Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

sábado, 31 de agosto de 2019

SULLO “STATO DI SOGNO” E (ALCUNE) SUE POSSIBILITA’

Le possibilità inerenti alla condizione del “sogno” sono ben note nelle civiltà tradizionali (si veda ad esempio il testo biblico) prima che i moderni riducessero anche questo aspetto dell’esperienza umana a mero riflesso della biologia. Discutendo di recenti con alcune persone riguardo alcune esperienze di sogni apparentemente “sorprendenti”, abbiamo ritenuto utile buttare giù questo piccolo (e tutt’altro che completo) appunto sulla realtà dello “stato di sogno” e su alcune “possibilità” che in esso si manifestano. Per capire la realtà del sogno, é necessario innanzitutto distinguere lo stato di “sonno profondo” (dove l’essere è riassorbito in uno stato che non ha più alcun collegamento con la coscienza individuale – stato di cui non ci occuperemo in questa sede) da quello di “sogno” propriamente detto. In senso stretto, il sogno è in realtà lo stato in cui l’essere – abbandonata ma non del tutto la manifestazione grossolana e corporea (permane infatti quella che la Bibbia chiama la “corda aurea” che collega anima e corpo) – si ritrova nella dimensione psichica, animica e sottile. La complessità dello stato sottile o animico é tale che non può in alcun modo essere affrontata in questa sede (Cfr. René Guenon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanta, Cap. XIII); ma proprio tale complessità rende ragione dell’immensa vastità e della differente natura di ciò che, nel linguaggio profano, è semplicemente definito come “sogno”. Naturalmente, bisogna prendere da subito atto che il 90% dei sogni di un individuo comune non sono altro che proiezioni distorte della coscienza di veglia, quando non vere e proprie intromissioni infere (alcuni incubi “lucidi” rendono bene l’idea di ciò). Ma la realtà onirica è ben lungi dal ridursi solo a questo. Innanzitutto, l’essere riassorbiti nello “stato sottile” che la condizione di sogno implica, rappresenta pur sempre – e almeno in una certa misura – un affrancamento dai limiti corporei: per questa ragione, in tale modalità, “può capitare” anche involontariamente che l’essere “spazi” in condizioni e “luoghi” (intendendo il termine in senso simbolico) normalmente preclusi nello stato di veglia. Questo spiega come sia possibile, in alcuni casi, entrare (letteralmente) in sogni altrui o “incontrare” individui viventi (evento che può avvenire involontariamente o …volontariamente, qual’ora l’individuo abbia sviluppato determinate possibilità sottili); percepire o “vedere” possibilità della propria esistenza che avrebbero potuto realizzarsi o che si realizzeranno dopo la morte o percepire eventi futuri (la chiaroveggenza, in realtà, NON è affatto un “vedere il futuro”, ma un vedere le possibilità che in futuro si potranno realizzare – ma anche non realizzare – a partire da una condizione di “atemporalità” nella quale non esiste più un “prima” e un “dopo”). Ancor più interessante è l’analogia tra il SOGNO E LA MORTE (non è solo una “metafora poetica”, come immaginano gli esegeti profani, l’espressione del Cristo che indica i morti come “addormentati”). Immediatamente dopo il trapasso, infatti, la maggior parte degli individui giungono proprio in quella dimensione intermedia (l’Ade o lo Sheol degli antichi o della Bibbia) che è propriamente lo stato sottile (Taijasa nella Tradizione Indù). Questo, per inciso, implica anche che certi “incontri” con individui trapassati che possono avvenire in sogno siano (a volte) cose molto più “reali” di quanto si immagini (come testimoniato in tutte le Tradizioni spirituali – Cfr. I Racconti del Pellegrino Russo…), proprio perché la comunicazione tra due esseri è possibile solo ritrovandosi in uno stesso stato o modalità. Non è un caso che nella tradizione classica le Due Porte dei sogni fossero collocate proprio …all’ingresso dell’Ade. E infine, più importante di tutti, sono i sogni dove intervengono INFLUSSI SPIRITUALI, angelici o divini, di cui le Tradizioni religiose sono ricchissime. Tali sogni sono inequivocabili e non è affatto possibile confonderli con altre esperienze. Possono accadere anche una volta sola in tutta l’esistenza ma, se giustamente intesi, possono cambiare l’esistenza (e, da questo punto di vista, la vita di molti Santi offre esempi davvero straordinari. ————————————————————————————————————————————- P.s. Tali riflessioni, per quanto brevi, dovrebbero anche indurre i lettori a comprendere quale importanza possa avere la pratica della Preghiera serale, in prossimità di quella “piccola morte” che é, a tutti gli effetti, l’ingresso nella dimensione onirica… - Artículo*: Gianluca Marletta - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Auckland Clip 4: On Cain and Abel

My wife, Tammy, and I toured Australia and New Zealand in February. I was lecturing about the topics covered in my book, 12 Rules for Life (and also Maps of Meaning, my first book). I had a number of the lectures professionally filmed. This is a highlight from my lecture in Auckland on the meaning of the story of Cain and Abel. --- SUPPORT THIS CHANNEL --- Donations: https://ift.tt/2IsmuJy Merchandise: https://ift.tt/2Em2RyO --- BOOKS --- 12 Rules for Life: An Antidote to Chaos: https://ift.tt/2ojpw8v Maps of Meaning: The Architecture of Belief: https://ift.tt/2wLWezS --- LINKS --- Website: https://ift.tt/2qgxJtm 12 Rules for Life Tour: https://ift.tt/2Gr5HSC Blog: https://ift.tt/2JlC7ie Podcast: https://ift.tt/2GOAhIF Reading List: https://ift.tt/2zu7mEO Twitter: https://twitter.com/jordanbpeterson Instagram: https://ift.tt/2Ismut2 Facebook: https://ift.tt/2gHycNJ --- PRODUCTS --- Self Authoring Suite: https://ift.tt/2rwK6TE Understand Myself personality test: https://ift.tt/2FJpBuO Merchandise: https://ift.tt/2Em2RyO - Artículo*: Jordan B Peterson - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Le Cœur de la Reconnaissance 10

