Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

martes, 28 de febrero de 2023

La historia de Edith Deri y Nisargadatta Maharaj, contada por V. Ganesan

Edith Deri era contable en un conocido banco de París. Cada año pasaba sus vacaciones en el Ramanashram. Llegaba a Bombay, tomaba un vuelo a Madrás [Chennai] y después un taxi hasta el Ashram. No se detenía en ningún lugar. Su dedicación a Shri Bhagavan [Ramana Maharshi] y sus enseñanzas era así de profunda. Le cogí tanto cariño que la llamaba mi “madre francesa”. Ella a su vez me llamaba “hijo”. Cuando leyó en la revista Mountain Path mis encuentros con Nisargadatta Maharaj, se sintió muy molesta. En su siguiente visita, me riñó por malgastar mi tiempo yendo de Arunachala a Bombay para estar con otro maestro... Artículo*: Por V. Ganesan Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
Artículos sobre no-dualidad: La historia de Edith Deri y Nisargadatta Maharaj, contada por V. Ganesan

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L’isola dei morti: dalle visioni di Böcklin al romanzo di Fabrizio Valenza

L’isola dei morti del pittore simbolista elvetico Arnold Böcklin, in tutte le sue versioni, ha ossessionato generazioni di studiosi e non solo. Il romanzo omonimo di Fabrizio Valenza ne richiama le oscure suggestioni incrociandole alle opprimenti atmosfere tipiche della letteratura lovecraftiana. di Obsidian Mirror originariamente pubblicato sul blog dell’autore copertina via Die Toteninsel | Digitale Produktionen ARTE All’ombra de’ cipressi, e dentro l’urne confortate di pianto, è forse il sonno della morte men duro? Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, 1807 L’isola dei morti. Tre parole che già così sono abbastanza evocative. Ma più che le parole, è evocativa l’immagine che prende forma nella nostra mente ascoltandole. È l’immagine di un dipinto sul quale di certo la stragrande maggioranza di chi ci inciampa è costretta a soffermarsi per molto più di un semplice istante. Un’immagine che, d’altra parte, forse per via della ricchezza di particolari, forse per via dell’impenetrabilità del soggetto, richiede un’attenzione particolare, e non certo un’occhiata distratta come quella che si concede a capolavori anche più celebri. L’arte in fondo è anche (e soprattutto) questo: non vi è, se non per ragioni commerciali, una vera necessità di assegnare un titolo a un’opera. E ciò è valido tanto per le arti figurative quanto per quelle uditive. Quante volte abbiamo riconosciuto immediatamente una melodia senza rammentare altrettanto immediatamente il titolo e il suo autore? Quante volte riconosciamo un’immagine senza associarla a null’altro che a se stessa? L’isola dei morti (Die Toteninsel) non fa eccezione: è straordinariamente facile riconoscerla e di lei anche i sassi sanno che ne esistono diverse versioni e che nel 1933 stregò il Führer al punto dal portarlo ad acquisirne una per lo studio della cancelleria del Reich. Il nome del suo autore è invece tutt’altro che facile da ricordare: si tratta di Arnold Böcklin, uno dei principali esponenti del simbolismo tedesco, corrente guardacaso caratterizzata da contenuti sempre molto complessi da decifrare. L’isola dei morti emerge al centro di uno specchio d’acqua scura e immobile. Formazioni rocciose sono aperte ad anfiteatro verso l’osservatore. In esse sono evidenti le vestigia di imponenti costruzioni pagane in rovina, nelle quali sono scavate delle aperture, apparentemente dei sepolcri. Al centro, un gruppo di cipressi alti e scuri si alza verso il cielo. Una barca si appresta ad attraccare sull’isola. Su di essa, oltre al rematore, una sagoma umana è in piedi, avvolta da un sudario che ne ricopre interamente il corpo. Ai suoi piedi, una bara di colore chiaro è poggiata di traverso sulla prua dell’imbarcazione. La figura in piedi getta la propria ombra sul lenzuolo che copre la bara. Gli edifici illuminati dell’isola, al contrario, non gettano alcuna ombra. Barca e isola appartengono quindi a due mondi diversi, quello dei vivi e quello dei morti. Gli alti cipressi, tipici dei luoghi di sepoltura, rimandano perciò al lutto e l’imbarcazione sembra accompagnare il defunto nel suo ultimo viaggio. Non a caso, la figura del rematore evoca il personaggio di Caronte, il traghettatore delle anime dell’Inferno di Dante Alighieri, mentre le acque ricordano l’antico fiume Stige, attraverso il quale i greci credevano che le anime dei loro morti viaggiassero verso l’Ade. Le interpretazioni de L’isola dei morti di Böcklin sono innumerevoli. Infatti, chiunque si sia mai cimentato con quest’opera ha spesso elaborato una propria personale lettura dell’immagine. Quella che preferisco, ma che non ricordo dove e quando l’abbia letta, si discosta tuttavia dall’interpretazione comune. In essa si fa notare che, a un esame più attento, la prua dell’imbarcazione sembrerebbe puntata verso l’osservatore, come se si stesse allontanando dall’isola. In effetti è noto che, quando il vogatore è seduto, è più agevole remare con il traguardo alle spalle per via dell’utilizzo combinato dei muscoli delle braccia e delle gambe. Si tratta di un gioco psicologico che sta giocando Böcklin nei nostri confronti? Non è da escludere. L’isola immaginaria fu modellata, forse, sul cimitero degli inglesi di Firenze, mentre altri indicano come fonte alcune isole del Mediterraneo quali l’isolotto di Pontikonissi, di fronte a Corfù, l’isola di Ponza, per via della sua sagoma a mezzaluna, l’isola di San Giorgio, in Montenegro, o il castello aragonese a Ischia, che sappiamo per certo che lo stesso Böcklin avesse visitato. Lo scrittore e filosofo veronese Fabrizio Valenza, uscito recentemente sulla piattaforma Amazon con il suo nuovo romanzo ispirato ai dipinti di Arnold Böcklin, preferisce invece collocare l’immaginaria isola al largo di Zoagli, un piccolo borgo incastonato tra Rapallo e Chiavari, nel golfo del Tigullio. La scelta del piccolo centro balneare come punto di partenza potrebbe essere stata ispirata (l’autore non conferma, né smentisce) dalla presenza, nel fondale antistante il molo, della celeberrima Madonna del Mare, una scultura in bronzo posta a memoria dei marinai caduti. La scultura sommersa non ha ovviamente alcun valore antropologico (possiamo piuttosto catalogarla come attrazione turistica), ma, rappresentando una particolarità unica, avrà certamente attirato l’attenzione dell’Autore. Studioso di antropologia è invece Andrea Nascimbeni, protagonista del romanzo in questione e coevo di Arnold Böcklin, che decide di avventurarsi sulla misteriosa isola per scoprire cosa si cela dietro quelle curiose strutture funerarie. L’isola dei morti è un’opera presentata sotto forma di una lunga lettera che il protagonista, sopravvissuto a una terrificante esperienza, scrive al suo antico maestro Paolo Mantegazza (nome tutt’altro che scelto a caso, come vedremo più avanti). Il delirio lo avvolge ora dopo ora, forse provocato dai numerosi sinistri misteri in cui si imbatte. Nemmeno la febbre può, però, impedirgli di rintracciare i sepolcri aperti e nascosti alla vista di visitatori fortuiti. Esacerbato dai segreti dell’isola e dall’omertà dei suoi abitanti, Nascimbeni trova un momentaneo conforto solo in una donna, della quale si invaghisce. Nulla è però come sembra e l’incontro con un uomo avvolto dal mistero lo mette sul chi va là, quando lo invita ad abbandonare l’isola. L’antropologo, tuttavia, s’ingegna per rimanervi nascosto fino alla vicina festa del “32” ottobre, come viene scherzosamente definita dalla locandiera che lo ospita, perché sa che si tratta del momento in cui potrà capire quali strani riti funerari si celebrano in quel luogo. La tecnica del resoconto scritto in forma epistolare non è certo una novità, basti pensare a Howard Phillips Lovecraft, uno dei più capaci utilizzatori di tale artificio letterario, che spesso immaginava i suoi protagonisti, resi folli da orrori indicibili, affidare il proprio testamento ad anonimi quanto incauti lettori. Ed è proprio in uno dei racconti più riusciti del solitario di Providence (The Shadow over Innsmouth, 1936) che riconosciamo le stesse atmosfere cupe e opprimenti del romanzo di Valenza. Così come il giovane protagonista del racconto lovecraftiano comprende che gli abitanti nella cittadina portuale sono, nessuno escluso, il frutto di un incrocio tra umani e orribili creature marine, allo stesso modo Andrea Nascimbeni non tarda a rendersi conto che quell’isola, così prossima geograficamente alla moderna Liguria, è rimasta ancorata a un culto antico e terribile al quale i suoi abitanti si rivolgono con una disarmante naturalezza. Tecnicamente L’isola dei morti, proprio per la sua accurata ricerca antropologica, per il concetto astratto di sacrificio e per il mistero dell’Eterno Ritorno (l’arcano nascita-morte-reincarnazione degli esseri umani) andrebbe accostata più che altro al filone folk-horror britannico che, sin dai primi anni Settanta, con film di grande successo quali Blood on Satan’s Claw e il mitologico The Wicker Man, ha spalancato porte, fino ad allora ben sigillate, su un tema scomodo come quello dello scontro ideologico tra cristianesimo e paganesimo. Fabrizio Valenza è abilissimo a dipingere personaggi sospesi fra il piano naturale e quello soprannaturale, ovvero fra il regno dei vivi e quello dei morti, per quello che a tutti gli effetti si può definire il compimento di un viaggio iniziatico (o di un’esperienza estatica), così come è abilissimo nel disseminare il suo romanzo, sin dalle prime righe, di riferimenti che tradiscono una certa ricerca dei dettagli, da Il ramo d’oro dell’antropologo scozzese James Frazer a quel Paolo Mantegazza che nel romanzo rappresenta l’immaginario destinatario della lettera, ma che nella realtà è stato uno dei primi divulgatori delle teorie di darwiniane in Italia. Con tutte queste premesse, mi sarei aspettato che gli avvenimenti descritti nel romanzo avrebbero raggiunto il loro culmine nella notte di Valpurga, anziché in quella curiosa data del 32 ottobre, che le è astronomicamente contrapposta, ma è chiaro che la funzione magico-propiziatoria del rito primaverile mal si sarebbe sposata con quel demoniaco finale al quale noi lettori giungiamo, nonostante la nostra buona volontà, largamente impreparati. Nato nel 1972 a Verona, ma di origini siciliane, Fabrizio Valenza si è laureato in Filosofia nel 2003 e in Scienze Religiose nel 2011. A partire dal 2007 ha iniziato a pubblicare romanzi, prima con il self-publishing e un buon successo (Storia di Geshwa Olers), poi con molti editori, per lo più medio-piccoli, e risultati altalenanti. Ora, dopo 15 romanzi in 15 anni, Fabrizio Valenza ha deciso di ritornare all’autopubblicazione con L’isola dei morti, che ha ottenuto un ottimo riscontro in termini di vendite e critica, vivendo anche l’esperienza di una presentazione presso il Museo di Storia Naturale di Verona, introdotta da un’antropologa che ne ha illustrato la cornice storico-scientifica. Sul sito personale dell’autore sono disponibili degli approfondimenti sulle fonti artistiche che gli sono state di ispirazione nella stesura della storia, oltre che ulteriori testi che, per ragioni narrative, non era utile inserire all’interno della storia narrata. Artículo*: Obsidian Mirror Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. February 28, 2023 at 07:11PM Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo
Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. by Frasco Martín

