Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

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Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
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La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
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Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

miércoles, 31 de enero de 2018

Giovanni Ponte, L’iniziazione massonica nel mondo moderno - VI - Alla ricerca dell’iniziazione effettiva

Giovanni Ponte L’iniziazione massonica nel mondo moderno - VI Parte 6 di 6 VI Alla ricerca dell’iniziazione effettiva * Nella presente serie di articoli, abbiamo tenuto a denunciare varie tendenze alla deviazione e alla sovversione che insidiano la Massoneria contemporanea. C’è però un dato di fatto che già di per se stesso dovrebbe imporsi all’attenzione di chi sia animato da una seria aspirazione iniziatica: l’iniziazione massonica è praticamente l’unica forma di iniziazione occidentale che, eccezionalmente e a dispetto di ogni avversario esterno ed interno, si è mantenuta diffusa ed accessibile nell’ambiente in cui viviamo. Anche in Italia vi sono attualmente parecchie migliaia di persone che hanno avuto accesso all’iniziazione muratoria, così come esistono parecchie decine di Logge in attività. Questo solo fatto non può certo essere casuale (come non è casuale ad esempio la circostanza che nell’opera di René Guénon la massima parte dei riferimenti specifici all’iniziazione riguardi appunto l’iniziazione massonica). E chiunque, nel mondo occidentale moderno, abbia riconosciuto il valore incommensurabile e definitivo dell’iniziazione, al di là dei limiti della vita e della morte umana, non può non essere indotto per lo meno a riflettere sulla portata della permanenza della Massoneria, anche se attraverso di essa si consideri soltanto la possibilità di ricevere un’iniziazione che, a motivo di condizionamenti estremamente sfavorevoli, rimanga allo stato virtuale nel corso della presente esistenza terrestre. Peraltro, beninteso, non intendiamo affatto affermare che sia ammissibile perseguire il legame iniziatico senza preoccuparsi delle circostanze e delle persone con cui può attuarsi. A questo proposito, anche nei casi in cui si abbiano ragioni di ritenere che si tratti veramente di iniziazione e non di ciarlataneria, è pur sempre indispensabile agire con la dovuta cautela e discernimento, per quanto è possibile a chi per definizione è ancora soltanto un profano. In effetti, il rapporto iniziatico comporta o dovrebbe comportare legami di una tale profondità e intimità che non si può certo procedere con leggerezza. E d’altra parte, dal punto di vista che qui ci interessa, non insisteremo mai abbastanza su quel presupposto di chiarificazione teorica in mancanza del quale non consiglieremmo di intraprendere assolutamente nulla 1. Vi è, a questo riguardo, una situazione che può apparire paradossale, ma a cui non si può sfuggire: nella presente confusione, prima ancora di diventare “apprendisti” nella via iniziatica dei “piccoli misteri” occorrerebbe avere già compreso e approfondito in una certa misura, sia pure soltanto teoricamente, la dottrina tradizionale, nella sua essenza metafisica e con una certa presa di coscienza della situazione cosmologica in cui ci troviamo. È questa, infatti, una condizione fondamentale per premunirsi (ammesso che ciò sia consentito dalle proprie qualificazioni) contro ogni sorta di pericoli di deviazione, e per ricercare poi una via che conduca verso la realizzazione iniziatica effettiva. Venendo a sfiorare qui il problema del passaggio dall’iniziazione virtuale a quella effettiva, nel quale è insito in fondo il compimento stesso della “Grande Opera”, dobbiamo dire che un argomento di tale natura non può certo essere adeguatamente considerato, se non all’interno della forma iniziatica di cui si tratta. Vi sono, però, alcune indicazioni di massima che pensiamo si