Non è sempre vero che i (presunti) nemici dei nostri nemici, sono nostri amici. Le guerre per bande che vedono coinvolti i diversi “incaricati” della gestione del potere amministrativo, le contrapposte cosche e i comitati d’affari che traggono il loro sostentamento e fondano il loro dominio nel medesimo sistema malavitoso subentrato ai precedenti poteri legittimati dall’alto e alla loro riconosciuta autorità – i “corleonesi” che fanno strage delle cosche perdenti, per sostituirli nello sfruttamento della Cosa pubblica, diventata Cosa loro – non acquisiscono automaticamente valore e dignità, solo perché fanno fuori e cancellano gli esponenti dell’altra faccia della stessa medaglia; trattandosi pur sempre di una loro guerra intestina, che non dovrebbe affatto riguardare tutti coloro che non si riconoscono in un sistema marcio e disonesto come l’attuale.
Siamo, di solito, per indole naturale e innata sensibilità portati a diffidare di chi si presenta in modo chiassoso e scomposto: i clown stanno bene solo al circo; e, inoltre, non nutriamo alcuna fiducia su chi si presenta esplicitamente come promotore della temibile deriva transumanista, che minaccia di erodere in modo definitivo le residue radici e le basi della precedente società, ancora in parte regolata e condotta secondo i principi tradizionali e le leggi naturali. Né, tanto meno, possiamo fare finta che, per esempio, l’assassinio di Qasem Soleimani non sia mai avvenuto, o che il filo sionismo trumpiano non costituisca un punto dirimente e definitivo per il giudizio da dare sulla sua persona.
Certo, se egli mostrasse una sincera conversione e un radicale cambiamento di rotta, come un novello Innominato (il cattivo manzoniano provvidenzialmente trasformato in strumento del Bene), rimediando con la sua gestione del potere ai torti contro i Russi ed alle ingiustizie a danno dei Palestinesi, arrivando a ritirare le basi militari americane (sarebbe ora!) dal territorio italiano ed europeo, fino a sbattere in prigione il criminale sanitario Anthony Fauci, non potremmo che prenderne atto, e apprezzare; ma temiamo che, invece, il 57° Presidente statunitense continuerà ad essere quel don Rodrigo, vile e opportunista, che siamo abituati a conoscere. E non saranno certamente i fegati rosicati dei “picciotti” progressisti che potranno attenuare il nostro fastidio e cancellare ogni legittimo dubbio sul presumibile ruolo nefasto che Trump e la sua banda andranno a svolgere a livello mondiale, nel prossimo futuro.
Quindi, ai nostri entusiasti governanti (?) convinti di aver vinto al Superenalotto, non possiamo che dire: auguri e figli Musk!
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