Suite du commentaire à la nouvelle traduction du Coeur de la Reconnaissance, aussi appelé Shakti-soûtra (Pratyabhijnâ-hridaya). C'est un manuel complet, profond et concis à la fois. Il rassemble la quintessence du shivaïsme du Cachemire. Dans le premier Soûtra, Kshéma a directement pointé l'essentiel. C'est une habitude traditionnelle, les Auteurs indiens commencement souvent par le point de vue le plus vrai et le plus simple, avant de l'expliquer en répondant aux objections et aux doutes des uns et des autres. Le second Soûtra indiquait que la conscience est le divin mais que la conscience est libre. Elle n'est pas connaissance inactive, mais conscience en mouvement, désir, volonté et élan vers l'acte de se manifester. Le monde est donc la conscience en train de se réaliser librement ainsi, sous cette forme. Mais comment est ce monde ? Il est marqué par la relativité (à ne pas confondre avec le relativisme) du sujet et de l'objet. Il existe différents mondes en fonction des états de conscience. Comme dit Abhinava Goupta, "la manifestation dépend de la réalisation", de la sensibilité, de la pensée, bref de l'état de conscience. Traduction : "Pour expliquer l'essence de l'univers avec ses niveaux, il (=moi, Kshéma Râdja) dit : La variété de sa (manifestation) s'explique par la variété des états de conscience auxquels correspondent les mondes. 3" Je traduis ici de façon très libre. Le sanskrit dit, plus littéralement : "La variété de cela provient des différents sujets avec les objets qui leur correspondent". Et même, le sanskrit ne dit pas "sujet et objet", mais plutôt "saisissant et saisi", afin de bien marquer l'union mutuelle du sujet et de l'objet. En gros, ces expressions d'origine bouddhistes soulignent le fait que le monde dans lequel nous vivons dépend étroitement de notre état de conscience. Kshéma va ensuite exposer les principaux niveaux, de façon schématique, bien qu'il existe une infinité de nuances : "Cet univers est varié, il existe de plusieurs manières. Pourquoi ? A cause des différents états des sujets et des objets qui sont dans des états qui se correspondent, c'est-à-dire adaptés l'un à l'autre." Voilà le principe général. Ensuite, l'Auteur décrit ces niveaux, en commençant par les niveaux les plus élevés, ceux où la conscience se manifeste, mais sans s'y perdre : "Au niveau de l’Éternel Shiva, (la conscience) est une objectivité clairement (manifestée, mais) recouverte par la subjectivité. Cet univers correspond exactement aux sujets (qui y vivent), qui sont les Grands Seigneurs des Mantras et qui sont gouvernés par l’Éternel Shiva. Ils sont agencés ainsi selon le désir du Seigneur suprême (=Shiva)" Ici "Éternel Shiva" ne désigne pas Shiva mais un état de conscience, sur lequel règne un être appelé l’Éternel Shiva. A ce niveau, les choses apparaissent, le monde n'est pas nié par la conscience, mais elles sont alors "recouvertes de subjectivité", c'est-à-dire qu'elles baignent dans la pleine conscience de soi qui est une parfaite félicité, une extase intense. En clair, dans cet état le monde est ressenti comme une extension de mon être et une extase de mon plaisir. Je me réalise comme monde et j'en ai une pleine conscience. Remarque importante : tous les êtres des niveaux dits "purs" ou "authentiques", dans lesquels la conscience de la dualité ne cache pas la conscience de l'unité, sont peuplés de toute une hiérarchie de Mantras, laquelle n'est pas sans rappeler les hiérarchies angéliques des religions abrahamiques, lesquelles ont plagiées les hiérarchies enseignées par les maître pythagoriciens et platoniciens, à commencer par Proklos. En clair, on n'errera sans doute pas beaucoup si l'on se représente les Mantras comme des Anges, les Seigneurs des Mantras comme des Archanges, et ainsi de suite. Les hiérarchies divines sont, dans le platonisme, agencées selon la puissance de leur conversion vers l'Un. Ici, les Mantras sont disposés selon la puissance de leur conscience de la Lumière qui est la conscience. Ils sont comme les organes et le corps de la conscience. Comme dans la hiérarchie céleste que Denys (un moine arabe sans doute) a pompée sur Proklos, le mouvement de la grâce à la fois procède de l'Un et retourne à lui, en un vaste cycle qui fait penser au circuit des eaux dans une fontaine ou à un jeu d'eaux, à l'image de Versailles (Denys était très lu au Grand Siècle). Revenons à la traduction : "Au niveau du Seigneur, l'objet, le monde, est à la fois subjectivité et objectivité, clairement manifestés comme étant la manifestation d'un même être". Là aussi, je paraphrase un peu, le sanskrit étant très elliptique et technique, avec du vocabulaire grammatical, ce qui n'est par rare en Inde : il existe même des philosophies non-duelles basées sur la grammaire sanskrite ! Notez que le "Seigneur", ici, n'est pas non plus Shiva (le "Seigneur suprême"), mais à la fois le nom d'un niveau de conscience et le nom de l'entité qui y règne, équivalent d'un Principe ou d'une Puissance dans la hiérarchie dyonisienne. Pour un survol de cette hiérarchie, cliquer ici. Ce genre de schéma peut sembler fastidieux par endroit, mais ce sont des outils indispensables pour comprendre le tantrsime aussi bien que la mystique abrahamique. Sans cela, il est certain que l'on n'y comprendra rien. Et le New Age est un dérivé de cette vision du monde. Connaître ces schémas est donc très utile. Et comment sont les sujets de ce niveau de conscience ? "Ils sont les Seigneurs des Mantras, gouvernés par le Seigneur". Nous sommes donc descendus d'un cran dans la "hiérarchie céleste" tantriquo-shivaïte. Mais on trouve des équivalents dans le bouddhisme et le vishnouïsme, de même que dans le Boeun tibétain et le Taoïsme. Ensuite (toujours plus bas) : "Au niveau de la pure Science, l'univers est dualité dotée d'une seule et même essence ("moelle"). Les sujets correspondants sont les Mantras, lesquels comprennent de nombreuses ramifications et sont gouvernés par Ananta." Ce plan est le dernier ou le premier, selon le sens pris, avant le monde de la dualité dans l'oubli de l'unité, le monde de la Mâyâ. Mais entre les deux, il y a le monde du Rien, du sommeil profond et de l'intervalle entre deux cycles cosmiques : "Au-dessus de Mâyâ il y a les êtres 'de pure conscience mais privés de pouvoirs d'action', qui sont pure conscience mais privée du pouvoir d'agir. Leur 'objet' (car on peut difficilement parler d'univers dans leur cas) est pure non-différence, tout comme les sujets privés de tout pouvoirs, qui sont situés juste en-dessous." Puis ceux qui sont dans le Néant de l'inconscience : "Au niveau de Mâyâ il y a 'ceux qui sont privés de pouvoir durant une dissolution (cosmique ou quotidienne)'. Leur objet est pour ainsi dire 'dissout'". Remarquez qu'il y a deux niveaux d'inconscience : un niveau de pure conscience et un niveau de profond sommeil, d'évanouissement. Le shivaïsme du Cachemire n'accorde pas beaucoup de valeur à la "pure conscience", car c'est un état d'aliénation, dans lequel on se sent vide, éloigné du mouvement. Et dès que l'énergie se remet en branle, cette "pure conscience" disparaît. C'est l'impasse du Sâmkhya et du Vedânta : ils croient que la Mâyâ est l'ennemie, ils la fuient, mais ce faisant ils se suicident, spirituellement parlant, car la Mâyâ c'est la liberté, la créativité divine, le dynamisme du Soi. Le Rien est un état certes réparateur, mais ça n'est pas l'éveil salvateur. Tant que Mâya n'est pas reconnue et intégrée, il n'y a pas de véritable liberté. Et "pure conscience" équivaut presque à "inconscience", car ce sont des états d'inertie, de vide passif. Ils sont nécessaires et réparateurs, mais ils ne sont pas l'éveil spirituel. En-dessous encore, il y a les états de dualité, les états de veille, avec des pouvoirs actifs, mais limités et vécus comme une inquiétude : "Les être 'doués de tous leurs pouvoirs (limités)' s'étagent jusqu'au niveau de la Terre, dans des mondes limités de toutes parts." Ce sont là les mondes des dieux (mondains), des hommes et des animaux. On y est actif, mais au prix de l'inquiétude. Ce niveau forme, avec les deux qui précèdent, un ensemble inséparable. Nous passons de l'état de sommeil profond à l'état de veille : paix sans liberté, ou liberté sans paix. Tel est le dilemme de Mâyâ, qui ne pourra être résolu qu'en reconnaissant notre pouvoir en Mâyâ. Alors seulement l'action et la contemplation pourront être réconciliées. Et maintenant, toujours maintenant, le plus important. Soyons attentifs : "Et enfin, Le suprême Shiva, l'ultime : il est une seule et même Lumière ininterrompue, pleine d'un plaisir absolu qui à la fois transcende tout et constitue tout. Pour lui, l'univers est cela même, depuis le niveau "Shiva" jusqu'au niveau "Terre", tout surgit sans aucune séparation. En réalité, il n'y a pas d'autre sujet, pas d'autre objet en dehors de lui. De fait, c'est le suprême Shiva lui-même qui fulgure ainsi en des myriades bariolées et merveilleuses. Tel est le sens (du Soûtra)." Tous ces niveaux n'en font qu'un seul, en réalité. La dualité n'est qu'une manifestation de la conscience, tout comme l'unité. La conscience n'est ni prisonnière de l'unité (ça, c'est l'erreur du Vedânta, par exemple), ni perdue dans la dualité (ça, c'est l'erreur de tous). Elle est le libre pouvoir de se réaliser sous l'une et l'autre forme, de nier ces alternatives et de les synthétiser. C'est l'éveil. La conscience est à la fois au-delà de l'univers, et l'univers même. Elle est transcendante et immanente. Transcendante : au-delà de l'athéisme. Immanente : présente au cœur du théisme quand il croit judicieux de rejeter le "panthéisme". Bref, tout est manifestation de moi, en moi, par moi. Tout est Lumière vivante. Le texte sanskrit : atha viśvasya svarūpaṃ vibhāgena pratipādayitum āha tan nānā anurūpagrāhyagrāhakabhedāt || 3 || tad viśvaṃ nānā anekaprakāram | katham anurūpāṇāṃ parasparaucityāvasthīnāṃ grāhyāṇāṃ grāhakāṇāṃ ca bhedād vaicitryāt | tathā ca sadāśivatattve 'hantācchāditāsphuṭedantāmayaṃ yādṛśaṃ parāpararūpaṃ viśvaṃ grāhyaṃ tādṛg eva śrīsadāśivabhaṭṭārakādhiṣṭhito mantramaheśvarākhyaḥ pramātṛvargaḥ parameśvarecchāvakalpitatathāvasthānaḥ | īśvaratattve sphuṭedantāhantāsāmānādhikaraṇyātma yādṛg viśvaṃ grāhya.= m tathāvidha eva īśvarabhaṭṭārakādhiṣṭhito mantreśvaravargaḥ | vidyāpade śrīmadanantabhaṭṭārakādhiṣṭhitā bahuśākhāvāntarabhedabhinnā yathābhūtā mantrāḥ pramātāraḥ tathābhūtam eva bhedaikasāraṃ viśvam api prameyam | māyordhve yādṛśā vijñānākalāḥ kartṛtāśūnyaśuddhabodhātmānaḥ tādṛg eva tadabhedasāraṃ sakalapralayākalātmakapūrvāvasthāparicitam eṣāṃ prameyam | māyāyāṃ śūnyapramātṝṇāṃ pralayakevalināṃ svocitaṃ pralīnakalpaṃ prameyam | kṣitiparyantāvasthitānāṃtu sakalānāṃ sarvato bhinnānāṃ parimitānāṃ tathābhūtam eva prameyam | taduttīrṇaśivabhaṭṭārakasya prakāśaikavapuṣaḥ prakāśaikarūpā eva bhāvāḥ | śrīmatparamaśivasya punaḥ viśvottīrṇaviśvātmakaparamānandamayaprakāśaikaghanasya evaṃvidham eva śivādidharaṇyantam akhilaṃ abhedenaiva sphurati | na tu vastutaḥ anyat kiṃcit grāhyaṃ grāhakaṃ vā | api tu śrīparamaśivabhaṭṭāraka eva itthaṃ nānāvaicitryasahasraiḥ sphuratīty abhihitaprāyam || - Artículo*: noreply@blogger.com (David Dubois) - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Orion de Spitzer |

Pocas vistas cósmicas excitan tanto la imaginación como la nebulosa de Orión, una inmensa guardería estelar situada a unos 1.500 años luz. Esta imagen infrarroja del Telescopio Espacial Spitzer, de unos 40 años luz, se elaboró a partir de datos destinados a controlar el brillo de las jóvenes estrellas de la nebulosa, muchas todavía rodeadas por discos polvorientos que forman planetas. Las jóvenes estrellas de Orión sólo tienen aproximadamente un millón de años, en comparación con la edad del Sol de 4600 millones de años. Las estrellas más calientes de la región se encuentran en el cúmulo del Trapecio, el cúmulo más brillante que hay cerca del centro de la imagen. El telescopio Spitzer fue puesto en órbita alrededor del Sol el 25 de agosto de 2003, pero el refrigerante de helio líquido se terminó en mayo de 2009. El telescopio sigue funcionando, aunque se prevé que su misión acabe el 30 de enero de 2020. Captada en 2010, esta imagen en falsos colores proviene de dos canales que continúan sensibles a la luz infrarroja a las temperaturas de funcionamiento más cálidas del Spitzer. - Artículo*: Alex Dantart - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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El comportamiento homosexual no está dictado por los genes