possano esporre in questa sede. * * * È stato osservato che nelle condizioni attuali l’iniziazione muratoria, pur conservando i suoi riti e i suoi simboli, si presenta incompleta, e per così dire senza base e senza vertice, lasciando così spazio a determinazioni estranee alla sua autentica natura iniziatica. Quando si parla della mancanza di una base per l’iniziato massone dei nostri giorni, ci si può riferire all’assenza di base operativa del mestiere, che effettivamente, in condizioni più normali, era tale da ordinare praticamente l’attività quotidiana del “Libero Muratore”. Peraltro, occorre tener presente che il concetto di “operatività” non deve essere ristretto esclusivamente all’esercizio del mestiere. Ricordiamo, in particolare, che René Guénon, pur avendo messo in evidenza l’importanza rituale che ebbe il compimento di questo come di altri mestieri tradizionali, parlava della permanenza della possibilità di «un ritorno allo stato “operativo”» 2, senza che questo debba intendersi come un ritorno alla costruzione di edifici in muratura, e senza peraltro significare un’attività qualsiasi in senso profano. Vi sono dunque altri modi di “operatività”, nell’ambito che deve essere proprio all’iniziazione massonica a motivo della sua stessa natura, e ci basti aver indicato qui l’esistenza di questa possibilità. Sempre parlando di mancanza di base, nell’iniziazione massonica, ci si può inoltre riferire alla mancanza di una base religiosa o “exoterica”, tale da implicare anche una legislazione tradizionale suscettibile di regolare ritualmente la vita del Massone. È noto che i Massoni medioevali avevano normalmente la loro base religiosa nel cattolicesimo, come era espressamente affermato nei loro rituali, e c’è naturalmente da pensare che essi, in quanto iniziati, potessero allora realizzare in quei riti una dimensione più profonda di quella solitamente compresa dalla stessa gerarchia ufficiale del clero. D’altra parte, già ci siamo ampiamente soffermati ad analizzate la situazione dei rapporti fra iniziazione massonica e religione cattolica nel mondo contemporaneo, ricordando tra l’altro il giudizio negativo di René Guénon quanto alla possibilità che quest’ultima rappresenti oggi una base valida per una via iniziatica 3. Se poi si pensa che alle varie forme di protestantesimo non può essere riconosciuto nessun valore rituale tradizionale, bisogna ammettere che le affermazioni di René Guénon sulla «necessità dell’exoterismo tradizionale» pongono problemi che possono essere di ben difficile soluzione 4. Ed effettivamente, per chi non sia praticamente in grado di risolverli, vi sarà un’esigenza insoddisfatta e una situazione di incompletezza, della quale è peraltro meglio essere coscienti piuttosto che illudersi. Anche in questo caso, però, sarebbe certamente errato cedere allo scoraggiamento pensando che non vi sia nulla da fare, o addirittura rinunciando a perseguire l’ottenimento dell’iniziazione soltanto perché, dal proprio punto di vista del momento, non si veda il modo di rimediare a tale incompletezza. Del resto, anche in mancanza della partecipazione a un exoterismo religioso ed a una legislazione tradizionale, o in aggiunta ad essa quando tale esigenza venga soddisfatta, non bisogna dimenticare che nella stessa Massoneria attuale, nei suoi simboli e più esplicitamente in rituali comunemente diffusi, si trovano quanto meno direttive fondamentali che dovrebbero servire di base per l’orientamento della mentalità e del comportamento dell’iniziato, estremamente importanti anzitutto sull’arduo cammino di quella purificazione e “squadratura” della “pietra greggia” senza la quale non c’è la possibilità di compiere neppure i primi passi della via iniziatica. Si tratta di questioni anche elementari che troppi hanno l’abitudine di trascurare o disprezzare, talvolta perché si sentono ben al di là di insegnamenti di cui vedono solo l’aspetto “moralistico”, mentre in realtà si tratta di condizioni scomode