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THOMAS MERTON HABLA DEL TIEMPO Y LA LITURGIA

"Para comprender la actitud del cristiano y de la Liturgia respecto al tiempo debemos tener una profunda comprensión de la esperanza cristiana y la confianza cristiana. Fundamentalmente, el cristiano está en paz con el tiempo porque está en paz con Dios.El tiempo para el cristiano es la esfera de su espontaneidad, un don sacramental que puede permitir a su libertad que se despliegue en alegría, Artículo*: Manuel Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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The Hudur Sufi Order – The Perennial Foundation

For some time now we have been contemplating a change in name. Of course, we are—and we will always be—a branch of the Shādhiliyyah, Darqāwiyyah, ‘Alawiyyah, Maryamiyyah Sufi Order. This is our silsilah and our heritage; that will never change. Nevertheless, as we have all noted, constantly referring to our community as “the Washington-Baltimore Branch of the Maryamiyyah Sufi Order” has been awkward and unnecessarily clumsy. Further, that is a description, not a name. After a great deal of thought, prayer, and consultation, I have decided to accept the name Hudur as the appellative signifier of our Order. Hudur or “Presence” defines or acknowledges both the philosophy and the practices of our teaching and community. Our work here is to be present with and for the Divine. We are Sufis. Our philosophy is non-dual and traditionalist. Our methods utilize practical means for making ourselves present for the Transcendent. Our focus is on practical spiritual methods and on individual spiritual guidance. We see these as essential ingredients for spiritual growth and for the practice of any path and particularly for the practice of Sufism. We will continue to serve our fuqara as we have done so. Looking forward, inshAllah. Artículo*: Badriyyah Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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lunes, 27 de febrero de 2023

Mijas Natural - Clínica de BELLEZA, Peluquería y Estética

⭐ CLÍNICA MÉDICO-ESTÉTICA & TEMPLO DERMOTRICOLÓGICO DE PIEL Y CABELLO ⭐ Mijas Pueblo (Costa del Sol / ANDALUCÍA) 📞 952590823 ✅ Wsp 604404235 💫 https://ift.tt/t5yEaOw 💖 info@mijasnatural.com 🌙
MIJAS NATURAL Beauty CLINIC & Hair en Mijas Pueblo. Dermotricología, micropigmentación y tratamientos exclusivos.

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Adriano Olivetti e Rudolf Steiner: le possibili connessioni

