche le regole internazionali. Ricordiamo come fino a ieri il nostro governo avesse espresso, assieme a tutti i paesi membri della UE, una persistente giustificazione di fronte ai crimini efferati commessi da oltre un anno dall’esercito israeliano, motivati dal pur sanguinoso attentato terroristico inaspettatamente “consentito” ad Hamas dal più letale ed efficiente dei servizi segreti mondiali, il Mossad.
Le parole del nostro Ministro, cui han fatto eco Macron dalla Francia e il premier Sanchez dalla Spagna, sembrerebbero (finalmente!) un tardivo aut aut ai malavitosi che dirigono lo stato di Israele, dei quali l’uomo di punta Netanyahu non è, come molti vorrebbero farci credere, una scheggia impazzita, bensì l’espressione di un’ampia coalizione di falchi i quali, dopo aver pianto il proprio vittimismo per troppo tempo, pare abbiano “trovato” l’opportunità di uscire allo scoperto senza più nascondere la loro indole criminale, frenata finora solo da una parvenza di diritto internazionale, al quale dovevano loro malgrado rendere conto.
Tornando alla nostra destra, non dimentichiamo come, per poter governare, abbia sempre fatto il mea culpa sui legami di continuità, peraltro ormai lontanissimi, con il ventennio fascista e per ripulirsi dall’identificazione con il “male assoluto”, e i suoi esponenti si siano di volta in volta prostrati in cerca di legittimazione come tanti zerbini innanzi ai vari governi succedutisi a Tel Aviv. Destra che ha abiurato totalmente non solo i valori tradizionali (ammesso che ne abbia mai avuto qualcuno!) ma ha anche evitato qualsiasi atteggiamento di contrapposizione al governo sionista, che potesse creare disappunto e suscitare reazioni degli ambienti ebraici italiani, totalmente filo-sionisti. Della sinistra, del resto, ricordiamo le ininterrotte e continue accuse di antisemitismo verso chiunque provasse a manifestare il proprio dissenso di fronte ai misfatti dello stato ebraico.
Le affermazioni dell’incaricata Bilderberg e filosionista Lilly Gruber, secondo la quale l’Unifil rappresenta un ostacolo all’avanzata dell’IDF, mostrano quanto veramente contino per certi ambienti le regole del diritto internazionale, che dovrebbero assicurare l’intoccabilità dei contingenti ONU di pace, istituiti proprio per fare peacekeeper tra due stati antagonisti, o comunque non collaboranti. Idea rilanciata dal Riformista, che accusa «…le Nazioni Unite [di rappresentare] il complemento disarmato di una generale resistenza anti-israeliana». Questa “illuminata” affermazione ci fa comprendere il motivo del susseguirsi di attacchi contro le forze di pace; colpevoli di non aver eliminato i cattivi Hezbollah nella loro guerra contro Israele, equiparandoli così ai nemici del sedicente popolo eletto.
Non è facile ipotizzare che, dopo la dura (!) presa di posizione di Guido Crosetto, Netanyahu raduni i vertici di Israele per cambiare condotta e chieder scusa a tutte le vittime dei recenti massacri perpetrati. Né, tanto meno, che il linguaggio adottato dai tre rappresentanti europei induca Israele a riveder le proprie strategie. Anche perché nulla fa pensare che i nostri rappresentanti arrivino al punto di bloccare le forniture di armi e attuare sanzioni economiche contro quel paese, passando così dalle parole ai fatti.
Poiché purtroppo sappiamo che il coraggio non è un requisito che caratterizzi i nostri attuali leader, ancora una volta accadrà che, dopo aver alzato i toni per rabbonire l’indignazione e il montante sentimento anti israeliano della gente comune, essi saranno convocati riservatamente dai “persuasori” USA che, con le buone o con le cattive (ma, siamo certi, non ce ne sarà bisogno!), discretamente e senza troppo chiasso li convinceranno a dimenticare l’eccesso di difesa del piccolo Bibi. Magari modificando il regolamento internazionale dell’ONU, poiché quando si tratta del loro prezioso alleato, per gli americani le deroghe al diritto sono sempre possibili e praticabili. Che “si fottano”, dunque, l’Unifil e i caschi blu; e se solo si provano a bloccare e ostacolare l’avanzata dell’IDF, saranno (giustamente) presi a cannonate. Anche perché non si può certo fermare la macchina da guerra messa in moto da Israele, proprio ora che è alla loro portata un’occasione irripetibile per chiudere tutti i conti con i nemici che ne mettono a rischio l’esistenza.
Eh sì! Finché sventolerà sul Medio Oriente la bandiera con la stella di David, saranno garantiti l’esercizio e la tutela dei valori democratici, e nessun genocidio sarà mai così grave e insopportabile, se commesso nel nome della democrazia, di cui l’Amerika è da sempre l’annunciatrice e Tsahal il (feroce) braccio armato.
Appunto, finché…
BarCa
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