La guerra di propaganda e suggestione condotta attualmente contro l’essere umano è combattuta in primo luogo dai servili professionisti dell’informazione, oltre che da una classe politica inetta e senza dignità, totalmente asservita a poteri sovranazionali, del tutto contrari all’interesse comune. Soggetti, questi, da considerare a tutti gli effetti come soldati nemici e alla stessa stregua di truppe d’occupazione — della nostra coscienza, in primo luogo — con cui, non solo è inutile entrare in discussione, esponendo le proprie ragioni e attribuendo loro una buona fede di cui sono totalmente privi, ma nemmeno scendere a combattere sul loro stesso terreno: la cosiddetta democrazia, quotidianamente sbeffeggiata dai loro stessi contraddittori comportamenti. Di fatto, costoro sono venuti per annientarci e sottometterci, come ogni esercito d’occupazione del resto ha sempre fatto. Questa è una delle poche certezze che oggi ci rimane.
L’uomo che intende sottrarsi al pantano attuale deve perciò innalzare una barriera protettiva, rifiutando di condividere col primo venuto (e sui cosiddetti social!) tutto ciò che concerne la propria intimità, le personali tendenze psicologiche, le immancabili visioni confuse e complicate che si incontrano sul cammino della conoscenza e — qualora si dovessero verificare — perfino gli eventuali rapimenti mistici ed estatici, che un determinato percorso potrebbe comportare. Occorre liberarsi dai contatti, in primo luogo mentali, con tutti i pesi i gravami e i relativi vincoli che ne conseguono, mantenendo la giusta distanza; unico modo per garantire una larga veduta e la conoscenza vera. Atteggiamento, questo, che il mondo antico sintetizzò nell’esemplare figura distaccata e lontana al massimo grado del dio Apollo, come ci ricorda, fra gli altri, Walter Otto nel suo studio sugli dei della Grecia.
Sappiamo da Platone che nello Stato tradizionale l’individuo agisce in conformità alla propria natura, sviluppando in questo modo al massimo livello le proprie potenzialità. All’opposto, negli stati illegittimi e antitradizionali dei tempi ultimi, dediti a violare le leggi di natura e a snaturare totalmente ogni singolo individuo, qualunque sia il posto da esso occupato e la funzione rivestita, sono sempre meno i giusti e quelli dotati d’intelletto, col conseguente aumento esponenziale degli stolti, degli ottusi e degli ignoranti. Come le recenti psicosi collettive (sanitarie, belliche ed ambientali) hanno abbondantemente dimostrato.
La saggezza tradizionale ci spiega che i tormenti corporali nel mondo infernale corrispondono ai cinque sensi di cui è dotato l’uomo. Per cui vi si trova l’amarezza mortificante, che coinvolge il gusto; i gemiti spaventosi, attinenti all’udito; le tenebre terribili, che colpiscono la vista; l’ardore che mai s’estingue, cui è interessato il tatto; e il fetore penetrante, che assedia l’odorato. Ma non c’è bisogno di una grande fantasia per rendersi conto che già nell’attuale condizione esistenziale si ha lo spiacevole privilegio di provare (è proprio il caso di dirlo!) sulla propria pelle tali tormenti, in virtù dell’instaurazione dell’inferno in terra che determinati agenti stanno portando avanti, oramai da tempo.
Ma siccome in natura tutto si tiene, non deve essere trascurato nulla nella ricerca dell’equilibrio e della stabilità mentale e psichica, curando attentamente ogni singolo aspetto della propria esistenza, cercando col proprio comportamento e col proprio stile di vita di realizzare la felicità nell’anima e nel corpo, potendo poi giungere alla pienezza nello Spirito; stato in cui cessa e si arresta definitivamente il ronzio molesto e petulante dei numerosi agenti e servitori della perfidia. Poveri illusi destinati alla sconfitta, ma in grado in ogni caso di mietere un esagerato numero di vittime, prima dello scontro finale. Ruolo di “vittima sacrificale” che è bene cercare di evitare. Con ogni mezzo!
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