Il 27 febbraio 1960, giorno della morte di Adriano Olivetti, è un evento simbolico sotto diversi punti di vista: segna il tramonto del “sogno informatico” italiano; la fine dell’esperienza della Comunità olivettiana, che perdeva il suo perno e motore propulsore; e, non ultimo, un brusco arresto alla diffusione del pensiero di Rudolf Steiner, padre della dottrina esoterica nota come Antroposofia, in Italia. di Nicolò Maggio Il 27 febbraio 1960, giorno della morte di Adriano Olivetti, è un evento simbolico sotto diversi punti di vista: segna il tramonto del “sogno informatico” italiano; la fine dell’esperienza della Comunità olivettiana, che perdeva il suo perno e motore propulsore; e, non ultimo, un brusco arresto alla diffusione del pensiero di Rudolf Steiner, padre della dottrina esoterica nota come Antroposofia, in Italia. Nel corso della sua attività imprenditoriale ed editoriale, infatti, Adriano Olivetti finanziò la stampa antroposofica ei movimenti steineriani sorti nel nostro paese, mostrando di conoscere e stimare il pensiero di Steiner, dal quale riprese e rielaborò, molto probabilmente, le teorie sull’organizzazione sociale . È infatti possibile scorgere, al di là di un comune intento di elevazione sia materiale che, soprattutto, spirituale dell’uomo, evidenti connessioni e parallelismi fra la teoria della tripartizione sociale steineriana e l’organizzazione sociale, tramite il modello Comunità, di Olivetti. Aspetti sui quali, dunque, risulta fondamentale soffermarsi specie in vista di un rinnovamento umano e sociale di là da venire e al quale tanto Rudolf Steiner quanto Adriano Olivetti hanno tentato di indirizzare l’umanità. Adriano Olivetti: l’impresa come comunità Questo articolo è pensato come una sorta di introduzione a uno studio più approfondito e complesso, che intraprenderò a tempo debito, inerente relazioni e connessioni fra il pensiero dell’antroposofo Rudolf Steiner e quello di Adriano Olivetti , uno degli ultimi imprenditori e intellettuali illuminati e liberi del secolo scorso, per quanto concerne l’idea di Società-Comunità, i suoi scopi, funzioni, valori nel contesto sociale, culturale, economico dell’Europa della seconda metà del Novecento. Ergo, in quanto testo d’apertura, si auspica dia inizio ad un proficuo dibattito sul tema e ad altri studi più dettagliati. Innovativo per il suo tempo – e per i tempi a venire – il modello di Impresa di Adriano Olivetti (1901-1960) , imprenditore, azionista, scrittore, intellettuale fuori dagli schemi tradizionali dell’Italia conservatrice del Secondo Dopoguerra, resta, ancora oggi, un punto di riferimento fondamentale per chi, imprenditore, industriale, libero pensatore, uomo, voglia attuare strategie d’impresa – e stili di vita – finalizzate non soltanto finalizzate non soltanto ad un arricchimento personale, al profitto e ai bisogni materiali, ma anche al benessere (fisico, mentale, spirituale) dei suoi dipendenti. La peculiarità del metodo Olivetti sta infatti nell’aver saputo far coincidere all’interno della sua azienda di famiglia, la “Società Ing. C. Olivetti e C.”, fondata dal padre Camillo, rendimento economico, produttività e soddisfacimento dei bisogni fisici, emotivi, mentali dei dipendenti, un equilibrio tra solidarietà sociale e profitto. L’Organizzazione sociale, infatti, applicata da Adriano Olivetti all’interno della sua azienda, si mostra all’avanguardia e avanzata per il tempo: siamo nell’Italia devastata ma in risalita del post Secondo Conflitto Mondiale e l’imprenditore piemontese ha un’ intuizione: riesce a comprendere, in un clima di generale rilancio economico – industriale, che il soddisfacimento dei bisogni dei suoi dipendenti risulta strettamente correlato ad una maggiore produttività lavorativa, qualitativamente migliore ed esteticamente curata, precisa, originale.Per raggiungere questo equilibrio ultimo, tra felicità collettiva ed efficienza economica, l’imprenditore piemontese predispone migliori condizioni di vita e lavorative per i suoi dipendenti, i quali, ad esempio, ricevevano stipendi mediamente più alti a rispetto a quelli di altre imprese – fabbriche simili del tempo in Italia (circa il 20% in più rispetto al salario medio di un dipendente della contemporanea FIAT), e godevano, inoltre, di diverse convenzioni lavorative e servizi sociali gratuiti, altrove assenti nel panorama aziendale / industriale italiano. Adriano Olivetti (1901-1960) Nel contesto dell’Impresa Olivetti erano anche presenti asili, per i figli degli operai, ampi spazi e abitazioni adiacenti la fabbrica, ad un basso impatto ambientale e paesaggistico, ad uso dei dipendenti. Quest’ultimi, infine, potevano anche servirsi di biblioteche e sale dove seguire dibattiti e concerti, relazionarsi con pittori, artisti, cantanti, che apparivano accolti in azienda -si pensi, tra gli altri, a Pasolini, Montale, Dario Fò. L’attenzione e l’educazione al bello erano al centro della visione olivettiana: la fabbrica e le strutture adiacenti, la biblioteca, l’asilo, erano frutto di un design che fondava modernità e originalità estetica, arte e architettura: mecenate, su sua commissione viene realizzata la pittura murale Boogie Woogiedi Renato Guttuso, nel 1945, per lo show-room Olivetti di Roma su una parete di due piani; poi, negli anni ’70, quando il locale cessò la sua attività, l’opera fu staccata e ricollocata nella mensa degli stabilimenti di Scarmagno (Torino). Adriano si circonda inoltre di noti architetti, come Figini e Pollini, Ignazio Cardella e Luigi Cosenza, ma anche di intellettuali e scrittori come Geno Pampaloni, il sociologo Franco Ferrarotti, il designer e fotografo Ettore Sottsass, il cui frutto sono gli impianti nuovi e originali di Ivrea, Pozzuoli, Scarmagno, la produzione di macchinari avanzati tecnologicamente e, nel contempo, all’avanguardia nel design e nella cura dei dettagli; ancora, scriverà Olivetti, “La bellezza, insieme all’amore, la verità e la giustizia, rappresenta un’autentica promozione spirituale. Gli uomini, le ideologie, gli stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici, non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà.” Adriano Olivetti, Il mondo che nasce , Edizioni Comunità, Torino, 2014 Nelle ore lavorative, inoltre, i dipendenti svolgevano le proprie mansioni in spazi ben illuminati e comodi, poiché Olivetti era ben conscio dell’effetto benefico della luce solare sia sull’attività, produttività, salute fisica e mentale dei suoi dipendenti, traducibile con una maggiore resa, sia sull’ambiente interno in generale. La fabbrica di Ivrea diventava così la resa pratica della teoria forse più rivoluzionaria – e, per certi versi, scomoda a molti – dell’Impresa olivettiana come “Comunità”, un’idea con molta probabilità tratta e sviluppata (in parte) a partire dalle teorie di Rudolf Steiner (1861-1925). Per entrambi, infatti, non esiste un divario fra scienze tecniche e umanistiche ma, anzi, le une collaborano al completamento e miglioramento delle altre, per il benessere economico, sociale, tecnologico dell’Impresa e, di qui, della Comunità nel suo insieme. Rudolf Steiner (1861-1925) Ipotesi sull’influenza del pensiero antroposofico nella “Comunità” olivettiana Personalità poliedrica, imprenditore innovativo e impegnato nel sociale, intellettuale instancabile, Adriano Olivetti riteneva che la fabbrica fosse il nucleo di partenza dell’attuazione completa della sua idea di Comunità, fine della sua politica sociale: al centro di queste entità socio – culturali, non delimitate da confini geografici precisi, Adriano poneva l’idea di una fondazione che raggruppasse le forze più vive della società, azionisti, intellettuali, imprese, enti pubblici, università, rappresentanze dei lavoratori, in stretta relazione tra loro e complementari. Queste forze sociali, unite, avrebbero garantito il progresso scientifico, l’eliminazione di differenze economiche profonde tra i vari membri della comunità, alimentando il proficuo scambio culturale,Un’idea di Comunità che vide ad Ivrea il suo laboratorio d’eccezione e che Adriano voleva, da lì, espandersi in tutta Italia, a livello nazionale: nobile intento che non riuscì a portare avanti a causa della prematura morte (1960) e della miopia della politica italiana, ma resta encomiabile il caso di Matera, dove Adriano condusse uno studio urbanistico – sociale, dirigendo i lavori dell’ UNRRA-CASAS, che portarono alla realizzazione del borgo della Martella e al risanamento della zona dei Sassi, e di Pozzuoli , sede di uno stabilimento Olivetti, perfettamente integrato nel contesto naturale – mediterraneo e molto produttivo,; entrambi i casi costituiscono degli ottimi esempi dell’attuazione pratica e del funzionamento delle teorie sociali olivettiane. Teorie che puntavano a migliorare lo standard di benessere collettivo e industriale di tutta la penisola, incluso il Meridione, in un contesto nel quale la politica italiana e le grandi aziende spostavano profitti e sforzi imprenditoriali verso il Nord, disinteressandosi di un Sud Italia in crisi, poco industrializzato e devastato dalla Guerra, ma caratterizzato dalle notevoli potenzialità e dall’eccezionale vitalità delle sue risorse umane. Olivetti aveva profondamente intuito che organizzazione sociale e organizzazione territoriale erano strettamente connesse: da uno sviluppo razionalistico e positivo della seconda dipende un’efficiente organizzazione sociale, che si struttura attorno ai punti focali (la fabbrica, l’industria, l’impresa con servizi adiacenti , luoghi della cultura come biblioteche, luoghi di ritrovo politico e culturale come le “Sedi Comunità”, numerosi a Matera). Di queste innovative idee, posizioni e teorie, lo stesso Adriano ha lasciato una copiosa e illuminante traccia con i suoi scritti, tra i quali sono senz’altro da menzionare L’ordine politico della Comunità (1946), Città dell’uomo (1959), Il cammino della Comunità (1960). Queste teorie avvicinano Adriano ad un’altra grande figura di intellettuale e pensatore del secolo scorso, Rudolf Steiner (1861-1925), con il quale, secondo alcuni studiosi dell’opera e del pensiero di Olivetti, esistono delle relazioni per quanto concerne la teorizzazione dell’organizzazione sociale; in particolare, Steiner, padre dell’Antroposofia, avrebbe influenzato Adriano con i suoi scritti – e ciò sarebbe dimostrato dai finanziamenti di Olivetti alla stampa antroposofica e ai movimenti steineriani. Tramite questi canali (si pensi alla rivista “Antroposofia” diretta da Rinaldo Küfferle fino al 1955 e da Silvia Schwarz Colorni dal 1955 al 1984, diretta da Luigi Bellavita dal 1984) sono state proposte e diffuse le idee e teorie dell’intellettuale “esoterico” , in primis la sua Triarticolazione dell’Organismo Sociale (1917-1922), un modello sociale composto da tre sottosistemi autonomi (sfera economica, sfera culturale e sfera giuridica) ma tutti e tre interconnessi come parte di un unico organismo. In Steiner sono infatti presenti alcuni principi interessanti e innovativi, nei quali è possibile rintracciare delle similitudini con il pensiero di Olivetti relativo la Comunità: la cultura e le scienze devono essere libere dai condizionamenti della politica e dell’economia per esprimersi al meglio e innovare la società; da un’istituzione, libera, indipendente, trasversale, deriva il migliore stato della vita economica e giuridica della società; i diritti dei lavoratori non devono essere intaccati dalle esigenze della produzione e del profitto, ma devono essere la priorità, poiché il diritto del lavoro deve essere il fondamento dell’economia, e non il contrario; Quali che siano gli ipotetici collegamenti con la teoria di Steiner, Adriano Olivetti voleva fare della fabbrica il primo mattone della società democratica, un luogo che potesse servire da modello per la costruzione di una nuova società, oltre che realtà lavorativa all’avanguardia e innovativa, dove i bisogni dei lavoratori (sia pratici che culturali, emotivi, intellettuali) erano fondamentali per creare profitto, e non sottomessi a quest’ultimo: una fabbrica nova, un esperimento sociale, che certo trovava dei punti di riferimento in alcuni grandi autori, economisti , critici e filosofi conosciuti e studiati da Adriano, dal gallese Robert Howen (1771-1858), a Henri Schneider (1840-1898) in Francia, dal pensiero marxista a Maritain (1882-1973). Connessioni e parallelismi con il Padre dell’Antroposofia che, a mio avviso, arricchiscono il già abbondante e complesso panorama sugli studi dell’opera, attività e pensiero di Adriano Olivetti. Del resto il pensiero dell’imprenditore d’Ivrea resta oggi attuabile più che mai: innalzando a valori e principi inviolabili il rispetto e il soddisfacimento dei bisogni intellettuali, emotivi e spirituali degli uomini, la Comunità olivettiana diventa una teoria-contro-sistema nel mondo di oggi, capace di opporsi alle logiche speculative, all’individualismo e prepotenza dell’uomo contemporaneo, alle strategie meccaniche e, spesso, antietiche, senza rispetto dei diritti fondamentali del dipendente, dei grandi colossi neocapitalisti del nostro tempo.Come non pensare alle multinazionali di internet (Amazon è solo uno dei tanti esempi), ai grandi marchi e, più in generale, allo sfruttamento del (lavoratore, dipendente, individuo prossimo) da parte dei colossi economici o dei dirigenti d’azienda, in un contesto lavorativo e sociale sempre più materiale e sempre meno spirituale, abituato alla sopraffazione dell’uomo che, per ragioni di mercato e del dollaro, resta schiacciato dall’individualismo e da una politica del consumo (di matrice occidentale) fine a se stessa. Tutto ciò contro cui, seppur in modo diverso ma efficace, tanto Rusolf Steiner quanto Adriano Olivetti, si sono sempre, coraggiosamente e tenacemente, battuti, sorretti esclusivamente dalla validità del loro pensiero.abituato alla sopraffazione dell’uomo che, per ragioni di mercato e del dollaro, resta schiacciato dall’individualismo e da una politica del consumo (di matrice occidentale) fino a se stessa. Tutto ciò contro cui, seppur in modo diverso ma efficace, tanto Rusolf Steiner quanto Adriano Olivetti, si sono sempre, coraggiosamente e tenacemente, battuti, sorretti esclusivamente dalla validità del loro pensiero. abituato alla sopraffazione dell’uomo che, per ragioni di mercato e del dollaro, resta schiacciato dall’individualismo e da una politica del consumo (di matrice occidentale) fino a se stessa.Tutto ciò contro cui, seppur in modo diverso ma efficace, tanto Rusolf Steiner quanto Adriano Olivetti, si sono sempre, coraggiosamente e tenacemente, battuti, sorretti esclusivamente dalla validità del loro pensiero. BREVE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO A. Olivetti, L’ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno Stato Socialista , Nuove Edizioni Ivrea, Ivrea, 1945 A. Olivetti, L’ordine politico delle Comunità dello Stato secondo le leggi dello Spirito , Edizioni di Comunità, Roma, 1946 A. Olivetti, Società, Stato, Comunità. Per un’economia e politica comunitaria , Edizioni di Comunità, Milano, 1952 A. Olivetti, Città dell’uomo , Edizioni di Comunità, Milano, 1960 A. Olivetti, Le fabbriche di bene , Edizioni Comunità, Roma/Ivrea, 2014 P. Ciorra, F. Limana, M. Trevisani (a cura di), Universo Olivetti. Comunità come utopia concreta , Edizioni Comunità, Ivrea, 2020 F. Colombo, M. Pace Ottieri, Il tempo di Adriano Olivetti , Edizioni di Comunità, Ivrea, 2019 F. Ferrarotti, La concreta utopia di Adriano Olivetti , EDB, Bologna, 2016 L. Negri, La Comunità di Olivetti: molto Steiner e niente Marx , in “La Confederazione Italiana”, 14 settembre 2022 Rudolf Steiner, Come si opera per la triarticolazione dell’organismo sociale , Editrice Antroposofica, Milano, 2018 (1922) Artículo*: Nicol Maggio Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
Il 27 febbraio 1960, giorno della morte di Adriano Olivetti, è un evento simbolico sotto diversi punti di vista: segna il tramonto del “sogno informatico” italiano; la fine dell’esperienza de…

