Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

martes, 5 de abril de 2022

Il mondo sacro degli Etruschi

Giovanni Feo, Il mondo sacro degli Etruschi, Effigi Edizioni, Arcidosso 2021, pp. 192 ill., Euro 18,00. È finalmente disponibile l’ultimo libro, postumo, di Giovanni Feo, giustamente definito dal prefatore “un testamento e un monumento”. “Un testamento, perché Giovanni lo ha scritto negli ultimi mesi di vita, quando già si apprestava a lasciare non solo gli amori, gli affetti e i ricordi, ma soprattutto quella specialissima terra che lui amava e conosceva così bene[1]”, quella Maremma tosco-laziale con la sua macchia mediterranea che aveva percorso e ripercorso in lungo e largo essendo un grande camminatore. Ed anche un monumento nel senso etimologico del termine: “tutto quello che richiama il ricordo”. Costituendo questo libro “un po’ la summa di quello che Giovanni ha fatto – ha visto, ha ragionato, ha capito, ha scritto – negli ultimi quarant’anni[2]”. Ricercatore dei segni delle antiche presenze umane anche in luoghi impervi, si deve a lui la scoperta santuario astronomico di Poggio Rota, sito rinaldoniano fino allora nascosto tra la vegetazione del bosco. Il libro di Feo “Il mondo sacro degli Etruschi” fa chiarezza partendo dagli “Archetipi territoriali”. Essendo stati i fiumi le vie privilegiate percorse dagli Etruschi e dai loro predecessori, sopra i prospicenti poggi rupestri furo fondati i primi “luoghi alti”. Come ci ricorda Feo: “Alti, non solo in senso fisico, ma anche perché là il potere sacrale, il sacer, era elevato e manifesto, ovvero ciò che i latini chiamavano il genius loci, lo specifico potere sacro inerente ad un luogo. Tale specificità è ciò che dava nome e vita e che creava la storia, il “canto”, il mito di un luogo sacro. Il suo genius loci[3]”. Il lago di Bolsena ed il territorio vulcanico del tufo e delle lave intorno al suo cratere è stato per tradizione millenaria il centro, l’ombelico sacro, della confederazione delle dodici lucomonie etrusche. “Ma la centralità e la sacralità del lago risalgono all’età pre-etrusca, alla prima età dei metalli, intorno al 4000 a.C., quando l’area lacustre di Bolsena venne abitata da un primo stanziamento[4]” dei cosiddetti Rinaldoniani. Come osserva Feo l’importanza delle vie fluviali, dei laghi vulcanici, delle sorgenti calde e termali “fa emergere la figura di quella che per i popoli dell’antica Etruria fu la Grande Dea delle acque e della fertilità, chiamata con tanti nomi: Ursia, Norzia Voltumna, e in età latina Fortuna, l’antica Bona Dea, il primordiale principio femmine creatore di vita[5]”. Anche il principio maschile è presente. “Sorano, evoca un lungo “canto” di intrecciate storie e leggende. Soranus, Surianus, Sora, Soratte, Surrina, Sorrento… Acsoranus, infine Suri, dio etrusco domiciliato su particolari montagne sacre, dove l’astro di luce veniva osservato sorgere, o tramontare, nelle date solstiziali dell’antico calendario ieratico[6]. Dio-lupo, Sorano o Suri, fu patrono dei guerrieri-lupo e dei sacerdoti-lupo, parèdro della dea-lupa Feronia, ambedue connessi al mito lupesco della fondazione di Roma, il fatale sito dei sette colli[7]”. Molte sarebbero le pagine da segnalare positivamente ai lettori ma è preferibile rinviarli alla facile e stimolante lettura del libro. Vorrei invece segnalare che il volume contiene a mo’ di appendice una lunga “intervista”: “Il viaggio interiore. Conversazione di Martina Aquili con Giovanni Feo”[8]. Oltre alle vicissitudini giovanili e la fame di conoscenza, tramite l’insegnamento con Namkae Norbu Rinpoche, comprese di avere un compito. “Non era quello di cercare un maestro o un altro maestro, ma diventare il maestro di me stesso e quindi portare a termine quel percorso di auto-conoscenza che già avevo iniziato da tempo[9]”. Ammette che quando si trasferì a Pitigliano non sapeva della sua importanza come centro della civiltà etrusca e pre-etrusca. “Mi ero interessato alle antiche civiltà in generale come la tibetana, la indiana, ma non particolarmente a quella etrusca[10]”. Nel frattempo, entrò in contatto con “la cosiddetta tradizione tolteca riattualizzata dall’antropologo Carlos Castaneda[11]” praticando “Tensegrità per un tempo sufficiente da coglierne elementi molto importanti[12]”. Il suo grande interesse per il mondo e la spiritualità induisti lo portò a fermarsi a lungo in un celebrato Ashram. Mi piace concludere con la risposta data all’intervistatrice che chiedeva cosa avessero in comune le tradizioni da lui citate. “In tutte ho ritrovato quelle radici universali che C. G. Jung ha definito archetipiche. Credo che in antico sia esistita una tradizione cognitiva e spirituale condivisa universalmente, su tutta la Terra[13]”. Mario Enzo Migliori N.d.R.: A inizio Dicembre, in un telegiornale, è stato reso noto il ritrovamento nelle profondità del lago di Bolsena (luogo indicato da Feo in “Arthos” n° 27, p. 56) a scoperta di vasi fittili e di un bronzetto, risalenti all’antica civiltà di Rinaldone. [Pubblicato in: “Arthos”, XLIX, n.s., 30, 2021, pp. 237-238] Note [1] Leonardo Magini, Un saluto da e a Giovanni [Introduzione all’op. recensita], p. 7. [2] Id., p. 9. [3] P. 12 dell’Op. recensita. [4] Id. [5] Id. [6] In sanscrito Surya significa sole. La Siria è “la terra del sole”. (N.d.A.) [7] Id. pp. 14-15. [8] Pp. 165-176 dell’Op. recensita. [9] Id. p. 172. [10] Id. [11] Id. p. 173. [12] Id. [13] Id. p. 174. Artículo*: Mario Enzo Migliori Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
È finalmente disponibile l’ultimo libro, postumo, di Giovanni Feo, giustamente definito dal prefatore un testamento e un monumento.

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