El mayor estudio realizado hasta la fecha para averiguar el peso de los genes en la conducta sexual hacia personas del mismo sexo confirma que no existe un gen de la homosexualidad. Las variaciones genéticas halladas en una muestra de casi medio millón de participantes explican solo un ... - Artículo*: - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
El mayor estudio realizado hasta la fecha para averiguar el peso de los genes en la conducta sexual hacia personas del mismo sexo confirma que no existe un gen de la homosexualidad. Las variaciones genéticas halladas en una muestra de casi medio millón

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La función cognitiva está relacionada con la inhalación

En unos experimentos, los sujetos a los que se les presentaron problemas para resolver, los resolvieron mejor mientras inspiraban. Tomar un expreso, comer un poco de chocolate o hacer el pino: estas son algunas de las cosas que se recomiendan antes de hacer un examen importante. Sin embargo, el me ... - Artículo*: - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Los aspectos sensoriales y el filtro cultural determinan cuándo, qué y cuánto comemos

En los últimos años, el comportamiento alimentario y el incremento del peso corporal han sido temas de interés para la sociedad y organismos como la Organización Mundial de la Salud (OMS), por los altos costes que supone a un país y la pérdida en calidad de ... - Artículo*: - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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viernes, 30 de agosto de 2019

No existe el “gen gay” - MVS Noticias


De la tinta de Arturo Barba

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A Toast To The Ancients

By Van Bryan, Contributing Writer, Classical Wisdom Wining and dining — and philosophizing — is the way the Ancients celebrated life. In fact, wine was a cultural staple for the ancient Greeks. Considering that their civilization is the foundation for much of western civilization, wine becomes an important part of our collective heritage. Archaeological digs that have unearthed extravagant, presumably once wine-toting goblets dating as far back as the Mycenaean era of Greece. Such artifacts included gold and silver goblets that demonstrated that the people of the Mycenaean era were not only fierce warriors, but also people of sophistication who were aware of wine and respected it greatly. Ancient Greek Symposium One artifact of particular interest is the Cup of Nestor. This Golden goblet was discovered by Heinrich Schliemann in 1876 in the ancient civilization of Mycenae. It is believed to have belonged to the ancient king Nestor of Pylos, who was a prominent character in The Iliad. Homer describes the goblet of Nestor as follows: “There were four handles on it, around each one a pair of golden doves was feeding. Below were two supports. When that cup was full, another man could hardly lift it from the table, but, old as he was, Nestor picked it up with ease.” — The Iliad The Cup of Nestor or dove cup is a gold goblet discovered in 1876 by Heinrich Schliemann in Shaft IV of Grave Circle A, Mycenae. It is commonly held that large scale production, distribution, and consumption of wine began on the prominent island of Crete. Depictions of primitive wine presses can be seen on the walls of Minoan tombs dating as far back to 3000 BCE. Clay goblets and carafes have been uncovered across the island, including in the ancient palace of King Minos in the city of Knossos. It is believed the craft of wine making began on this island and slowly made the transfer to the mainland of Greece. The ancient Greeks traded wine as a commercial product for centuries across their regions. Indeed, Greek wine was traded throughout the entire known ancient world. Wines from islands such as Crete, Rhodes, and Lesvos were especially popular. Homer himself writes about the wonderful supply of wine found in cellars outside the city of Troy. The Aegean was so saturated with wine trading ships that Homer would refer to it as “the wine-dark sea”. Were the wine-dark seas from wine? In order to accommodate high demand, the ancients developed new wine storage techniques that enabled it to be transported long distances without spoiling. Before the time of air-tight glass bottles, wine left in a regular barrel would be exposed to oxygen and spoil quickly. The ancient Greeks began the practice of sealing these wine barrels with pine resin to prevent it from spoiling. The resin helped make the barrels air-tight while simultaneously adding a distinct pine aroma to the drink. This distinctive taste is still alive today in the form of “Restina”, a modern white wine that emulates the flavor of ancient times. Restina… not everyone’s cup of wine… An interesting anecdote claims the use of pine resin was for a very different reason. According to this theory, Roman soldiers would regularly plunder the cities of Greece and make off with their stores of wine. The Greek citizens became so angry that they began using pine resin to add a bitter aroma to their wine. The Roman invaders would try one sip of this distinctive wine, taste the bitterness and assume it was spoiled. In this way the Greeks would keep their wines and the invaders would be none the wiser. This idea would seem to lead to the thought that the Greeks would take measures to protect their wines while the invaders would make off with their women and treasures. At least they had their priorities straight…?? Wine in ancient Greece was of enormous cultural significance. The ancients drank wine to praise the gods and expand their minds. They studied it intently to decipher it’s presumed health benefits and risks. It was a nutritional staple, a religious experience: indeed, the production, distribution, and consumption of wine is so deeply ingrained with the culture of ancient Greece, that you simply can not have one without the other. - Artículo*: plato - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
A Toast To The Ancients by plato on August 30, 2019 By Van Bryan, Contributing Writer, Classical Wisdom Wining and dining — and philosophizing — is the way the Ancients celebrated life. In fact, wine was a cultural staple for the ancient Greeks. Considering that their civilization is the foundat...

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No esperar nada

Bismillahir Rahmanir Rahim No esperar nada de los demás, ése es el signo que caracteriza al hombre realmente rico. Dice el sheikh Abu-l-Hasan, Dios tenga misericordia de él: "He perdido toda esperanza en sacar provecho de mí mismo, ¿cómo no voy a perder la esperanza de sacar provecho de los demás? He puesto en Dios mi esperanza con respecto a todas las cosas, ¿cómo no voy a poner en Dios la esperanza a mi respecto?" Esta es la alquimia y el elixir que convierten en un ser rico a quien logra conseguirlo. No puede perder nada, tiene un honor sin mancha y una riqueza que no se consume. Es la alquimia de la gente que sabe comprender a Dios, exaltado sea. -Fragmento "Sobre el abandono de sí mismo", Ibn Ata Allah al-Iskandari - Artículo*: Sabiduria Sufí - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Sobre la oración para pedir la lluvia, del Minaj al-Quddusiya del Shayk al-Alawi

El quinto caso es el pedir que llueva (al-istisqâ`). Esto es lo que se espera de la mayoría de los aspirantes (murîdîn) en su camino hacia Dios. Lo que se pretende con la oración de la lluvia es pedir la ayuda (gayz) de Dios en caso de extrema necesidad. Esta sunna solo se le exige al aspirante cuando está en una situación extremadamente grave, que es cuando se resiste la apertura espiritual. Se suele denominar el parón (waqfa). Si le afecta a alguno de ellos, se le resista el llegar al estado, se le haga difícil el camino o se detenga en un punto, lo que tiene que hacer es ponerse en manos de su imam, que es su maestro en la vía, para llevar a cabo esta sunna según precise la situación del murîd. La experiencia del maestro en este asunto es vasta: es a lo que llaman la ruptura de los hábitos (jarq al-‘âda) por lo que supone de transformación de los sus estados. [186] Es uno los actos más meritorios, especialmente en determinados momentos, una de las mejores maneras de acercarse, pues es un medio para retirar el velo. Por eso han dicho lo sufíes: “Quien no rompe con los hábitos de su alma, no desaparecerá para él la habitualidad (i. e., no ocurrirán milagros)”. Por eso algunos de los maestros lo han tomado como el principal recurso para sus métodos por los múltiples beneficios exclusivos que proporciona. Y es que Dios no se manifiesta a quien no ha transformado (yugayyir) su propia alma, tal y como ha dicho: “Ciertamente Dios no cambia la situación de un pueblo hasta que no transforman sus propias almas” (13:11). No cambia lo que tienen, su oscuridad por la luz, hasta que no transforman lo que hay en ellos de costumbres, de acomodamiento, de fama,… pues tienen mucha consideración por lo que han conseguido. Pero si desean la ayuda material, deben buscar la manera de transformarse a sí mismos, para mostrarle a Dios su situación y se apene por lo que les aqueja. Por eso se visten con ropa hecha jirones y andan descalzos, rezando y pidiendo con alharacas por las calles, con la ropa puesta del revés para dar pena y toda clase de actos humildes; todo ello para un fin contingente y material, que es la lluvia para que puedan sobrevivir las personas y puedan tener sustento. Entonces, ¿qués es lo que habrá que hacer por quien es el Eterno que nunca desaparece, el socorro espiritual que buscan los espíritus y por el cual brillan los cuerpos? ¡Por Dios! Están obligados a romper con sus hábitos, dejar sus apegos y transformar sus almas hasta que sus allegados los rechacen al quedar expuestos y en evidencia, solo los aguanten la gente del camino, como dijo el Sultán de los enamorados: Me desnudé ante ti, como es mi obligación Aunque mi entorno me rechace, así soy. No es de los míos quien censura mi desvergüenza. Irritado, me rechaza y me considera apartado de Ti. Los míos pertenecen a la religión del Amor, Les agrada mi desvergüenza y aprueban mi escándalo. Que se irrite quien quiera, salvo Tú. ¡Qué hay de malo si los más nobles de mi tribu lo aceptan! Los hechos de los sufíes son bien conocidos, como hacían caer sobre ellos la vergüenza, o se ponían a recitar en los zocos, o dejaban sus cabezas desnudas, o vestían los sayos remendados y muchas otras cosas de las que las almas huyen, hasta el punto de que llegan a decir de ellos que son unos locos o unos exhibicionistas, o cualquier otra cosa que no hace justicia a su estado. [187] Todo ello por el elevado de su aspiración y la búsqueda del Verdadero Dueño. Ojalá fueras dulce, pues la vida es amarga y fueras complaciente, pues lo hombres son rechazo Ojalá lo que hay entre los dos estuviese lleno de vida y entre yo y el mundo pura ruina Cuando el amor es firme, todo es fácil pues todo lo que hay en la tierra, tierra es Cuando su sinceridad con Dios es firme y cortan con todo lo demás, se derraman desde el cielo de lo no-manifestado significados que vivifican los corazones y disuelven las dificultades, pues cuando caen sobre la tierra de las almas, germinan las semillas adecuadas. “Y en la buena tierra germinan las semillas con el permiso de su Señor, y en la mala tierra no sale más que escasa” (7:58). Éste es el significado de la oración de petición de la lluvia, y Dios sabe más. - Artículo*: sidnur - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Le mystère de la communion de coeur à coeur