ma, in concreto, “tecnicamente” indispensabili. * * * Veniamo ora alla questione in certo modo assai più ardua di quella che ha potuto apparire come una fondamentale carenza di vertice nell’attuale iniziazione muratoria, cercando di chiarire in che senso sia ammissibile tale giudizio e in che senso sia invece da rettificare. Non c’è dubbio che il vero vertice dell’iniziazione è la fonte stessa dell’influenza spirituale, la quale, rispetto all’individualità umana, si identifica essenzialmente al “Maestro interiore”; e, come scriveva René Guénon, «che sia o no un Guru umano, il Guru inferiore è presente sempre, dato che è una cosa sola con il “Sé” vero e proprio;... da questo punto di vista bisogna mettersi se si vogliono capire pienamente le realtà iniziatiche» 5. D’altra parte, il Maestro iniziatico umano è in fondo «la rappresentazione esteriorizzata e come “materializzata” del vero Guru interiore; e, se la sua funzione risulta necessaria, ciò è dovuto al fatto che l’iniziato, finché non è pervenuto ad un certo grado di sviluppo spirituale» (senza dubbio assai avanzato!), «è incapace di entrare direttamente in comunicazione cosciente con quest’ultimo» 6. È dunque naturale che l’aspirante all’iniziazione effettiva consideri di estrema importanza l’incontro con un autentico Maestro iniziatico umano, analogo appunto a quello che è il Guru della tradizione indù, con tutto ciò che questo comporta come impegno e sottomissione e come concretamento di un’apertura verso l’assimilazione dell’influenza spirituale 7. A questo riguardo, il contatto con la Massoneria ha potuto essere per taluni sconcertante e tale da produrre uno scoraggiamento che però in definitiva, benché comprensibile, non si può dire per questo giustificato 8. In effetti, nell’iniziazione massonica vi sono sì molteplici rapporti gerarchici funzionali, ma non c’è nulla che corrisponda al Guru 9 ed alla sua funzione esclusiva e globale per il discepolo. René Guénon ebbe cura di chiarire questo punto importante, parlando della “presenza spirituale” che, nell’iniziazione muratoria, ha come supporto una collettività articolata di Massoni ritualmente riuniti. Naturalmente, ciò comporta allora il problema di essere partecipi di un “lavoro collettivo” svolto da un insieme di Massoni sufficientemente omogeneo e ricettivo nei riguardi della “presenza spirituale”, senza interferenze che, in uno qualsiasi dei suoi membri, potrebbero impedirne l’efficacia nel lavoro iniziatico comune; mentre è oggi inevitabile che molto spesso si incontrino influenze profane d’ogni genere, tra le quali le peggiori sono proprio quelle che pretenderebbero di fornire una direttiva “esoterica”. Peraltro, a questo proposito, può essere anche molto importante tener presente che ogni Loggia svolge i suoi lavori iniziatici in modo autonomo, pur nel rispetto dei legami con gli altri membri della stessa organizzazione iniziatica, che tra di loro reciprocamente riconoscono tale autonomia. Riconsideriamo dunque la questione della mancanza o del ritrovamento d’un “vertice” nell’iniziazione massonica, potremmo dire, sotto l’aspetto sopra indicato, che si tratta appunto di realizzare le condizioni in cui la collettività di una Loggia sia realmente un supporto per un intervento efficace della “presenza spirituale”, destinata poi a operare in ciascuno secondo le sue qualificazioni ed il suo lavoro personale. Qualcuno ha voluto vedere in questa assenza di un’autorità centrata in un Maestro e nel suo insegnamento una ragione di superiorità dell’iniziazione massonica rispetto ad altre forme iniziatiche (particolarmente orientali), in quanto in tal modo la Massoneria non pone limiti alla ricerca dell’iniziato. Ora, questo potrebbe senza dubbio essere vero se il confronto avvenisse tra la situazione di un massone e quella di chi si ponga alle dipendenze di un “direttore spirituale”, fatto per scaricare su di lui il proprio lavoro interiore e di ricerca. Sennonché, dove realmente esiste, il