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Encuentros con personas extraordinarias, por John David

Fascinantes relatos vitales de personas extraordinarias cuya luz y resplandor han servido de inspiración a muchos. Todos ellos son como auténticos imanes espirituales. En estas incisivas entrevistas realizadas por John David comparten aspectos muy íntimos nunca antes revelados. Se habla de: Krishna Das, John David, Usha, Gangaji, Mooji, Isaac Shapiro, Ram Dass, Ganga, Michael Barnett y Andrew Cohen. Conmovedores relatos en los que diez maestros espirituales de Estados Unidos, Europa, Australia y la India conversan sobre su vida y sus experiencias. Con una honestidad y una autenticidad muy profundas... Artículo*: Por John David Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
La enseñanza de la no-dualidad, selección de libros: Encuentros con personas extraordinarias, por John David

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Should We “Update” Old Texts?

Dear Classical Wisdom Reader, “A little nonsense now and then is relished by even the wisest of men.” It was with Roald Dahl’s epic quote that I began my high school graduation commencement speech. Looking back, I can’t recall for the life of me why I started it that way... but it made sense (or nonsense) at the time. Now though I wonder what Roald Dahl would think about the current controversy surrounding his books - would he think it was a bunch of nonsense? Or a way to stay relevant? A little backstory for those of you who may have not heard the news - the UK publisher Puffin and the Dahl Estate recently reissued many of Dahl’s classic children’s books with new “updated” language in an effort (in their words) to make the books more inclusive. Descriptions like ‘ugly’ and ‘fat’ were on the chopping block... and the oompa loompas became gender neutral... among other such changes. The internet was immediately divided. Folks chimed in from around the world, either chastising and condemning the decision or celebrating the chance to make the texts more ‘modern’. Interestingly the Spanish and French publishers of Dahl’s work promptly issued a release confirming that they will NOT make any changes... thus relegating this debate to the English speaking realm. Of course the outcome of this controversy has huge consequences for the Classics loving world... as many of the works we study have ‘problematic’ components. Slavery, misogyny, rape, pillaging, etc. are just a few themes that spring to mind that occur again and again in the myths, literature and historic events. Would a bit of ‘cleaning up’ make them more readable to the younger generation? Or potentially destroy these great works? Indeed, can we even trust the sensibilities of our current era to be clear and accurate judges of what is right and wrong? Indeed, it was the Victorians who felt the ancient Greek poetess Sappho’s work was... difficult... due to the professed love of women being verboten and thus edited the pronouns to make her poems more ‘acceptable’. Whether or not they considered her poetry as public performance vs a window to her inner thoughts is for another debate. Either way, it took some time to go back to the original translations. So... what do you think, dear reader? Should we ‘update’ the old texts? Do the classics need the “Dahl” treatment? Or should we leave them be, warts and all? Should it be: “A little nonsense now and then is relished by even the wisest of men/women/they”? As usual, you can reply to this email or write to me directly at: Anya@classicalwisdom.com Fun fact for my Latin lovers out there! Roald Dahl’s famous line actually had an ancient precursor... Indeed, it was the famous Roman lyric poet Horace who, in the fourth book of his Odes, likewise espoused sound nonsense: Misce stultitiam consiliis brevem: Dulce est desipere in loco. Mingle a little folly with your wisdom; a little nonsense now and then is pleasant. Horace. Carmina. Bk. iv. Ode 12, 1. 27. Now, for a mailbag below... Your fellow classics lovers discuss some non-hubristic leaders as well as reasons TO BE hubristic in response to the concept of the Hubris Syndrome. I’ve brought it up in anticipation of my upcoming conversation with Lord David Owen, taking place on March 11th. Make sure to register here to enjoy this conversation. You can get a taste of Lord Owen’s perspective here: All the best, Anya Leonard Founder and Director Classical Wisdom and Classical Wisdom Kids Become a Classical Wisdom Paid Subscriber and enjoy our Podcast with Professors. This week we will release our newest interview with Professor Mark Usher. We discuss “How to Say No” with a look at Diogenes and the Cynics… including some surprising revelations indeed! Become a Member today and Unlock ALL Classical Wisdom’s Resources: Monday Mailbag Can We Stop the Hubris Syndrome? Those of us in the Science and Speculative Fiction Community like to feel that we, as a whole, try to follow the precepts of what is known as Enlightened Self-Interest: https://ift.tt/yqn6dzQ We know it's not perfect, or perfectively adhered to, but it's a goal which is worth keeping in mind in whatever pursuits are followed... Ian - People "in power" should read about the actions of the Roman dictator Cincinnatus, if they are tempted by "modern hubris". Perhaps they should also hire a "slave" to constantly remind them in their moments of "triumph" of "memento mori". This fact of life certainly kept Marcus Aurelius level-headed! Regards, Denis - I think of Jimmy Carter. And what a fine example of lack of Hubris he is. He is in the process of leaving us. People who are full of themselves have called him the worst president we had prior to traitor Trump, but to my mind he was a sterling example of grace under fire. I am a spiritual but nonreligious believer that if there is a spark of good in us then we need to bring it to the fore by being kind and compassionate in our everyday life and making this place we inhabit a better place. I believe that Jimmy Carter exemplifies those principles. I will miss him and the good he has done in this getting and spending world. His legacy lives on in his habitat program. Cassandra Share Absolute Power Corrupts absolutely. You said that it affects ALL political leaders. We won’t mention Trump, who was corrupted long before he ever became President. BUT there is one leader in this 21st century whom I am pretty sure was never corrupted despite being the leader of her country for 5 years. In fact, she recently resigned because she was burned out. But she is also a working mother, so that may have played a part in her decision. Her name is Jacinda Ardern - the Former Prime Minister of New Zealand. Cheers, Robynne L. - Interesting question. Some years ago some wise person said that, in order to be President, you have to be egotistical enough to think you can do it. It takes a degree of hubris to do the job. I have wondered about ancient kings and emperors who knew there was a good chance they and their families would be killed, but stepped forward anyway. What in the world were they thinking? Jeff S. "There is no week, nor day, nor hour, when tyranny may not enter upon this country, if the people lose their supreme confidence in themselves, and lose their roughness and spirit of defiance. Tyranny may always enter -- there is no charm or bar against it." --Margaret Thatcher Don’t miss a thing! Subscribe today and never miss a post… or publication… or podcast: Artículo*: Classical Wisdom Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
Do the Classics Need the “Dahl” treatment?