Shaktipatte, shaktitruffe : rien que de très naturel... Nous avons tous fait l'expérience forte d'une communion en silence avec d'autres personnes. Comme si, dans cette nudité intérieure, quelque chose se transmettait. A mon sens, cette expérience est très riche : elle enveloppe, à sa manière, la totalité de la vie intérieur, les questions du rapport à l'autre, au collectif, à la politique, à notre bon sens, à notre liberté. Certains en font une voie spirituelle à part entière, voire la seule voie qui vaille vraiment. Et aujourd'hui, il est courant d'entendre que tel ou tel "être réalisé" ou "éveillé" est doué du pouvoir de transmettre l'éveil, la grâce, un courant d'énergie qui fait tout le travail. Il n'y a qu'à rester passif, vaguement confiant, et ça se fait tout seul, comme une bougie allumée au contact d'une autre. Pourtant, les traditions non-duelles affirment et démontrent de façon convaincante que la conscience elle-même ne peut être transmise, car elle n'est pas une chose, physique ou subtile. En effet, la conscience est par définition le sujet et non un objet. Elle est "cela qui manifeste" : elle n'est pas "ce qui est manifesté". Elle ne peut être objectivée. Et tout ce qui peut être objectivé n'est pas la conscience et n'est donc pas l'essentiel. La conscience est comme l'espace : l'espace, étant... espace, est partout. Il ne peut donc être transmis d'un lieu à un autre. Quand au shivaïsme du Cachemire, il affirme les deux. Comment expliquer cette contradiction ? La conscience ne peut se transmettre et pourtant, le shivaïsme du Cachemire considère que la grâce est une énergie qui peut se transmettre d'un corps à un autre. Aujourd'hui, cette croyance est devenue courante. On trouve partout sur Internet des séances de transmission d'énergie spirituelle. Je vais d'abord d'abord essayer de donner la réponse du shivaïsme du Cachemire avant de proposer la mienne. Selon le shivaïsme du Cachemire, la conscience n'est pas une chose. Et il n'y en a qu'une, qui se manifeste en une myriade de personnalités, de corps et d'univers. Vous qui lisez ces lignes, vous êtes moi, moi que je suis vraiment. Tout ce qui nous différencie est en effet de l'ordre du "ceci" objectif : le corps, les sensations, les pensées. Les contenus sont différents, le contenu est identique, comme tous les corps sont contenus en un seul et même espace. Cependant, l'éveil de la conscience n'est pas la conscience elle-même. Tout est conscience, mais tout n'est pas conscience éveillée. La conscience est en effet libre, libre de se manifester à sa guise, gratuitement et par jeu, comme inconscience, comme conscience identifiée à ceci ou à cela. Eveillée en tel corps, endormie en tel autre. Le pouvoir de s'éveiller ou de se réveiller est donc l'un des pouvoirs (shakti) de la conscience. Voilà pourquoi la conscience peut jouer à s'endormir ou à se réveiller simultanément, mais en des personnes différentes. Or, le monde entier est fait de ces pouvoirs de la conscience. Et le corps aussi. Et le mental. Par conséquent, la conscience est libre de se réveiller dans le corps ou dans le mental. Par le souffle, le toucher, la pensée ou la vue. Et donc tout est possible. La conscience elle-même n'est pas transmise, certes. Mais d'un corps à un autre, une énergie se transmet qui, dans tel corps, va inciter au réveil de la conscience. C'est un jeu, absolument libre. La conscience joue à se soumettre au lois de la nature qui ne sont que ses libres décrets. Mais la conscience n'est pas, à strictement parler, transmise. Seule une énergie particulière est transmise, énergie qui, indirectement, va contribuer au réveil de la conscience, parce que tout cela n'est que son libre jeu. La transmission se passe donc au niveau des objets, qui sont les visages, les masques assumés par la conscience. Autre argument traditionnel : la conscience est absolument libre, elle ne dépend de rien. Elle est donc libre de contredire sa nature de conscience non-objectivable et de faire "comme si" elle était une énergie comparable à l'électricité (l'électricité est la métaphore favorite des gourous qui prétendent transmettre cette énergie). Car l'énergie, après tout, c'est simplement du mouvement. Ce mouvement réveille la conscience qui joue à s'assoupir. Enfin, il faut préciser une différence notable entre le shivaïsme du Cachemire, tradition ancienne, et les partisans de la transmission d'énergie depuis le XXe siècle : dans les traditions anciennes, les choses sont beaucoup plus nuancées. On distingue entre anugraha (la grâce), shakti-pâta ("coup de grâce", terme très général), rudra-shakti (la grâce qui se manifeste physiquement), dîkshâ (l'initiation rituelle), âvesha (la pénétration du gourou et/ou de Shiva dans le corps du disciple), vedha (la "percée", la transmutation alchimique), kundalinî (terme très général à l'origine), mantra-uccâra (énoncer le Mantra en suivant son élévation le long du canal central), samkrama (transmission d'énergie), âgama (transmission des enseignements), bodha (l'éveil), etc. Toute cette richesse disparaît avec la vulgarisation de l'idée d'éveil de la Koundalinî par un gourou, principalement dans le système inventé par Vishnou Tîrtha dont le livre Devâtma Shakti L'Energie divine (1962 pour la version anglaise), fut la source d'inspiration majeur pour Swâmî Mouktânanda, lequel popularisa la "shaktipat intensive" dans le monde. En gros, vous êtes assis, le gourou vous touche ou vous effleure d'une plume, et votre conscience s'éveille, ce qui se manifeste par des gestes, des mots, des larmes, etc. spontanés. Autre différence importante avec le shivaïsme tantrique ancien en général : le gourou n'est pas la source de l'énergie qu'il transmet. Shiva est la source. Shakti-pâta est un diminutif de Shiva-shakti-pâta. Le gourou n'est qu'un canal. Et dans le shivaïsme initiatique commun (le Siddhânta), on ne lui demande même pas d'avoir du charisme. Il suffit de respecter à la lettre le rituel, et ça marche. En revanche, cette idée d'un pouvoir mystérieux du gourou lui-même, apparaît dans la tradition du Koula. Cette dernière, à travers le Kula-arnava Tantra, est la source principale d'inspiration de Vishnou Tîrtha. Et cette tendance à donner de l'importance au gourou comme source de l'énergie va grandir au cours des siècles, jusqu'à culminer aujourd'hui, où l'énergie transmise par le gourou tient lieu d'initiation. Il y a clairement un mouvement global de simplification. La gnose et le yoga, ainsi que les rituels, tendent à disparaître au profit d'une initiation de masse, à distance, dépourvue de paroles comme de contact intime. Cependant, cette idée d'une transmission directe d'énergie spirituelle par le gourou provient bel et bien de la tradition du Koula, cela ne fait plus aucun doute. Voici maintenant ma réponse : Quand on s'assoit ensemble dans le silence, il se passe des choses. Tout le monde ou presque le constate. Mais il y a deux interprétations extrêmes : d'un côté, les partisans du Vedânta orthodoxe ne voient en cette expérience qu'une belle illusion, sans rapport directe avec l'éveil spirituel, car cette expérience passe ; et à l'autre bout, ceux qui ne jurent que par le gourou, décrit sans pudeur comme une sorte de dealer. Swâmî Vishnou Tîrtha décrivait lui-même les séances de Shaktipat comme des "injections" d'énergie électro-divine. Il me semble que ces deux extrêmes forment un faux dilemme typique, en ce sens qu'elles nous font croire que nous n'avons le choix qu'entre ces deux réponses. Or, je crois que vous le pressentez, aucune de ces deux positions n'est vraiment la bonne. Adopter la posture intellectualiste du Vedânta, c'est nier une expérience universelle. Mais adopter la posture gourouïste, c'est nier d'autres aspects de l'expérience, à savoir que ces expériences de communion peuvent très bien se produire sans gourou. La vérité se situe probablement quelque part entre les deux. Je sens une intensité particulière quand je suis en silence (intérieur, mental) en présence d'une autre personne établie dans ce même silence, ou du moins tournée vers ce même silence. Si l'on me dit et m'assène que cette personne est spéciale, surtout si je subis une pression de groupe, alors mon expérience sera peut-être encore plus intense. Mais c'est de la persuasion, par l'expérience brute. Mon expérience, c'est que l'expérience est plus intense avec n'importe qui, du moment que cette personne et moi sommes en communion, dans ce silence intérieur. Après, cette personne peut être une sainte, une secrétaire de mairie, un chat, un youka ou une colline. Cela ne change rien. Dans tous les cas, si je "sens" le silence en l'autre, il y a comme une mise en résonance, une sympathie qui démultiplie l'expérience, sauf si j'ai plus ou moins consciemment décidé de me persuader que j'avais affaire à la source exclusive d'une énergie électrique spéciale. Ni plus, ni moins. Gourou, saint, être réalisé, etc. tout cela est de l'ordre de la croyance, de l'auto-hypnose. La preuve en est que ça marche fort bien avec des "gourous" parfaitement factices. Vous prenez n'importe quel personne, présentée et marquetée efficacement, ça fera aussi bien l'affaire. Ça marche même avec des gens qui n'ont rien à voir, a priori, avec la spiritualité, comme Cloclo ou Elvis. C'est de l'auto-persuasion. Et ça marche aussi sans personne du tout, comme quand une assemblée invoque le Saint-Esprit. Donc oui, il se passe quelque chose quand nous sommes plusieurs dans le silence intérieur. Il se passe aussi quelque chose quand je suis en silence avec une personne en qui je crois, qui va m'inspirer, me donner confiance. Cela peut être très puissant, c'est incontestable. Mais le problème, c'est quand j'en viens à croire, en plus, que cette personne est la source de l'expérience. Parce qu'alors, je deviens dépendant de cette personne. Je ne suis plus dans un mouvement de libération. L'expérience, qui est une expérience de liberté, devient une forme d'aliénation, source d'addiction. L'expérience de la liberté devient prisonnière d'un système de croyances. Et surtout, il se passe toujours quelque chose quand je suis en silence intérieur, que ce soit avec tel gourou ou juste sur ma terrasse ou sur un quai de métro. Voilà pourquoi le silence est libérateur : il ne dépend pas des circonstances et sa vertu propre me rend de plus en plus indépendant des circonstances. Au final, je me méfie des pseudo-théories sur la transmission d'énergie qui ne sont que des poncifs religieux qui ne disent pas leur nom. Il se passe quelque chose quand nous sommes ensemble en silence. Communier dans ce mystère. Ça me suffit. Les hypothèses électro-quantiques, je les trouve niaises, pour tout dire, presque des insultes à la beauté et à la puissance de l'expérience. C'est un mystère. Une communion contagion. Sa beauté vient de son côté sauvage. Et c'est très bien ainsi. Si on en fait un produit à l'image de l'électricité, on tue le mystère et on se retrouve avec la misère. - Artículo*: noreply@blogger.com (David Dubois) - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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NGC 7129 y NGC 7142 |