Maestro iniziatico è tutt’altra cosa, conducendo in definitiva, sia pure attraverso le forme e le tecniche di ciascuna via iniziatica, proprio alla rottura di tutti gli equilibri parziali e al superamento di tutti i limiti. Ed è fin troppo facile che invece il compiacimento per l’assenza di limiti imposti alla libertà di ricerca di ciascuno nasconda la soddisfazione di potersi liberamente rinchiudere in pregiudizi e orizzonti in vario modo limitati. A questo punto, è necessario tener presente che la “discesa” della “presenza spirituale” nel lavoro iniziatico è coscientemente realizzata e pienamente efficace soltanto quando si tratti di iniziati effettivi già pervenuti ad un grado avanzato di sviluppo spirituale 10; mentre negli altri casi l’efficacia di questa presenza sarà di fatto condizionata dalle qualificazioni e dall’attitudine più o meno consapevole di ciascuno nei riguardi delle influenze spirituali e delle gerarchie iniziatiche che le mantengono nel nostro mondo. E forse non sarà inutile ricordare, a proposito di gradi e di gerarchie iniziatiche, certe distinzioni senza le quali sarebbero inevitabili gravi equivoci. Vi sono, nella Massoneria attuale, gerarchie ufficiali legate al tipo di organizzazione in “Obbedienze” (“Grandi Logge” o “Grandi Orienti”), che tendono a raggruppare tutte le Logge esistenti in determinate aree geografiche. Ora, questo tipo di organizzazione, con le cariche ad esso inerenti, se può indubbiamente presentare qualche vantaggio sul piano pratico, è però tipicamente moderno ed ereditato ad imitazione della Gran Loggia d’Inghilterra (paese dove del resto esistono ancora Logge “antiche”, di origine operativa, che alla Gran Loggia non hanno mai aderito 11). Ricordiamo che, in particolare, René Guénon fu molto esplicito su questo punto, insistendo sul fatto che la costituzione stessa della prima Gran Loggia rappresentò una vera e propria deviazione rispetto alla Massoneria operativa, «difetto originale che è in realtà quello di tutto il regime delle Grandi Logge, cioè della Massoneria speculativa stessa» 12. E neppure si può certo confondere la gerarchia spirituale con la successione degli “Alti Gradi” 13, che del resto non entra in considerazione in rapporto ai tre gradi fondamentali dell’iniziazione massonica. Non si tratta qui di negare che in tali “Alti Gradi” vi siano elementi simbolici e rituali validi, rielaborati e con mescolanze molteplici. Ma, senza voler minimamente infirmare il rispetto dovuto alle persone e alle loro dignità, intendiamo quello che è stato espresso nel modo più efficace da René Guénon quando scriveva: «Basta soffermarci un attimo sulle vestigia di iniziazioni che ancora sussistono in Occidente per rendersi conto di come certa gente, priva di “qualificazione” intellettuale, tratti i simboli proposti alla sua meditazione, e per essere certi che essi, qualsiasi titolo rivestano o qualsiasi grado iniziatico abbiano “virtualmente” ottenuto, non riusciranno mai a penetrare il vero significato anche solo di un minimo frammento della gerarchia misteriosa dei “Grandi Architetti d’Oriente e d’Occidente”» 14. Lasciando dunque da parte per quanto qui ci interessa tali forme di gerarchie e di gradi, restano da considerare anzitutto i gradi ed i rapporti funzionalmente validi all’interno di ciascuna Loggia, il cui pieno rispetto è in effetti fondamentale per lo svolgimento stesso dei lavori iniziatici, ed anche per evitare conseguenze pericolose e del tutto contrarie a quelle che un aspirante all’iniziazione effettiva si dovrebbe prefiggere. Peraltro, al di fuori e al di là delle funzioni esplicitamente stabilite, e indipendente dalle apparenze, vi sarebbe da considerare una gerarchia di gradi di realizzazione iniziatica effettiva; e la presenza attuale nel mondo di coloro che sono assimilati in tale gerarchia è della massima importanza, poiché essi adempiono a una funzione di fatto nell’aprire o mantenere aperti quelli che, in senso figurato, sono i canali