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Imposing limits on the woke? | Christopher Rufo | EP 335

Watch Jordan Peterson's "Vision & Destiny" on DW+ https://bit.ly/3KrWbS8 Peterson draws upon his extensive research and relatable real-life experiences to illustrate how to develop attainable goals for intimate relationships, meaningful friendships, and your career. Transform the chaotic potential of the future into actuality — with a vision. In this episode, Dr Jordan B Peterson and Christopher Rufo discuss the creative left, the world of documentary filmmaking, how ideology has seeped in and taken hold of academia, and how Rufo among others are taking an active role in fighting back through legislature. Christopher Rufo is a senior fellow and director of the initiative on critical race theory at the Manhattan Institute. He is also a contributing editor of City Journal, where his writing explores various issues, including critical race theory, gender ideology, homelessness, addiction, crime, and the decline of American cities. Christopher was recently appointed to the Board of Trustees at New College of Florida by Governor Ron DeSantis. Every week, Christopher is creating new videos on his Youtube channel exploring these topics and more. You can find them at https://www.youtube.com/@christopherrufo. - Sponsors - Birch Gold Group: Text "JORDAN" to 989898 for your no-cost, no-obligation, FREE information kit. - Links - For Christopher Rufo: Subscribe to Christopher's channel on YouTube: https://www.youtube.com/@christopherrufo Sign up for his newsletter on Substack: https://ift.tt/v1nhZe9 - Chapters - (0:00) Coming up (1:20) Intro (3:04) Left to right, education and life experience (7:45) The Pareto distribution (11:48) 5 years observing inequality (13:24) Ultimate irony (14:19) Presumptions of Marxism and the left (16:18) When distribution is the miracle of progress (19:12) Money does not solve poverty (21:55) Being shunned from the documentary world (24:50) The open arms of the right (29:01) Watching what you say (31:00) Under leftist institutional control (33:30) Trait openness and perverse orthodoxy (37:30) Rely on what's implicit, clarifying ethos (38:20) Rush Limbaugh, Babylon Bee, Aristophanes (41:15) The new world is run by Berkeley grads (43:10) Identity politics: the new Marxist experiment (48:02) Intersectionality or caste system? (51:50) Derrick Bell and racial pessimism (55:30) Conscientiousness, white supremacy (58:20) Kimberlé Crenshaw, causal pathways (1:04:24) Ron Desantis, legislative moves (1:09:50) Institutional capture (1:13:00) The biggest problem facing academia (1:14:10) Change must be written in law (1:19:00) Moral framework and defining change (1:26:45) Quantifying merit, hiring quotas (1:31:00) John Locke would be appalled Dr Peterson's extensive catalog is available now on DailyWire+: https://bit.ly/3KrWbS8 // SUPPORT THIS CHANNEL // Newsletter: https://ift.tt/V2rRuPD Donations: https://ift.tt/UmXzeAN // COURSES // Discovering Personality: https://ift.tt/wt1oqC9 Self Authoring Suite: https://ift.tt/orVmsYz Understand Myself (personality test): https://ift.tt/hJDfGZj // BOOKS // Beyond Order: 12 More Rules for Life: https://ift.tt/x72nMys 12 Rules for Life: An Antidote to Chaos: https://ift.tt/XyGFnmN Maps of Meaning: The Architecture of Belief: https://ift.tt/QuB65Fb // LINKS // Website: https://ift.tt/FGB09e4 Events: https://ift.tt/0IE45Sv Blog: https://ift.tt/akV7f8Z // SOCIAL // Twitter: https://twitter.com/jordanbpeterson Instagram: https://ift.tt/s5fg91l Facebook: https://ift.tt/rfOI9Uc Telegram: https://ift.tt/7x4BoTI All socials: https://ift.tt/3g2SsiQ #JordanPeterson #JordanBPeterson #DrJordanPeterson #DrJordanBPeterson #DailyWirePlus Artículo*: Jordan B Peterson Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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domingo, 26 de febrero de 2023

Mijas Natural - Clínica de BELLEZA, Peluquería y Estética

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Geometría Sagrada- La Proporción Fi

Fernando Sánchez Dragó | La diferencia entre la DISIDENCIA y el disidente

Último extracto de la conferencia de FERNANDO SÁNCHEZ DRAGÓ donde habla sobre la diferencia entre la disidencia y el disidente, que formó parte de la conferencia titulada «En lucha incierta», dentro del XXXVI Encuentro Eleusino en El Escorial: “Disidentes. Los hijos de Prometeo” (20 enero 2023). Aparte de hablar sobre la diferencia entre la disidencia y el disidente, en su conferencia FERNANDO SÁNCHEZ DRAGÓ trata otros temas como la valentía, Jung y Freud, los tipos psicológicos junguianos, el introvertido y el extravertido en los tipos de la personalidad, la infancia y la oposición de Miguel de Unamuno, la disidencia transitoria y la política, la guerra civil española y el guerracivilismo, Federico García Lorca, Ortega y Gasset, María Zambrano y Gregorio Marañón en la Residencia de Estudiantes, Twitter como género literario, el aforismo, el verso de Antonio Machado y el último viaje, la muerte de los amigos, la "repentinitis" y el eufemismo de la larga enfermedad, el pensamiento sobre la muerte, la muerte como el acto de disidencia por excelencia, los misterios de Eleusis, la explosión del nacimiento y la implosión de la muerte, el enigma de dónde venimos y adónde vamos, su hijo Akela y el descubrimiento de la muerte, el endecasílabo de Petrarca, Sócrates como paradigma del disidente, internet, el Apocalipsis y el fin de la Historia de la Humanidad, la enmienda a la totalidad y la rebelión, el libro de memorias "El mundo de ayer" de Stefan Zweig, la visita de Bill Gates a España y "las autopistas de la información", el demonio y la conjura para la extinción de la Humanidad, la analogía con Calígula y el Imperio Romano, los largos discursos de Fidel Castro, los antiguos cursos de verano en El Escorial "Viaje a la Gnosis" de la Universidad Complutense, el orden y el caos, la imagen del puzle o el rompecabezas, el narcisismo, la máxima del "nosce te ipsum" y el anhelo de morir en paz. Licenciado en Filología Románica y Lenguas Modernas, Fernando Sánchez Dragó ha ejercido la docencia universitaria en España y fuera de nuestro país. Colaboró con la NHK japonesa y la RAI italiana, y, desde que en 1977 comenzara su andadura televisiva con el espacio literario «Encuentros con las letras», ha dirigido y presentado programas de televisión. «Libros con uasabi», en La 2 de TVE, es su última aventura televisiva. Fundador y director del suplemento literario «Disidencias» de «Diario 16», hoy día es contertulio en programas de radio y televisión y columnista en los diarios «El Mundo» y «La Razón». Como escritor, ha cultivado el ensayo y la novela. Entre sus obras destacan «Gárgoris y Habidis – Una historia mágica de España» (1978), «Las fuentes del Nilo» (1986), «El camino del corazón» (finalista del Premio Planeta de 1990), «La prueba del laberinto» (Premio Planeta 1992), «La del alba sería» (1996), «Historia mágica del Camino de Santiago» (1999), «Carta de Jesús al Papa» (2000), «Y si habla mal de España… es español» (2008), «Soseki – Inmortal y tigre» (2009), «Esos días azules. Memorias de un niño raro» (2011), «Shangri-La: el elixir de la eterna juventud» (2016) y «Galgo corredor: Los años guerreros (de 1953 a 1964)» (2020). Ha recibido galardones como el Nacional de Ensayo, el Ondas, el Nacional de Fomento a la Lectura, el Premio Espiritualidad Martínez Roca con «El sendero de la mano izquierda» y el Fernando Lara, con «Muertes paralelas». Sus últimos libros publicados son «Habáname» (Harkonnen, 2021) y la reedición de su primera novela, «Eldorado» (Berenice, 2021). 🎥 Vea más extractos de las CONFERENCIAS de FERNANDO SÁNCHEZ DRAGÓ en los Encuentros Eleusinos aquí: https://ift.tt/VJxKW5H 📨 Si desea INFORMACIÓN sobre nuestras actividades y tener ACCESO A CONTENIDOS EXCLUSIVOS, déjenos su e-mail aquí: https://ift.tt/xlV3UkS Esperamos que esta información le haya sido de ayuda. ¡Gracias por su visita! https://ift.tt/YRGUzno Artículo*: Encuentros Eleusinos Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
Extracto de la conferencia de FERNANDO SÁNCHEZ DRAGÓ donde habla sobre la diferencia entre la disidencia y el disidente, que formó parte de la conferencia ti...