Esta imagen telescópica de campo amplio apunta a la constelación Cefeo y un intrigante apareamiento visual de la polvorienta nebulosa de reflexión NGC 7129 (a la derecha) y el cúmulo abierto NGC 7142. Los dos aparecen separados por sólo medio grado al firmamento, pero en realidad se encuentran a distancias muy diferentes. En primer plano, la polvorienta nebulosa NGC 7129 se encuentra a unos 3.000 años luz de distancia, mientras que el cúmulo NGC 7142 seguramente se encuentra a más de 6.000 años luz. De hecho, las extensas nubes de polvo que hay en primer plano enrojecen la luz de NGC 7142, lo que complica las exploraciones astronómicas del cúmulo. Sin embargo, se cree que NGC 7142 es un cúmulo abierto más antiguo, mientras que las brillantes estrellas incrustadas en NGC 7129 son quizá jóvenes de unos millones de años. Las formas rojizas alrededor de NGC 7129 están asociadas a los chorros energéticos que emergen de las estrellas recién nacidas. - Artículo*: Alex Dantart - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Frasco


"Se trata de cosas que han podido tener en otro tiempo un sentido profundo, a veces incluso un carácter propiamente ritual, pero que lo han perdido completamente debido a que han dejado de estar integradas en un conjunto tradicional, de manera que no son más que “letra muerta” y “superstición” en el sentido etimológico; no comprendiendo ya nadie su razón, son por lo demás, debido a ello, particularmente aptas para deformarse y mezclarse con elementos extraños, que no provienen sino de la fantasía individual o colectiva".

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LA ENSALADA Y SUS ADEREZOS

Existe la tradición entre la gente educada que para servir una ensalada en la mesa hay que ser por lo menos cuatro. “El más bueno le pone aceite”, “el más avaro pone el vinagre”, “el más sabio le pone la sal” y “el más loco le da vueltas”. No creemos que sea ninguna blasfemia decir que la ensalada representa a la Torah y los cuatro en cuestión a sus cuatro sentidos. Encontramos en la Torah, según la tradición, 613 preceptos. Cuando calculamos la guematria Shemi de Salat (סלט), “ensalada” nos llevamos la sorpresa de que también es 613: ס = 120 ל = 74 ט = 419 ———- 613 Comer ensalada sería como cumplir con los 613 preceptos, siempre y cuando esa ensalada sea la Torah. El sentido más grosero de la Torah, el literal o Pshat, estaría representado por el loco, que es aquel personaje que va dando vueltas sin rumbo por la vida, malgastándola: no profundiza, se queda en la superficie de las cosas. Por eso es el que da la vuelta a la ensalada. A pesar de todo ello, no hemos de despreciarlo: si no le diera vueltas nos encontraríamos con hojas de lechuga excesivamente saladas o sin aceite. Por esta razón (todos somos un poco como este loco) en los Pirke Avot (V-22) se nos recomienda: “Dale la vuelta, dale la vuelta otra vez, porque todo está en ella”. El avaro es el que pone el vinagre. Y es que mucho vinagre volvería agria la ensalada. En hebreo vinagre es Jometz (חומץ) de la misma raíz que el Jametz (חמץ) de Pesaj, la levadura, que según los cabalistas representa al Ietzer haRa, la Mala Inclinación. El tercer sentido lo encontramos en el bondadoso, que es el que pone el aceite porque el aceite representa la bondad, ejemplarizada en Aarón (Salmos CXXXIII-2): כשמן הטוב, על-הראש- ירד, על-הזקן זקן-אהרן: שירד, על-פי מדותיו “Es como el óleo precioso sobre la cabeza, el cual desciende sobre la barba, la barba de Aarón, que desciende hasta el borde de sus vestiduras”. Y el cuarto sentido, el Sod, secreto, es el que corresponde a la sal y al sabio (según algunas versiones al Justo, que al fin y al cabo es sabio). Podemos preguntarnos por qué. La respuesta es muy sencilla: la sal es el gran conservante natural. Los sabios y el secreto, el Sod, son los que conservan la Torah. Sod, el secreto y la sefirah de Iesod, el fundamento, corresponden al Tzadik, al Justo. A propósito del Justo podemos leer en el Zohar (I-82 a): “Y el mundo no se sostiene sino sobre un solo justo, como está escrito: «El justo es el fundamento del mundo» (Proverbios X-25) y sobre él descansa el mundo, y debido a él se sostiene, y sobre él se implanta”. Y, para concluir, así como en el centro de la Torah, en su interioridad más profunda, se halla el Sod, el secreto, en el centro de la palabra “enSALada” hallamos a la Sal. JULI PERADEJORDI - Artículo*: Zohar - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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El quinto caso es el pedir que llueva (al-istisqâ`). Esto es lo que se espera de la mayoría de los aspirantes (murîdîn) en su camino hacia Dios. Lo que se pretende con la oración de la lluvia es pedir la ayuda (gayz) de Dios en caso de extrema necesidad. Esta sunna solo se le exige al aspirante cuando está en una situación extremadamente grave, que es cuando se resiste la apertura espiritual. Se suele denominar el parón (waqfa). Si le afecta a alguno de ellos, se le resista el llegar al estado, se le haga difícil el camino o se detenga en un punto, lo que tiene que hacer es ponerse en manos de su imam, que es su maestro en la vía, para llevar a cabo esta sunna según precise la situación del murîd. La experiencia del maestro en este asunto es vasta: es a lo que llaman la ruptura de los hábitos (jarq al-‘âda) por lo que supone de transformación de los sus estados. [186] Es uno los actos más meritorios, especialmente en determinados momentos, una de las mejores maneras de acercarse, pues es un medio para retirar el velo. Por eso han dicho lo sufíes: “Quien no rompe con los hábitos de su alma, no desaparecerá para él la habitualidad (i. e., no ocurrirán milagros)”. Por eso algunos de los maestros lo han tomado como el principal recurso para sus métodos por los múltiples beneficios exclusivos que proporciona. Y es que Dios no se manifiesta a quien no ha transformado (yugayyir) su propia alma, tal y como ha dicho: “Ciertamente Dios no cambia la situación de un pueblo hasta que no transforman sus propias almas” (13:11). No cambia lo que tienen, su oscuridad por la luz, hasta que no transforman lo que hay en ellos de costumbres, de acomodamiento, de fama,… pues tienen mucha consideración por lo que han conseguido. Pero si desean la ayuda material, deben buscar la manera de transformarse a sí mismos, para mostrarle a Dios su situación y se apene por lo que les aqueja. Por eso se visten con ropa hecha jirones y andan descalzos, rezando y pidiendo con alharacas por las calles, con la ropa puesta del revés para dar pena y toda clase de actos humildes; todo ello para un fin contingente y material, que es la lluvia para que puedan sobrevivir las personas y puedan tener sustento. Entonces, ¿qués es lo que habrá que hacer por quien es el Eterno que nunca desaparece, el socorro espiritual que buscan los espíritus y por el cual brillan los cuerpos? ¡Por Dios! Están obligados a romper con sus hábitos, dejar sus apegos y transformar sus almas hasta que sus allegados los rechacen al quedar expuestos y en evidencia, solo los aguanten la gente del camino, como dijo el Sultán de los enamorados: Me desnudé ante ti, como es mi obligación Aunque mi entorno me rechace, así soy. No es de los míos quien censura mi desvergüenza. Irritado, me rechaza y me considera apartado de Ti. Los míos pertenecen a la religión del Amor, Les agrada mi desvergüenza y aprueban mi escándalo. Que se irrite quien quiera, salvo Tú. ¡Qué hay de malo si los más nobles de mi tribu lo aceptan! Los hechos de los sufíes son bien conocidos, como hacían caer sobre ellos la vergüenza, o se ponían a recitar en los zocos, o dejaban sus cabezas desnudas, o vestían los sayos remendados y muchas otras cosas de las que las almas huyen, hasta el punto de que llegan a decir de ellos que son unos locos o unos exhibicionistas, o cualquier otra cosa que no hace justicia a su estado. [187] Todo ello por el elevado de su aspiración y la búsqueda del Verdadero Dueño. Ojalá fueras dulce, pues la vida es amarga y fueras complaciente, pues lo hombres son rechazo Ojalá lo que hay entre los dos estuviese lleno de vida y entre yo y el mundo pura ruina Cuando el amor es firme, todo es fácil pues todo lo que hay en la tierra, tierra es Cuando su sinceridad con Dios es firme y cortan con todo lo demás, se derraman desde el cielo de lo no-manifestado significados que vivifican los corazones y disuelven las dificultades, pues cuando caen sobre la tierra de las almas, germinan las semillas adecuadas. “Y en la buena tierra germinan las semillas con el permiso de su Señor, y en la mala tierra no sale más que escasa” (7:58). Éste es el significado de la oración de petición de la lluvia, y Dios sabe más. - Artículo*: sidnur - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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28-El Progreso de Sendero en Sendero