attraverso i quali agiscono le influenze spirituali. Dovrebbe dunque essere evidente che la possibilità di un lavoro iniziatico collettivo, nell’iniziazione massonica, non significa affatto che venga elusa l’esigenza di un intervento, palese o ignoto ai più, di chi sia egli stesso un supporto cosciente dell’iniziazione effettiva, e tale da attivare un legame operativo che risale, in definitiva, al Centro spirituale del nostro mondo. Ci riferiamo, insomma a coloro che sono stati designati, dal punto di vista massonico, come i “Superiori Sconosciuti” 15. Sappiamo bene che si tratta di un argomento che dà luogo facilmente a fantasticherie e contraffazioni, ma ciò non toglie che le cose debbano essere concepite in questo modo per venire intese correttamente, e pensiamo che possa essere importante averne coscienza nell’orientarsi alla ricerca di una via iniziatica. Se ci riportiamo ancora a René Guénon (che osò consacrare un intero libro alla nozione del Centro spirituale supremo 16), troviamo l’affermazione che «nonci può essere nessuna organizzazione iniziatica pienamente degna di questo nome e con la coscienza effettiva del suo fine, senza che vi siano degli esseri che abbiano superato la diversità delle apparenze formali 17 al vertice della sua gerarchia» 18. Ecco dunque la condizione in virtù della quale la questione del “vertice” iniziatico ha effettivamente una possibilità di soluzione. Aggiungiamo che, se ci riferiamo ancora ai concetti esposti da René Guénon sulla Massoneria come valida iniziazione ai “piccoli misteri”, ne risulta (tanto per la Massoneria quanto per i singoli massoni) la permanenza della possibilità di attivare il legame d’origine di subordinazione ai “Grandi Misteri”, come pure, all’inverso, la possibilità di deviazione se e fino a quando tale legame non venga realizzato 19. Osserviamo ancora che, per René Guénon, la questione fondamentale di riattivare i legami con l’iniziazione effettiva era in pratica strettamente connessa con l’ottenimento dell’«aiuto dell’Oriente». E, appunto parlando della possibilità di un «aiuto dell’Oriente», lo stesso Guénon scriveva, in una sua lettera: «Quanto all’aiuto dell’Oriente... Per quel che riguarda la Massoneria, tutto dipende logicamente dal risultato che potrà essere ottenuto...» 20. In altre parole, vi sono risultati preliminari necessari ed ottenibili per rendere possibile un intervento delle influenze spirituali di cui l’Oriente resta il depositario integrale. Nello stesso tempo, contro ogni fallace “miscuglio” di forme tradizionali, René Guénon avvertiva che l’auspicato aiuto spirituale, per attuarsi all’interno della Massoneria, dovrebbe comunque realizzarsi senza “innestare” elementi di forme orientali, ma ridestandone, con l’appoggio dell’Oriente, le «tendenze spirituali addormentate» 21. * * * Non pensiamo di poter dare qui indicazioni più specifiche. Speriamo però che le nostre osservazioni, per quanto generiche, siano utili per qualcuno nell’orientamento della sua ricerca e nell’evitare errori ed equivoci. In ogni caso, vorremmo che chi è stato in qualche modo toccato dall’aspirazione all’iniziazione effettiva attraverso la Massoneria si rendesse conto dell’importanza incalcolabile di quello che è in gioco per lui nel cominciare a rimuovere o nel lasciare che rimangano gli ostacoli che impediscono un intervento efficace delle influenze spirituali. A questo proposito, ci piace ricordare una risposta di Marius Lepage a chi affermava l’impossibilità di opporsi alla decadenza della Massoneria: «Viviamo in anni in cui sempre più in fretta si oscurano tutti i principi spirituali che hanno sostenuto finora la sostanza del mondo; questo mondo crollerà presto... L’incomprensione degli uomini di fronte all’espressione umana del sacro è il segno più grave della prossimità della fine dei tempi. Perché affliggervi? Ciò che è deve essere, e tutte le cose concorrono al loro fine. La decadenza apparente di tutte le organizzazioni iniziatiche