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🟡 ¿LA ENFERMEDAD MENTAL COMO SÍNTOMA DE SALUD? 🟡

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MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. February 26, 2023 at 07:09PM Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo
Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. by Frasco Martín

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Weekend Roundup

Who can we trust? I think that’s the question we’ve been asking this week at Classical Wisdom. When it comes to events and people from so long ago, it’s a question that it’s important to keep asking. One thing I think we all know - you can’t really trust what you see in the movies, especially when it comes to history. Nevertheless, they still have a powerful influence on society’s understanding of the past. Especially so for the ancient world! A big example of this is the Spartans. They’ve shown up again and again across Hollywood history as the supreme example of warrior culture, and the world’s perception of them has undoubtedly been influenced by their silver screen incarnations. Yet with the Spartans, it runs deeper and spreads wider than just the cinema. There’s a vast history of misperception and propaganda, with significant real world implications. But how are we to know what’s real? How are we to know what to trust? Luckily, on March 16th at 5.30pm EST, we will be joined by renowned novelist and popular historian Myke Cole for an exclusive, MEMBERS ONLY Roundtable Discussion on Sparta. Myke is the author of the nonfiction book The Bronze Lie which covers Sparta's full classical history, as well as the long shadow of its legacy. He’s an expert on this Greek city-state and how its image has been used and abused over the years. This is a rare opportunity to talk directly with an expert on Sparta, that you won’t want to miss. Members can sign up for the event HERE. Members can also read an exclusive extract from his book HERE. If you’re not a member, now is the perfect time to join. Just click the ‘Subscribe now’ button below… Subscribe now …And on to the rest of the week’s resources! Share Classical Wisdom Kids That’s it for this week! All the best, Sean Kelly Managing Editor Classical Wisdom Classical Wisdom is a reader-supported publication. To receive new posts and support the Classics, consider becoming a free or paid subscriber. Artículo*: Sean Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
History and Hubris

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Menadel Psicología - Psicoterapia Clínica y Tradicional

PSICOLOGÍA CLÍNICA Y TRADICIONAL Cognitivo-Conductual 🌙 La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control, transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta, te ayudará a vencer: Depresión / Melancolía Neurosis / Estrés Ansiedad / Angustia Miedos / Fobias Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...) Obsesiones / Manías Problemas Familiares y de Pareja e Hijos Trastornos de Personalidad... Cuerpo, Alma y Espíritu 🌙 La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida? El Autoconocimiento, el desarrollo interior, es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Empezar a descubrirte a Ti Mismo como clave para aproximarte a la verdadera felicidad. “La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una Vía” (Ananda K Coomaraswamy). Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad Técnicas de Relajación Visualización Creativa Concentración Cambio de Hábitos Desbloqueo Emocional Exploración de la Consciencia... Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992 ★ #Psicologia #Menadel #MijasPueblo February 26, 2023 at 07:53AM MENADEL PSICOLOGÍA es un centro de psicoterapia CLÍNICA y TRADICIONAL, no un centro de pseudoespiritulidad. El Yoga, Zen, Kabbalah, Sufismo, etc., son nobles vías de conocimiento dentro de Tradiciones Espirituales Legítimas -nada que ver con la "new age"-. Tales vías no son un tipo de psicoterapia, encontrándose muy por encima del dominio de la psicología, y no se pueden realizar en cursos, talleres u otros eventos -sean de pago o "gratuitos"-. Son caminos que implican la pertenencia a alguna de las Tradiciones antes mencionadas (Taoísmo, Hinduismo, Budismo, Judaísmo, Cristianismo e Islam, principalmente), la asistencia de un Guía cualificado y autorizado -que no cobra por ello o se promociona como tal, ni lo promocionan-, y una sinceridad e implicación profundas.
Menadel Psicología Clínica (psicoterapia cognitivo-conductual) y Tradicional (integrando cuerpo, alma y Espíritu) en Mijas Pueblo. Pregúntanos

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Statistics Ruin the Game

I was scorekeeper and calculated various statistics for the game and announced them at the end of each round. My father snapped at me, “You’re ruining the game!” Continue reading → Artículo*: Cologero Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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sábado, 25 de febrero de 2023

MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. February 25, 2023 at 07:08PM Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo
Recopilación al azar de artículos relacionados con la Psicología Clínica y Tradicional entre lo que circula por la RED y sus variadas perspectivas, por lo que no suscribimos necesariamente las opiniones aquí compartidas. No todo es lo que parece. by Frasco Martín

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San Bernardo y la Cuaresma

Renuévese, pues, nuestro corazón rechazando los deseos carnales y mundanos, para que lo llene el amor de Dios y el anhelo de la patria celeste. Desaparezcan de nuestra boca la arrogancia y la calumnia, y ocupen su lugar la confesión sincera de nuestros pecados y una gran estima del prójimo. Y a cambio de las torpezas y los crímenes, que envejecen al cuerpo, abracemos la integridad y el dominio propio, expulsando los vicios con las virtudes contrarias. Esta renovación la realiza Cristo, que habita en nosotros por la fe. Escuchémosle: Todo lo hago nuevo. Y por eso dice a su esposa en el Cantar: Ponme como sello sobre tu corazón, como sello sobre tu brazo. Así pues, cuando vive en el corazón es sabiduría, en la boca es verdad, y en el cuerpo es justicia. Artículo*: Monasterio san Benito Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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Conferencia en la Universidad Complutense de Madrid. FORJA 195

«Fortunata y Jacinta» es un programa de análisis filosófico que aborda algunas de las problemáticas históricas que dan forma a nuestro presente en marcha: España como sociedad política en crisis, ¿cómo, por qué y en beneficio de qué o de quiénes? Escribe, dirige, edita, produce y presenta Paloma Hernández (Fortunata y Jacinta). Libro "Arte, propaganda y política": https://ift.tt/Bs4JwZS de-actualidad-tapa-blanda-23-noviembre-2021-firmado-por-la-autora/ INSCRIPCIÓN I JORNADAS FORTUNATA Y JACITA EN MADRID el 18 de Marzo de 2023. https://ift.tt/RUDBpvQ norte-madrid/ APOYO AL CANAL Hazte miembro del canal: *...........https://www.youtube.com/channel/UCyXHCFqljyxn8U50Cgoax6w/join Patreon: *…………………………..https://ift.tt/bOXde2w Paypal: *............................https://ift.tt/AlWQMDw U4 Compra de objetos de promoción y obra pictórica: *…………………………..https://ift.tt/HIovRyX *…………………………..https://ift.tt/wRscZIN mcnav DONACIONES PUNTUALES: *……………………………A través de PAYPAL usando el correo electrónico: fortunatayjacintaespaniola@gmail.com *……………………………A través de Bizum: +34 659 148 515 *……………………………A través de transferencia bancaria (Proyecto Hispánico Fortunata y Jacinta): BBVA ES96 0182 5939 3102 0159 3167 Asunto: Apoyo proyecto “Fortunata y Jacinta”. REDES SOCIALES Canal en IVOOX: *……………https://ift.tt/X28EGtB sq_f1765772_1.html Twitter: *…………………. https://twitter.com/fortunayjacinta Facebook: *……………..https://ift.tt/DRKXqU2 Instagram: *……………..https://ift.tt/ETaYWKo Linkedin: *…………….. https://ift.tt/t1Q3IhR La web de Paloma Pájaro (creadora de “Fortunata y Jacinta”): *…………………………….https://ift.tt/IAriQMO Canal en youtube: *…….......https://www.youtube.com/channel/UCyXHCFqljyxn8U50Cgoax6w Puedes consultar todos los vídeos y los guiones originales en la WEB: *…………………………..https://ift.tt/mrpfITo Artículo*: Fortunata y Jacinta Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
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viernes, 24 de febrero de 2023