Si uno observa los modos de proceder en estos cinco senderos y la manera en como uno viaja de un nivel del sendero al próximo encontraremos que a menudo, la transición en si misma de un sendero al próximo sendero toma lugar, cuando el meditador, el practicante está inmerso en una absorción meditativa. Hablando en general, entre los practicantes Bodhisattvas aquellos que son más inteligentes con una actitud o facultad mental superior Ellos, antes de generar la intención altruista de convertirse en seres completamente iluminados para el beneficio de todos los seres sintientes antes de lograr la Bodhicitta, Ellos logran el entendimiento de la vacuidad, la visión de la vacuidad cuando uno tiene un profundo entendimiento de la vacuidad esto también puede tener un poderoso impacto sobre la propia practica de tomar refugio en las tres joyas también puede llevar a la generación de una poderosa y verdadera renuncia, la aspiración de lograr la liberación, a cultivar una fuerte compasión. Así que vemos como, el entendimiento de la vacuidad refuerza muchos otros aspectos del propio sendero espiritual y de hecho los complementa - Artículo*: samsaraexit - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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jueves, 29 de agosto de 2019

ESE MOMENTO DEL AMANECER...

"Los primeros gorjeos de los pájaros al despertarse: «le point vierge» (el punto virgen) de la aurora, un momento de pavor e inefable inocencia, cuando el Padre abre en silencio sus ojos y ellos le hablan, preguntando si es el momento de «existir». Él les dice: «¡Sí!». Acto seguido, los pájaros, uno a uno, despiertan y empiezan a cantar. Primero los tordos y cardenales y algunos pájaros más - Artículo*: Manuel - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
"Los primeros gorjeos de los pájaros al despertarse: « le point vierge » (el punto virgen) de la aurora, un momento de pavor e inefable ...

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Religion et spiritualité

Ramana et Jackie. Simple. Une traduction des œuvres sanskrites de Ramana Maharshi paraîtra chez Almora l'an prochain. Ce travail m'a offert la possibilité de me replonger dans l'enseignement de Ramana, l'un des premiers sages sur ma route. Je l'ai rencontré quand j'avais 13-14 ans en 1985-86. Il reste remarquable par la simplicité, la clarté et le côté directe de son enseignement. De plus, Ramana est proche de nous dans le temps. Pourtant, son enseignement est interprété de façons complètement différentes. Il faut dire que Ramana ne voulait pas d'enregistrements ni de prises de notes sur le moment. La plupart des "dialogues avec Ramana" sont donc des notes prises de mémoire, après coup, et souvent via des "traducteurs" plus ou moins compétents, puisque Ramana, quoique parlant l'anglais, préférait s'exprimer en tamoule, une langue remarquablement difficile. Il faut garder tout cela à l'esprit quand on lit tel ou tel propos attribué au sage d'Arounâtchala. Quel est son véritable message ? Et donc, depuis le début, il y a en gros deux interprétations de Ramana : I - Le dévoiement religieux D'un côté, il y a ceux qui disent que l'essentiel chez Ramana était sa présence physique, seule capable de transmettre une mystérieuse énergie spirituelle. Selon le principal partisan de cette interprétation, David Godman, l'enseignement oral de Ramana est un amuse-gueule. Il faut absolument se mettre en la présence physique d'un être "réalisé", sans quoi on se retrouve bloqué sur son chemin intérieur. Pour lui, il faut pour ainsi dire recevoir des "injection" d'énergie pour progresser vers la réalisation. Celle-ci est comme une maladie qui se propage par contagion physique. Or, ceci implique que l'enseignement oral de Ramana était en quelque sorte faux, puisque Ramana affirmait qu'il n'y avait rien d'autre à faire que de retourner l'attention vers l'intérieur et plonger en soi. Mais la croyance au pouvoir des "saints" de transmettre une énergie qui agit comme une énergie physique est profondément ancré dans la psyché humaine. On la retrouve partout. Il suffit de toucher le sage pour recevoir sa sagesse. Ainsi dans le Banquet de Platon, Agathon veut s'asseoir le plus près possible de Socrate, espérant ainsi qu'un peu de la sagesse du mystérieux vieillard passera en lui. Mais Socrate reprend sa naïveté, en rappelant, comme Ramana, que la sagesse n'est pas comme de l'eau qui peut se communiquer d'un vase à un autre : la sagesse consiste à retourner son attention vers l'intérieur, vers la source de l'attention elle-même. Mais que peuvent les sages contre les clichés à propos de la sagesse ? Pas grand'chose, apparemment. Comme le cas de Ramana est récent, il est fascinant de voir comment ces croyances prennent le dessus sur le message de Ramana lui-même. Rares sont ceux qui mettent son enseignement en pratique. La plupart des gens qui vont à Arounâtchala, où Ramana a passé toute sa vie, y vont dans l'espoir de recevoir un peu de "l'énergie" du lieu. Rares sont ceux qui s’intéressent au message de Ramana. La plupart y vont pour recevoir leur dose d'énergie, pour alimenter leur chakras et relever leur fréquence vibratoire. Franchement, ils se foutent de ce que Ramana avait à dire. "Peu importe le flacon, pourvu qu'on ait l'énergie" est la maxime de ce consumérisme vaguement spirituel, mais exactement commercial. La spiritualité devient religion. On marche là où Ramana a marché, on touche ce qu'il a touché, on voit ce qu'il a vu, on refait ses promenades, on rencontre ses descendants, on visite sa chambre, on touche son lit, et ainsi de suite. Un culte prend forme. Son enseignement est récité comme un Mantra doué de pouvoirs magiques, de façon mécanique, sans en méditer le sens, et comme pour en cacher le sens. On se préoccupe plutôt de savoir si vous êtes végétarien, "pur", chaste, on veille à ce que les femmes soient du côté des femmes, les hommes avec les hommes ; il faut tourner dans le bon sens autour de la statue de Ramana. David Godman alimente ce mouvement en faisant croire que Ramana n'était qu'un corps transmettant une énergie, une sorte d'antenne, et que la proximité physique avec cette antenne est l'essentiel, alors que Ramana disait le contraire. C'est un peu comme ces gens qui prétendent enseigner la "lignée de la Pratyabhijnâ", alors qu'ils enseignent précisément le contraire de cette philosophie. Cela me frappe d'autant plus que Godman est un érudit de Ramana. Mais un érudit religieux. Il semble se tamponner de l'éveil spirituel. Il raconte maintes anecdotes autour de Ramana, à la manière d'un guide de Lourdes ou d'Assises. Il ne parle presque jamais du message de Ramana, et de moins en moins me semble-t-il. La religiosité, la simple foi en les vertus physiques supposées de Ramana et d'Arounâtchala, l'emportent peu à peu, inexorablement, sur la pratique simple conseillée par Ramana. Sous nos yeux, une spiritualité simple et indépendante est en train de devenir une religion comme une autre, avec ses rites, ses lubies et ses petites habitudes. Godman, "l'homme de Dieu", semble se ficher de Dieu, au fond. Il parle de Ramana comme ces érudits qui vous racontent pendant des heures les détails anecdotiques d'un Jean de la Croix, sans jamais mentionner l'essentiel, à savoir son "si tu veux être tout, renonce à tout" et chemine par le Rien. C'est fascinant : tout ceci, qui se veut une adoration de Ramana, est en réalité une trahison de Ramana. Voilà la religion : les gardiens du Temple qui deviennent des cerbères. Les anges tournent en diables. Bien sûr, toute religion n'est pas spirituelle à l'origine. Mais, même quand spiritualité il y a, elle se transmute en religion. L'unité devient dualité. La simplicité devient complexité. L'intime devient éloignement. L'accessibilité universelle se fait hiérarchie, prend de la distance dans un imaginaire qui éloigne la réalité immédiate au prétexte d'en célébrer la majesté. Terrible illusion. Force du collectif, des mécanismes de groupe. II - La fidélité au message A l'opposé de cette dérive religieuse, il y a les gens comme Michael James. Il est de la même génération de Godman. Il a vécu en même temps que lui à la bibliothèque de l'ashram. Mais pourtant, ils ont des interprétations bien différentes de l'enseignement de Ramana. James a appris le tamoule littéraire. Depuis sa jeunesse, il s'attache à la parole de Ramana, plutôt qu'à son apparence. Et il invite à écouter Ramana, plutôt qu'à contempler béatement ses photos dans l'espoir d'être sauvé. Et de fait, Ramana l'a répété encore et encore : Moi, Ramana, je ne suis pas cette personne que vous voyez ; aucun salut ne viendra de cette créature périssable ; le vrai maître digne de confiance, c'est la conscience que vous êtes, "je suis je", simple conscience de soi, retournement de la conscience vers elle-même. Cela seul est nécessaire et suffisant. Ramana n'était pas prosélyte. Mais il était clair : il n'y a qu'une seule méthode de salut, celle de plonger en soi, directement. Aucune source extérieure n'est nécessaire ni efficace. Vous êtes ce que vous cherchez. Il n'y a que la conscience qui puisse se retrouver. La conscience n'est pas une chose qui se montre. Elle ne peut donc se transmettre. Si Ramana ou un autre nous le disent, c'est parce que nous sommes extravertis. Nous regardons vers le dehors, alors la vérité nous apparaît au-dehors. Mais c'est impossible. La vérité est la conscience et la conscience ne peut être une chose, là, dehors. Alors comment ? Par la parole. La parole est la seule "chose" capable de pointer vers la Non-chose. C'est le propre du signe, d'être capable de "pointer vers", de se transcender. Voilà pourquoi Ramana mettait l'accent sur la parole. Il n'a jamais proposé de "transmission d'énergie". En revanche, il a écrit des textes et il a parlé. Cette parole est un pont vers la parole intérieure, indicible, inarticulée "je suis je", vers ce silence intérieur qui est, non pas l'opposé de la parole, mais son apothéose. Et alors, seule cette pratique du retournement de l'attention est nécessaire est suffisante. Et Ramana précise que le seul signe indicateur de progrès est le progrès dans la force de notre attention vers l'intérieur. Mais ce geste, si aisé quand on s'y adonne, est si fragile ! Il se perd aisément dans l'extérieur, comme une rivière dans les sables du désert... Pourtant, il n'y a pas d'alternatives. Aucune. Tant que l'on regarde vers l'extérieur, mille approches singulières sont possibles et légitimes. Mais le seuil est unique. Il n'y a que ce geste, si simple, de plongée en soi. Ici et maintenant. Ramana a affirmé, encore et encore, que tous peuvent accéder à cette pratique, pour peu qu'ils la...pratiquent. Que nous soyons purs ou impurs, éveillés ou endormis, réalisés ou ordinaires, tous nous pouvons plonger. Et il n'y a pas d'autre salut. C'est le message, si simple, des sages vrais. Comme dit James, si un vrai sage vous parle, il vous renverra vers l'intérieur. Il vous renverra à votre liberté. Les autres vous demanderons de faire ou de ne pas faire ceci ou cela. De vivre ainsi ou autrement. Autrement dit, ils nourriront la tendance à l'extraversion. Le vrai "sage" pointe vers le vrai sage : la présence nue. Chacun transposera selon ses préférences. Mais le fond est le même, évident, inévitable. Pour les citations de Ramana à l'appui de cette interprétation, vous les trouverez en anglais sur le site de Michael James et en français dans mon recueil de traductions qui paraîtra au printemps 2020 chez Almora. Bien sûr, Ramana était ancré dans ses particularités culturelles. Et cela compte. Mais l'essence est universel. Moi aussi je suis ancré. J'aime ma nature, mes paysages, les petites chapelles et les lumières de la Méditerranée. Mais l'essentiel est la lumière universelle qui éclaire ces singularités, qui les dépasse sans les nier. Ainsi tout est simple, clair et puissant. - Artículo*: noreply@blogger.com (David Dubois) - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Descubierta una referencia al Santo Cáliz de Valencia tres siglos anterior a la más antigua conocida