non è altro che l’effetto della corruzione degli uomini, sempre più lontani dal Principio, in che cosa questo ci può toccare, se siamo sicuri che questa fine di un mondo si integra nell’armonia universale e se abbiamo compreso l’insegnamento della “Camera di Mezzo”?... È in seno alle organizzazioni iniziatiche che, a dispetto delle loro deviazioni e della loro alterazione, si ritroveranno gli ultimi testimoni dello Spirito, coloro per mezzo dei quali la Lettera sarà conservata e trasmessa agli adepti a cui sarà affidato il compito di farla conoscere agli uomini di un altro ciclo. È anche per questo che non dobbiamo disperare: forse che sappiamo quando e come le parole che pronunciamo ridesteranno in qualcuno dei nostri Fratelli i centri sottili, facendo di lui un custode della tradizione?» 22. Nello stesso tempo, però, pensiamo che personalmente per ciascuno dovrebbe valere un detto orientale, da applicare all’impegno e al “timore” necessario nella via iniziatica massonica come in qualunque altra, che potremmo parafrasare così: come morto è chi non ha fede nella Verità; come morto è chi, avendo fede nella Verità, non la mette in pratica; come morto è chi, mettendola in pratica, non ha la retta intenzione; e, fino alla Meta, chi la mette in pratica con retta intenzione resta pur sempre in gran pericolo! (Fine) Tratto da: Rivista di Studi Tradizionali n° 37 APPENDICE Testo originale francese di estratti di lettere di René Guénon citate nel corso del presente articolo. Lettera del maggio 1935. (a proposito dell’iniziazione massonica e del Sufismo) «... Je dois ajouter qu’il n’y a d’ailleurs pas la moindre incompatibilité entre ces deux rattachements, et que, pour une même personne, ils ne sont nullement exclusifs l’un de l’autre... D’autre part la voie du Soufisme me paraît pouvoir mener plus loin que l’autre et donner des résultats plus sûrs, d’autant plus que, étant donne l’état présent de la Maçonnerie, ce dont je viens de parler aura forcément, dans une certaine mesure, le caractère d’une “expérience”. Pour ce qui est de l’aide de l’Orient, elle va de soi en ce qui concerne le Soufisme, et elle est en somme acquise par le fait même du rattachement à cette forme traditionnelle. Quant a la Maçonnerie, tour dépend logiquement du résultat qui pourra être obtenu par la constitution d’une Loge telle que celle qui est en projet... En tout cas, ce ne sont pas les Maçons qui doivent rejeter tout rite religieux, c’est la participation au rite catholique qui leur est refusée, ce qui est tout différent; il est du reste bien entendu que, pour d’autres rites également religieux, tels que les rites islamiques, il n’existe absolument aucune difficulté de ce genre». Lettera del 4 giugno 1938. «... Il doit être entendu que les relations entre des organisations appartenant à des formes traditionnelles différentes ne sont jamais “de droit” et ne peuvent pas avoir un caractère “officiel” si l’on peut employer ce mot en pareil cas. Même le fait qu’il y ait des membres communs peut n’avoir pas d’autres conséquences: ici, par exemple, il y a des membres de divers turuq qui sont Maçons en même temps, mais cela ne va pas plus loin et la Maçonnerie n’a pas pour cela le moindre appui des turuqcomme telles. Au surplus, il va de soi qu’une organisation ne pourrait demander un appui quelconque que si elle avait des résultats valables et sérieux à présenter». Lettera del 28 settembre 1933. «... Quant aux Loges dites “clandestines” en Angleterre, ce sont des Loges antérieures à la fondation de la Grande Loge et qui n’ont pas voulu s’y rattacher, mais ont continué a l’ignorer purement et simplement; il doit y en avoir encore 4 en activité». Lettera del 1° marzo 1934. «... Il est certain que les fondateurs de la Grande Loge d’Angleterre en ont dévié l’esprit, mais on ne peut cependant les considérer comme des usurpateurs purement et simplement, puisque antérieurement ils étaient eux-mêmes membres réguliers de l’ancienne Maçonnerie