La sociedad debe de recuperar la democracia

Esta pandemia nos ha llevado a un despropósito absoluto y a una distopía social, al basarse en que se combatió de una manera que no era científica ni sanitaria, y para controlarla, el denominador común de las medidas adoptadas por parte de los gobiernos y políticos fue restringir derechos y libertades e intervenir en nuestras vidas, dejándonos muy claro que se ha utilizado para usurpar la democracia del pueblo. En este proceder pandémico, todos los partidos políticos con representación parlamentaria (luego algunos de ellos nos hacen el discurso que con ciertos partidos no van a coincidir en medida alguna) han estado en total unión, alrededor de un discurso totalmente antidemocrático, usurpando una soberanía que solo reside en la gente, es decir, en el propio pueblo. En este despropósito pandémico, todos los partidos han estado de acuerdo, al unísono, con las declaraciones de los estados de alarma, aunque las razones, en ningún momento estuvieron motivadas en estudios científicos y sí en un mercadeo del voto. Tenemos, entre otros muchos, el ejemplo claro del Sr. Otegi cuando nos enseñó un escrito firmado por ambas partes, donde se derogaba la reforma laboral, para, luego, hacer un mero maquillaje de la misma, en la que principalmente los temporales pasaron a ser fijos discontinuos y, con ello, maquillar el paro como lo estamos viendo. Pero llega un momento en que esos fijos discontinuos dejan de serlo, con el consiguiente crecimiento de la tasa de paro. ¿Ha hecho valer el Sr. Otegi ese papel firmado para no volver a darle el voto al Sr. Sánchez, por incumplimiento de lo firmado? Todos sabemos la respuesta. ¿La razón? Aunque la caverna mediática y la derecha conservadora y ultra extiendan a diestro y siniestro que es por el acercamiento de los presos, mi impresión es que ni tan siquiera eso es así, y si fuese, estaría EHBildu cambiando cromos, al estilo jeltzale, cuando el acercamiento de presos se debe hacer ”per se”, por el cumplimiento de la ley, por lo que, en ningún momento, debería ser moneda de cambio alguna. Para ello, ya nos tiene acostumbrados el PNV cuando trae el tren de cercanías todos los años o celebran con gran orgullo el que tengamos selecciones vascas de Surf y Pelota, a cambio de dar su voto en Madrid. Pero este apoyo a los estados de alarma es un salto cualitativo en la izquierda estatal y, principalmente, en la independentista, ya que esos estados de alarma estaban unidos a la restricción de derechos y libertades, utilizando los cuerpos de seguridad y, en particular, la Ertzaintza, la ley “Mordaza” con toda su crudeza, en lo que a confinamientos, movilidad, mascarillas, etc. se refiere. Ley “Mordaza” que, precisamente, tiene una significación antidemocrática en nuestro pueblo (solo hay que acordarse de Altsasu), y en este contexto, la izquierda independentista en ningún momento ha salido al paso para recriminar a la Ertzaintza su actuación y, en definitiva, al Gobierno Vasco. ¿Cuál es la razón para que no haya sido una exigencia de EHBildu para otorgar su apoyo al gobierno estatal, cuando, además, en la candidatura iba una de las amas de una de las personas encarceladas en Altsasu? Nos podrán decir que han conseguido muchas más cosas a nivel socioeconómico, y yo les contesto que son fuegos de artificio, como la bajada del IVA en los alimentos, que no ha servido en absoluto, al coincidir con la anulación de la ayuda en los carburantes. El resultado final es que la inflación debida a la alimentación sigue subiendo, aunque se enmascare la inflación real, no teniendo en cuenta la subyacente. Esto se debe a que todos los alimentos están sujetos al transporte y a que una gran cantidad de ellos están empaquetados en plástico (relación directa con el petróleo), recriminando a la sociedad, curiosamente, que hay que reducir el plástico, cuando, lo solucionan dándote dan una bolsa de plástico en los supermercados, eso sí, cobrándola. Pero claro, la solución del problema medioambiental tiene que soportarlo, principalmente, el ciudadano y, mientras, ellos están para tomar medidas intervencionistas que no tienen sentido alguno, como son (y hay muchas que se podían exponer) el acabar con el coche de gasolina y gasoil, cuando el eléctrico ha sido un rotundo fracaso por diversas circunstancias, el poner una pegatina a los coches como si la pegatina fuese la solución cuando los coches ya tienen además del impuesto de circulación, el añadido de la ITV, que se supone que es precisamente, para que el coche, entre otras cosas, esté en condiciones de cumplir con las emisiones que produce, y aunque esta pegatina de los años del coche, en principio, sea gratis, veremos al final dónde acaba. Igualmente, todo lo dispuesto se basa en intervenir en la vida de las personas con la excusa del bien común, cuando ese bien común solo responde a sus intereses, como puede ser el que se tenga que esterilizar a los animales domésticos, no dejando libertad como hasta ahora para que los esterilice quien lo crea oportuno. Cuando lo que se debe regular, con rigor, son las sanciones que se deberían establecer a aquellos que maltratasen y abandonasen a los animales, empezando por los propios toros, ¿se incluyen a los toros como maltratados en esa ley? También podríamos hablar de la ley del “sí es sí”, donde estando de acuerdo en la esencia del consentimiento, se debe reconocer que se ha llevado de forma errónea, porque, aunque sepamos de que pie ideológico cojea la judicatura, la realidad, es que si se bajan las penas, es porque la ley se lo permite, y, no solo porque, en este estado español, al no haberse realizado una transición democrática todos los poderes fácticos sabemos lo que son al ser herederos del franquismo. Igualmente podríamos hablar de la ley “trans”, que creo que tiene bastantes sombras que traerán problemas a futuro. Ya ni siquiera pueden ofrecer algunos logros, donde la derecha se ha puesto a un mismo lado, aunque la reacción de la izquierda haya sido algo deplorable, ya que han criticado a los conservadores por su viraje, cuando lo que a ellos les debe preocupar es que se apruebe la ley y con cuantos más votos, mejor. Pero la verdad es que la política al uso ya no va de defender ideas, va más bien de defender un funcionarizado de “alto standing”, como lo demuestra esa reacción con total “hooliganismo” al ver que quizás, y ante las confrontaciones electorales que vienen, no van a rascar tantos votos como creían. Otro asunto es la imposición fiscal, obsesiva con recaudar, siendo los que más tienen, los que más tienen que pagar (cosa que estoy de acuerdo), pero esta obsesión no les hace ver que precisamente que son los empresarios los que tienen a su disposición la “ingeniería financiera” para pagar menos. ¿No sería mejor establecer una imposición fiscal que redistribuyese el gasto, no contemplando, por lo menos por parte de los partidos progresistas, la aportación a la monarquía, la aportación a la OTAN para la guerra Rusia-Ucrania y otras redistribuciones de gasto que se deberían realizar en otras áreas? ¿No sería mejor establecer a los empresarios un sistema impositivo en el que pagase más de su patrimonio quien no crease trabajo digno y menos quien lo crease, de forma que un empresario que hiciese riqueza propia también la hiciese con la sociedad mediante la creación de empleo digno? ¿No estaríamos solucionando tres problemas a la vez: primero, el que los jóvenes tendrían más posibilidades de independizarse, segundo, el que cuanta más gente trabajase mayor recaudación se generaría, y, tercero el que se podría bajar el subvencionismo? Da la impresión que lo importante es ingresar más que controlar el gasto, no por no gastar, sino como gastar. Y ello me lleva a pensar que, por una parte, se quiere mantener los niveles de confort de ser funcionariado de “alto standing”, y por otra, se quiere aumentar el subvencionismo, ya que ello, al final, no deja de ser voto cautivo, como hemos visto recientemente con el Gobierno Vasco con la ayuda de 300 euros a jóvenes para que se independicen, cuando por mucha ayuda que se les dé, si no tienen trabajo, no se podrán independizar. El poner todos los “huevos” en la cesta del subvencionismo es la muerte de un pueblo. El progresismo estuvo en contra de la guerra de Irak que nos trajeron los conservadores, mintiéndonos (ahora tenemos la guerra en Ucrania) igualmente, no diciendo la verdad los medios de comunicación. ¿Cuál es la razón para no salir ahora en defensa de ese NO a la guerra como se hizo con Irak?, ¿no se vuelve a hacer etiquetismo y hooliganismo porque los que gobiernan son los nuestros?, ¿dónde ha quedado el NO a la OTAN de Euskal Herria? En otras leyes aprobadas siempre subyace, al igual que ha ocurrido en la pandemia, un intervencionismo en la vida de las personas, donde se plantean las cosas a nivel de solución ciudadana, eso sí, con restricciones de derechos y libertades, como va camino de ser el establecimiento de la Agenda 2030, donde poco a poco nos irán restringiendo la movilidad, como ya se ve con lo de las ciudades de 15 minutos, y luego será limitar el contacto con la naturaleza por los peligros de incendios y brotes de supuestas epidemias víricas, etc. Eso sí, la solución siempre se basa en restringir derechos a los ciudadanos y no en reducir su estatus de políticos o, todavía más, en no favorecer cambios en los sistemas productivos, que serían la única forma de realizar verdaderas transformaciones. Lo peor de todo es que el progresismo ha comprado este libreto de la Agenda 2030 como algo propio de su sentir ideológico, y no se están dando cuenta que van a ser los tontos útiles del globalismo neoliberal para, de esa manera, controlar a la población y establecer todas las medidas de corte restrictivo, con el mismo latiguillo pandémico del bien común, basándose en medidas que vienen de ese poder neoliberal pero que les subyuga a los progresistas. Y les subyuga porque eso del bien común está en su ADN, pero su problema en este momento es que su ADN tiene ciertas mutaciones porque están sirviendo de soldados para llevarlo a cabo; porque lo que están, es destruyendo ese bien común y, mientras, los generales (los poderes globalistas neoliberales) frotándose las manos, ya que el trabajo sucio ya nos lo hacen estos progresistas de nuevo cuño, al igual que se ha hecho controlando a la población durante la pandemia, cuando estamos viendo descontento en todos los sectores y ámbitos de la vida, derivados de estos años de pandemia, al irse diseñando esas restricciones en los derechos como, por ejemplo, la privatización de la sanidad pública. ¿No ha sido la izquierda, con su actuación, copartícipe de esta estrategia del globalismo neoliberal? Si hablamos del tema territorial e identitario, el PNV hace tiempo que renunció a ello, aunque lo saque de la chistera en época electoral para mantener un cierto voto independentista, pero EHBildu, plegada a ERC, se ha cargado el independentismo, al igual que sus compañeros de viaje lo han hecho en Catalunya. No hay nada más que ver lo que está pasando con los supuestos delitos del “proces” y cómo les van a aplicar las penas más duras o la vuelta a la cárcel decretada por la Audiencia Nacional a presos que ya habían salido con el tercer grado. En esta partida de ajedrez, creo que tanto ERC como EHBildu han perdido y el Sr. Sánchez les ha ganado. ¿Cuál es la razón para haber actuado así? Algún día igual nos lo desvelarán. No quiero dejar la ocasión para decir que tanto PNV como EHBildu han hecho dejación de esa soberanía y cogobernanza, al aprobarse en el Congreso la ley sobre la creación de la Agencia Estatal de Salud Pública como órgano superior a las de los territorios, cuando la Salud Pública está transferida. ¿Tienen algo que decirnos PNV y EHBildu sobre esta ley?. También recordar que durante la pandemia tuvieron una ocasión única para ejercer la soberanía haciendo políticas sanitarias y de salud totalmente diferentes a las llevadas a cabo en el estado español. Si la actuación del progresismo y, en particular, la de los partidos de izquierdas estatales e independentistas, han tomado esta postura por convencimiento propio, están renunciando, por mucho que lo vistan, a su esencia ideológica. Si lo han hecho por lo que continuamente nos dicen de que si no se apoya a este gobierno vendrán la derecha y la ultraderecha, yo, como progresista y defensor de Euskal Herria, no apoyaré nunca el hacer política condicionada por si vienen los otros, como por ejemplo avalar la guerra de Rusia-Ucrania. ¿Qué postura se hubiese tomado con esta guerra si quien gobernase fuesen los conservadores? Seguro que sabemos la respuesta. Precisamente, esa postura conlleva acabar renunciando a nuestra esencia y a realizar una política cada vez menos diferente que la de aquellos que no queremos que vengan, que, por cierto, incluso con esa renuncia a elementos ideológicos esenciales, acabará viniendo, al dejarles el campo libre al albur de su demagogia con total tinte de hipocresía. Todos sabemos que los conservadores y la ultraderecha rancia son herederos de la transición pseudodemocrática franquista, pero aquí también habría que incluir a los socialistas, así como sabemos cómo serán sus políticas; pero lo que no se puede hacer es renunciar al terreno de las ideas por poner por delante el que no lleguen a gobernar, haciendo políticas de total intervención en las personas, de restricción de derechos y libertades, más propio precisamente de quien no queremos que lleguen a gobernar y que además, por desgracia, no asegura el que no lo vayan a hacer. Es, por lo tanto, el momento de plantearse, por parte del pueblo, esa recuperación de la democracia mediante plataformas ciudadanas que se autogestionen para resolver sus propios problemas, sin intervención alguna en la vida de los demás por parte de las esferas de poder, recuperando un elemento esencial en la democracia como es dar voz al pueblo, como uno de los mayores ejercicios democráticos que se puede hacer; de manera que cada vez se autogestione más, como podría ser, entre otros y a modo de ejemplo, el que con un 5% del censo electoral se pueda, con una iniciativa popular, poder convocar cualquier votación democrática con el resultado vinculante para el ejecutivo de turno. ¿Están dispuestos tanto instituciones, gobiernos como partidos políticos en reconocer este ejercicio democrático que no deja de ser expresión de un pueblo? Ha llegado el momento de recuperar la democracia directa. Artículo*: Jon Ander Etxebarria Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
En este despropósito pandémico, todos los partidos han estado de acuerdo, al unísono, con las declaraciones de los estados de alarma, aunque las razones, en ningún momento estuvieron motivadas en e…