Una investigación de dos años ha conducido al profesor Gabriel Songel, catedrático de Diseño en la Universidad Polit&eacut...

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Frasco


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No es el tamaño; es la eficiencia

Artículo del blog Cierta Ciencia, de la genetista Josefina Cano, que recomendamos por su interés. Desde los inicios en la investigación de la inteligencia siempre se buscó establecer una correlación entre las diferencias inter individuales, medidas con div ... - Artículo*: - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
Artículo del blog Cierta Ciencia, de la genetista Josefina Cano, que recomendamos por su interés. Desde los inicios en la investigación de la inteligencia siempre se buscó establecer una correlación entre las diferencias inter individuales, medi

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M27: no es un cometa |

Mientras cazaba comillas en el firmamento de Francia del siglo XVIII, el astrónomo Charles Messier mantenía con diligencia una lista de las cosas que encontraba que, definitivamente, no eran cometas. Este es el número 27 de su ahora famosa lista de no cometas. Los astrónomos del siglo XXI lo identifican como una nebulosa planetaria, pero tampoco es un planeta, aunque con un pequeño telescopio lo parece. Messier 27 (M27) es un excelente ejemplo de nebulosa de emisión gaseosa creada cuando una estrella similar al Sol se queda sin combustible nuclear. La nebulosa se forma a medida que las capas exteriores de la estrella son expulsadas al espacio y los átomos excitados por la luz ultravioleta intensa pero invisible de la estrella moribunda generan un resplandor observable. Esta nube de gas interestelar bellamente simétrica, conocido popularmente como la nebulosa Dumbbell, tiene unos 2,5 años luz de diámetro y se encuentra a unos 1.200 años luz de distancia en la constelación Vulpecula. Este impresionante composición pone de manifiesto detalles de la bien estudiada región central así como características poco visibles y raras del halo exterior de la nebulosa. Incorpora imágenes de banda ancha y de banda estrecha registradas mediante filtros sensibles a las emisiones de los átomos de hidrógeno y de oxígeno. - Artículo*: Alex Dantart - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Le besoin d'incarner ?

hiéros gamos, nâdabindu Une question immortelle : "Pourquoi l'Un se multiplie-t-il ?" Si être absolument un, c'est être absolument simple, invulnérable, sans peur, complet et parfait, pourquoi la dualité, la séparation, la conscience et la souffrance ? L'Un est une conscience sans dualité, simple, une sorte de conscience inconsciente, donc. Ensuite viennent les problèmes. Mais cette sortie de l'état sans problèmes est elle-même un problème. Pourquoi quelque chose plutôt que rien ? Si les univers sont l'imaginaire de l'Un, pourquoi cet imaginaire ? L'Un ne le sait. Ou pas ? Il y a deux présupposés, deux options : soit vous considérez que la conscience est un malheur ; soit vous sentez que, même dans cette tragédie, il y a une beauté, une gloire à nulle autre pareille. Je considère que nous avons les deux : pendant le jour, l'aventure tragi-comique de la conscience. pendant la nuit, l'Un, simple, la conscience pure de toute conscience. Le beurre et l'argent du beurre. Le grand luxe. Il en va de même pour le dehors et le dedans : Le besoin de chercher dehors ce qui est dedans est très fort. "Très fort", car même quand je l'ai trouvé dedans, je continue à le chercher dehors. D'où vient que l'Un devient ? C'est que je crois que l'Un est désir. L'accident n'en est pas un. L'Un est conscience. Notez comme "désir" et "conscience" semblent inséparables. La nuit nous enseigne qu'il n'y a rien. Le jour complète : il y a tout. Mais que ce soit jour, ou nuit, il y a désir, conscience. Quand je fais l'expérience du désir de dormir, quitte à oublier mon empire et tout "ce qui compte plus que ma vie même", je fais l'expérience que le rien est, lui aussi, désir. Désir de rien, désir du rien, absence de désir, désir de l'absence de désir, désir d'en finir avec les désirs, désir de l'absence, désir d'en finir, désir de vide vidé des désirs : le sommeil inconscient déborde de désir ! Et puis le matin, désir des désirs, désir de remplir, d'être rempli, faim et soif, appétits et projects, projections et imaginations. Le jour et la nuit, l'Un et le Multiple sont deux moments d'un même Mystère, d'une même vie. Désirer choisir entre le jour et la nuit, entre le tout et le rien, le vide et le plein, c'est déjà un désir, mais incomplet, immature, dirai-je. Un désir en chemin. Quand je suis fatigué, je désire le Rien. Ma vie intérieure se tourne vers le silence. Quand je suis en pleine forme, je désire le Tout. Ma vie intérieure se tourne vers la vibration viscérale. Mais il n'y a pas conflit, juste alternance, balancement vertigineux. Le Mystère que je suis est bipolaire, qu'on se le dise. Mais alors, à quoi bon ? Quel est le bénéfice de la vie intérieure ? Son bienfait est une réconciliation : je ne vis plus l'alternance entre rien et tout comme un ballotement insupportable et absurde, comme un autosabotage ou une guerre intérieure, mais comme un balancement sacré, une respiration divine. La dualité est toujours là, car elle n'est pas un accident ! L'imaginaire est toujours là, car il n'est pas un accident. Le dynamisme, la dynamique, le désir, est toujours là, car "la conscience est une mer, et une mer n'est jamais dépourvue de vagues". Seulement, cette houle est vécue différemment. Reconnue comme ma nature, elle participe du Mystère, elle le dit., elle aussi, à sa façon. Il y a la parole du jour, du Tout, du Multiple luxuriant ; et il y a la parole de la nuit, du Rien, de l'Un sobre. Les deux moments se complètent, se disent mutuellement, s'appellent et se répondent. Réconciliation. Tranquille. A l'aise. Sans dilemme. Et c'est la vie, avec ses hauts et ses bas, ses guerres et ses paix, ses tensions et ses détentes, ses crispations et ses bâillements. Le besoin d'incarner n'est pas un accident. Et ce Tout et ce Rien accouplés se donnent ici, en cet instant même. Un silence absolu gros de tous les bruits. - Artículo*: noreply@blogger.com (David Dubois) - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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miércoles, 28 de agosto de 2019

SFDK, Puntos Lilas y el Culto a la Seguridad | UTBH


Soy UTBH y en este vídeo hablo sobre el comunicado del Festival BioRitme en relación a la actuación del grupo de Hip Hop SFDK, que se resistió a los cursos d...