opérative. Celle-ci, si diminuée qu’elle ait été à cette époque, n’était pourtant pas éteinte, et elle ne l’a même jamais été, puisqu’elle existe encore actuellement... il y a aussi les grades écossais qui ont été institués surtout pour réagir contre l’intrusion de l’esprit protestant». Lettera del 10 novembre 1946. «... Il est très vrai que la Maçonnerie n’est liée à aucune forme exotérique déterminée et que, par suite, elle n’est incompatible avec aucune; mais d’autre part, elle constitue elle-même une forme initiatique bien définie, dans laquelle on ne peut pas, sans la dénaturer, introduire des éléments appartenant à d’autres initiations... on ne peut pas dire que la tradition hébraïque soit entièrement étrangère a la Maçonnerie, en raison du côté “salomonien” de celle-ci; il y a aussi un côté “pythagoricien”, qui, pour être moins apparent, n’est peut-être guère moins important, surtout sous le rapport de la filiation initiatique; mais ni l’un ni l’autre ne permettent évidemment d’opérer une “jonction” quelconque avec le Bouddhisme, pas plus qu’avec l’Hindouisme ou le Taoïsme. Si l’on veut réellement entreprendre de “revivifier” la Maçonnerie on ne peut en somme que chercher à restaurer ce qu’elle fut autrefois en tant que Maçonnerie opérative; tout le reste ne serait que fantaisie et risquerait même, en altérant son caractère propre, de lui faire perdre la valeur initiatique qu’elle garde même malgré tout». * Seguito degli articoli pubblicati nei numeri 26-27, 28, 32 e 35 di questa rivista. 1 Già in varie occasioni abbiamo avuto modo di parlare di come intendiamo questo presupposto fondamentale (cfr. ad esempio Il primo lavoro da compiere, nel n. 3 di questa rivista). A questo proposito pensiamo sia importante riferirsi al libro di René Guénon, Oriente e Occidente, parte seconda, cap. II (L’accordo sui principi) e cap. III (Costituzione e compito dell’élite). 2 Cfr. Aperçus sur l’Initiation (Considerazioni sulla via iniziatica), cap. XXIX: Opératif et Speculatif. 3 A questo proposito rimandiamo nuovamente alle citazioni riportate nel n. 23 di questa rivista, pp. 95-97. 4 È vero che, come scrisse ancora René Guénon, «la Massoneria non è legata a nessuna forma exoterica determinata, e quindi non è incompatibile con nessuna» (lettera del 10 novembre 1946). Però, nel caso degli Occidentali che già devono tener conto della situazione della Chiesa cattolica e della scomunica da parte delle sue autorità, occorre considerare anche la loro mancanza di adattabilità a forme tradizionali come quelle indù e estremo-orientali. In particolare, René Guénon fu esplicito su questo punto, soprattutto nella sua corrispondenza, sconsigliando costantemente agli Europei di intraprendere tentativi per accedere a forme estranee alla corrente tradizionale abramica, e aggiungendo anche che il passaggio al ramo islamico di quest’ultima non riguardava se non «casi eccezionali» (cfr. la documentazione citata da Giorgio Manara a pp. 66-71 del n. 31 di questa rivista, nell’articolo Difficoltà e possibilità per le donne occidentali aspiranti all’iniziazione). Secondo le sue parole, d’altra parte, «non è che i Massoni debbano rifiutare qualunque rito religioso», e, nonostante le ragioni che si oppongono ad una partecipazione dei Massoni ai riti cattolici, e «per altri riti ugualmente religiosi, quali i riti islamici, non esiste assolutamente nessuna difficoltà di questo genere» (lettera del maggio 1935, dove è affermata inoltre la piena compatibilità dell’iniziazione massonica non solo con la religione islamica, ma anche con il Sufismo: «non c’è» scriveva allora Guénon «la benché minima incompatibilità tra questi due ricollegamcnti iniziatici e, per una stessa persona, essi non sono affatto esclusivi l’uno dell’altro»). Accenneremo infine a una citazione significativa fatta dallo stesso Guénon a proposito di un «gran segreto di riconciliazione» tra Ebraismo, Cristianesimo e Islâm, facente parte dell’eredità spirituale dei Templari trasmessa ai Liberi Muratori attraverso legami «certamente più che “ideali”» (cfr. la recensione del libro di Andre Lebey, La Vérité sur la Franc-Maçonnerie par des documents, riportata nel primo volume di Études sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, pp. 107 e 108 della 1a edizione). 