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Herodotus: Father of History

It’s one of the most important things you learn about history. It’s not all about what happened… but rather who is telling you what happened. ‘History is written by the victors’ as the saying goes, but I think it’s a bit deeper than that. History is written by people, who even if they have the best of intentions, can be flawed, misguided, and biased, the way we all are at some point or another. The first historian was, of course, Herodotus who was the author of the famous Histories. Much has been made about his various outlandish claims, but every now and then some new archaeological find will vindicate some of what he wrote. Yet instead of asking about whether what he wrote was true, maybe the question we should be asking is: who was he? Today’s article from Ben Potter takes a look at the life of Herodotus: his place in Greek society of the time, his legacy, and most importantly, what we can learn about ourselves from the first historian. But first… One of the main ways history comes down to us today is through modern politics. That may not sound like the greatest inheritance, when you look at how polarized the world is today! Yet it is also through history, and that examples of the past, that we can help right the ship. If you’ve found yourself yearning for a return to civility in modern discourse… we have the event for you. On Saturday March 11, Plato’s Academy Centre is co-hosting along with Classical Wisdom a special program of world-class thinkers and renowned authors for an exclusive online event that you absolutely won't want to miss. Each speaker will share with you their knowledge and captivating insights into philosophy and politics, including real life examples, practical advice, and effective strategies for a return to rational and civil discourse. This will include discussions of Stoicism, Solon (arguably the founder of democracy), and the importance of Civic Friendship. Check it out HERE. So we can keep sight of our common humanity, through the wisdom of the ancients. All the best, Sean Kelly Managing Editor Classical Wisdom Classical Wisdom is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber. Herodotus: Father of History or Father of Lies? by Ben Potter Insatiably curious, prone to whimsy, a talented writer, a slave to gossip, an innovator, a barbarian apologist, a cosmopolitan, a partisan egoist; Herodotus has been praised for and accused of much since the publication of his Histories. He was both denigrated and venerated in his own time…and has remained so ever since. However, it is almost as difficult to understand his legacy as it is to chronicle his life. Because, for the latter, in the words of George Rawlinson: “the data are so few…that to compile them into a biography is like building a house of cards”. It was circa 484BC that Herodotus was born into a sophisticated family in the Persian-loyal city-state of Halicarnassus (modern Bodrum, Turkey). However, from hereon in, there is little solid evidence of the precise movements of his extraordinary life. We know he was exiled at least once. It is possible that, with his family, he fled to the island of Samos due to conflicts with the tyrant Lygdamis. Indeed, some fancifully think Herodotus may later have returned to lead an uprising against his oppressor. Ruins in Samos It is likely that Herodotus experienced an unusually multicultural upbringing. Halicarnassus, originally a Greek colony, was also a key trading post with Egypt and would thus have been awash with a diversity of peoples. Having grown up with a privileged background, a good education and a window to the outside world, it should not be surprising that Herodotus became the traveler and chronicler he did. Visits to Egypt, Greece, Tyre, Babylon and Italy are reported with enough veracity to suggest that they really occurred – e.g. he considered Egypt an ‘opposite land’ as the Nile flooded in the summer. A relief of Herodotus by Jean-Guillaume Moitte, 1806. Cour Carrée in the Louvre Palace, Paris, France Additionally, the fact that his work was known in his lifetime and was thought (by Lucian) to have been performed at the Olympic Games, indicates his contemporaries did not doubt, as some later did, that these journeys really happened. His fame seems to have been largely to his benefit, though not quite enough to win him a citizenship vote in Athens. However, even to be considered for this was a great honor in itself. His literary clout was respected by the tragedian Sophocles; there are echoes of The Histories in Antigone. Herodotus also received the ultimate back-handed compliment of being important and well-known enough for comic playwright Aristophanes to lampoon him in The Acharnians. Share The final resting place for a famous writer of no fixed abode is almost inevitably open to dispute. The main contenders are Thurii in Southern Italy, Thurium in Macedonia or, of course, Athens. However, the notion that he was buried alongside Thucydides is fantastic in the extreme. So why does this debate about his reputation constantly flare up? How could he manage to be of differing credibility to men like Plutarch, Strabo, Aristotle and Cicero (not to mention a host of modern scholars)? The Histories was never fully taken on face value and never will be, but as more and more evidence builds up to vindicate Herodotus (e.g. he described Gelonus, a gigantic Scythian city which was only discovered in 1975) it becomes harder to dismiss him entirely as a fantasist, a defamer, or a fraud. In fact, there is no logical reason to presume he was anything other than what he claimed to be, a publisher of inquiries. So, was he the father of history or the father of lies? Well, he could simultaneously be considered both and neither. Herodotus’ Histories fragment Most problems with Herodotus arise when inspecting him from a ‘modern’ point of view. Modern in the sense that we view history as a series of hypotheses and probabilities which must be investigated, debated and, ideally, resolved. Herodotus is far detached from this, content merely to play the role of reporter. Consequently, we cast over him a patronizing and judgmental eye, an eye that isn’t compatible with his method. Thucydides used a different ‘modern’ eye to belittle his contemporary. Herodotus was interested in a range of human and natural characteristics as well as customs (together with their backgrounds). In contrast, Thucydides was primarily concerned with tangible facts that were directly relevant to him (i.e. politics and warfare). He considered his work historically definitive in a way Herodotus never did. Double herm of Herodotus and Thucydides Indeed the very problem arises because of our obsession with viewing Herodotus as a historian, something he himself never claimed to be for the simple reason that the word didn’t exist! ‘History’ comes from the Latinized version of the Greek historia – ‘inquiry’. As John P.A. Gould succinctly put it: “He nowhere claims to have been an eye witness or participant in any of the major events or battles that he describes”. So, if not an historian, then what? One could argue he was more of a travel writer, a chronicler of a general encyclopedia, or a journalist. Though actually calling him a novelist is perhaps a stretch too far. Herodotus made it perfectly clear that he was not reporting truth or fact, but making a record of what others had told him: “I owe it to tell what is being told, but I by no means owe it to believe it”. [7.153-2] If he were an historian, then he could only be said to have been a war, or anti-war historian. This is made clear from the preface to his work in which he states his wish to record how Greeks and non-Greeks came to strife. Thus, everything else (topography, local customs etc) becomes entertaining garnish. And it is precisely the garnish, the tall-tales, the meandering yarns, the detailed landscapes, the curious dress and peculiar fauna, that have brought him in for such weight of attack. However, as one man traveling in an unknown world, desperate to learn and share all it had to teach him, he is no more worthy of censure then the authors of obsolete entries in the Lonely Planet. Modern assumptions and misinterpretation wound Herodotus. It is not up to him to justify himself to us, but up to us to read him as he wrote, without certainty, without authority, but with keen interest, enthusiasm, a willingness to think and a thirst to learn. And, naturally, a pinch of salty skepticism. Classical Wisdom is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber. Artículo*: Sean Más info en frasco@menadelpsicologia.com / Tfno. & WA 607725547 Centro MENADEL (Frasco Martín) Psicología Clínica y Tradicional en Mijas Pueblo #Psicologia #MenadelPsicologia #Clinica #Tradicional #MijasPueblo *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.
...or Father of Lies?

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*No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí compartidos. No todo es lo que parece.