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Novedades Aleteo de Mercurio

Presentacion de los cuadernos "La Máscara Real y su simbólica", "Las Diosas se revelan" y "Entre el No Ser y el Ser. Antología para hamacados" en la Biblioteca Pública Arús (Barcelona, 26 de octubre de 2017). A cargo de Mireia Valls, Lucrecia Herrera y Marc García. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Tres cuadernos Aleteo de Mercurio

Presentacion de los cuadernos "La Máscara Real y su simbólica", "Las Diosas se revelan" y "Entre el No Ser y el Ser. Antología para hamacados" en la librería Documenta (Barcelona, 17 de octubre de 2017). A cargo de Mireia Valls, Lucrecia Herrera y Marc García. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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La Colección Aleteo de Mercurio

Presentación de los dos primeros volúmenes de la nueva colección Aleteo de Mercurio de la Editorial Libros del Innombrable, titulados "La Máscara Real y su simbólica" y "Las Diosas se revelan". A cargo de Raúl Herrero, Lucrecia Herrera, Marc García y Mireia Valls. Alibri Llibreria (Barcelona), 8 de junio de 2017. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Neurological brain markers might detect risk for psychotic disorders

Help may be on the way for people who might lose contact with reality through a psychotic disorder, such as schizophrenia. People who may hear and see things that are not there could have symptoms of psychosis, better known as psychotic disorders. Now, researchers at the University of Misso ... - Artículo*: - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Dialogos en torno a "Las Siete Colinas de Barcelona"

Diálogos en torno al libro "Las Siete Colinas de Barcelona. Itinerarios míticos y simbólicos", de Mireia Valls con ilustraciones de Eulàlia García (Ed. Mediterrània). Biblioteca Pública Arús, Barcelona, 31 de marzo de 2016. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Las Siete Colinas de Barcelona

Acto de presentación del libro “Las siete colinas de Barcelona. Itinerarios míticos y simbólicos" de Mireia Valls, con ilustraciones de Eulàlia García (Ed. Mediterrània, 2015). A cargo de Mònica Estruch, Mireia Valls y el grupo teatral La Colegiata. En Alibri Llibreria, Barcelona, 12 de noviembre de 2015. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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La Barcelona Subterránea

Presentación teatralizada del libro "La Barcelona Subterránea", de Mireia Valls (Ed. Mediterrània), en la Biblioteca Arús de Barcelona el 4 de Abril de 2013. Con la colaboración del grupo teatral La Colegiata. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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El poder del simbolo

Organizado por el CES de Barcelona. En la Sala González Frías, sábado 21 de marzo de 2015. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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El Simbolismo de la Máscara Real

Revisitación teatralizada de la "Máscara Real" efectuada por los Colegios de artistas y Gremios de artesanos de Barcelona en 1759, un hecho histórico en el que los dioses del Olimpo y su séquito se revelaron a la Ciudad. Exposición del libro y los grabados que fueron impresos en 1764 para conservar la memoria de ese acontecimiento simbólico, que en esta ocasión se actualiza festivamente. Biblioteca Pública Arús, octubre de 2016. - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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El Simbolismo Precolombino, de Federico González

"El texto trata igualmente el tema de las sociedades arcaicas y tradicionales en general, haciendo énfasis en sus símbolos, y en su visión del cosmos, y equiparando el pensamiento precolombino con el de otras civilizaciones antiguas del mundo entero con el que guarda perfectas analogías en sus aspectos esenciales. Por eso es que se trata no sólo de un estudio particular de los símbolos propios del territorio americano, sino que también es un tratado sintético del tema de la Simbología en general, aplicable para una adecuada comprensión del pensamiento mágico y sagrado de los pueblos "primitivos" y de las grandes culturas tradicionales. Pero, como lo que hemos recibido son fragmentos muchas veces dispersos de esa cosmovisión, se hace necesario unirlos y reconstruirlos para que podamos aprenderlos y comprenderlos en su verdadera dimensión. En búsqueda de esta unión y reconstrucción, es que la obra establece relaciones simbólicas precisas tanto entre las variadísimas civilizaciones de toda América –de Alaska a la Patagonia– como entre éstas y otras sociedades tradicionales, utilizando un método de conocimiento sintético y directo que permite descubrir –pese a las diferencias formales– las identidades existentes en lo más esencial de todas". (Federico González) - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Las Utopias Renacentistas, de Federico González

"El libro 'Las Utopías Renacentistas. Esoterismo y Símbolo' de Federico González nos conduce ante el portal de una mansión ideal. Muchos pasarán por delante de él sin ni siquiera advertirlo y seguirán su paseo desorientado. Otros, menos, quizás repararán en su frontispicio pero al leer la palabra 'utopía' los cientos de prejuicios incrustados en sus mentes preprogramadas les harán alejarse con un gesto desairado. Tal vocablo les suena a fantasía, irrealidad, cuento, 'entretenimiento banal y snob' y claro, ellos, tan racionales y prácticos, no pueden perder un minuto en tales naderías. Unos pocos, atraídos por el vocablo 'Renacimiento' lo cogerán, correrán en abanico sus páginas y se tomarán la 'molestia' de leerlo y hasta incluso diseccionarlo, valorándolo desde su óptica académica historicista, literaria, artística o documental en la que, por supuesto, son especialistas. Toda esta galería de personajes nos es familiar, muy propia de la sociedad profana del mundo moderno, pero también muy afín a las miles de máscaras que todos portamos encima y que nos alejan de la posibilidad de aprehender la esencia de este libro. Mas permítasenos apuntar primero aquéllo que esta obra no es; no se trata de un estudio con fines eruditos, ni de una elucubración mental, ni de una fantasía o alucinación individual. No es uno de esos tantos escritos consumibles e inertes que se compran, se tragan y se abandonan por siempre más en una estantería. No es una evasión o escapatoria de la realidad. No se lo puede clasificar, ni encajar en un molde fijo, ni lleva etiquetado reglamentario de especialidad. Pero si vamos con una sincera intención de penetrar su sentido escondido, el portal de la mansión se abrirá. Si pedimos sin prepotencia comprender la esencia de cada una de sus páginas y nos entregamos a la labor de pasearnos por todas sus estancias, galerías y jardines, la intelección nos será dada. Y al traspasar el umbral, de entrada, su lenguaje evocativo nos despertará del sopor, agudizará nuestra percepción y, como mínimo, nos pondrá a pensar. Este libro rompe esquemas; es lúdico, creativo y recreativo, de amplio alcance y de posibilidades de aprehensión indefinidas. Escrito con una prosa poética que se ensambla con numerosas citas de autores antiguos, organiza un diálogo de seres que participan de un mismo punto de vista, de una unidad de pensamiento siempre liberador. En definitiva, una obra de arte para ser contemplada y para reconocerse en ella. Un ámbito de reunión de una entidad ligada por los lazos indestructibles del Amor al Conocimiento" (reseña de la obra por Mireia Valls). - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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Hermetismo y Masoneria, de Federico González

"Si este libro llega a las manos de algún hombre o mujer de nuestro atribulado mundo moderno que aún alberga deseos sinceros de búsqueda y de encontrar una salida de la cárcel en la que se halla prisionera su conciencia, tan caída en la materialidad, puede ser que empiece a vivir acontecimientos bien extraordinarios, sobre todo, si se sumerge plenamente en la aprehensión de sus capítulos, concentra todas sus facultades en lo que transmiten y se abre al influjo espiritual que vehiculan. Por lo pronto, descubrirá que en el Occidente moderno pervive milagrosamente una rama de la Tradición Primordial –la Tradición Hermética–, heredera, conservadora y transmisora de saberes cosmogónicos intermediarios entre la concreción sensible del mundo y la realidad supraindividual o universal del Ser, primera determinación del No-ser o de la Nada metafísica, que se ayuda de Hermes, deidad o energía intermediaria, para hacerse consciente en la interioridad del ser entregado al recuerdo de Sí-mismo. Y acaso de una manera extraordinaria y asombrosa, tal individuo accederá a un recorrido mágico-teúrgico e iniciático en el que, guiado siempre por la doctrina, copado por la gracia de la revelación, sutilizado cada vez más por los continuos desapegos, muertes y resurrecciones, impregnado de silencio y soledad y sumido en la meditación constante del corazón de los códigos simbólicos que propone esta Tradición, irá siendo conducido gradualmente, de eslabón en eslabón, a una toma de conciencia de la simultaneidad y jerarquía de los estados del Ser y de lo que constituye su verdadera identidad interior y suprahumana; esto es, se vinculará a una cadena áurea de iniciados bajo la advocación de Hermes, adentrándose en un sendero divinizante cuya meta es la 'Liberación' o la 'Identidad Suprema'" (reseña de la obra por Mireia Valls) - Artículo*: Revista SYMBOLOS - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas Pueblo (MIJAS NATURAL) *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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