5 Cfr. Iniziazione e realizzazione spirituale, cap. XX, p. 174 (pp. 139-140 dell’edizione francese). 6 Ibidem. 7 Questa “assimilazione” potrebbe intendersi, a seconda dei punti di vista, nei due sensi reciproci: come assimilazione da parte dell’iniziato e come assimilazione dell’iniziato (o piuttosto della sua individualità) da parte dell’influenza spirituale, che del resto è egli stesso a dover attivare in sé; ma vorremmo aggiungere che ambedue questi punti di vista dualistici sono in fondo parziali e inadeguati ad esprimere il vero “segreto” iniziatico. 8 A dire il vero, tale scoraggiamento è dovuto talvolta anche al fatto di non trovare qualcosa che somigli a un “direttore spirituale” del tipo a cui accenniamo in seguito, il che farebbe pensare che le persone di cui si tratta si siano rivolte a una via iniziatica quasi per un equivoco sulle proprie aspirazioni. 9 In un certo senso, una funzione più simile a quella di un Guru poteva essere svolta dal Maestro del mestiere nei riguardi del suo Apprendista nell’antica Massoneria operativa, ma pur sempre con una portata fondamentalmente diversa da quella di un Guru o di un Maestro spirituale in un’iniziazione ai Grandi Misteri. 10 Cfr. R. Guénon, Iniziazione e realizzazione spirituale, capitolo XXIII, p. 195 (p. 256 del testo francese), dove si parla appunto del «lavoro di iniziati già pervenuti ad un grado avanzato di sviluppo spirituale, contrariamente» (e qui è ovvio il riferimento alla Massoneria) «a quanto ha luogo in quelle organizzazioni in cui il lavoro collettivo rappresenta la modalità abituale e normale fin dall’inizio»; «ma» aggiunge René Guénon «questa differenza non modifica minimamente il principio della “presenza” spirituale», restando inteso che questa, quantunque sempre ben reale, può allora non essere coscientemente realizzata. 11 Ci riferiamo a quelle Logge antiche delle quali è detto che «stanno lavorando da tempo immemorabile» («working from time immemorial»), e che hanno continuato ad ignorare l’avvenimento della fondazione della Gran Loggia d’Inghilterra (cfr. le lettere di René Guénon del 28 settembre 1933 e del 1° marzo 1934, citate nell’appendice di questo articolo). 12 Cfr. Études sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, vol. I, p. 133 della 1a edizione. Rimandiamo inoltre il lettore alle citazioni di tale libro riportate nel nostro articolo Un nuovo libro sulla Massoneria e il Compagnonaggio (nei numeri 14 e 15 di questa rivista); tali messe a punto ci sembrano importanti per collocare nella loro giusta luce e secondo il loro reale valore le questioni relative alle dispute e ai riconoscimenti tra le diverse “Obbedienze” massoniche, questioni che hanno suscitato nei mesi scorsi una particolare attenzione ed emozione a motivo del riconoscimento del Grande Oriente d’Italia da parte della Grande Loggia d’Inghilterra. Va da sé, per noi, la “regolarità” iniziatica non è certo subordinata a un riconoscimento del genere, essendo una realtà di natura essenzialmente rituale e non “amministrativa”. 13 Degli “alti gradi” massonici già abbiamo avuto occasione di parlare nel secondo di questa serie di articoli (cfr. nel n. 28, pp. 98 e segg.), e non ritorneremo qui sull’argomento. 14 Cfr. Il regno della quantità e i segni dei tempi, Introduzione, p. 14 della traduzione italiana. 15 Di come la questione dei “Superiori Sconosciuti” venne in luce particolarmente nella seconda metà del ‘700, e delle deviazioni e contraffazioni che apparvero a quell’epoca, già abbiamo parlato nel secondo di questa serie di articoli (Tentativi deviati, nel n. 28). Beninteso, però, tali deviazioni e contraffazioni (come ad esempio anche la cosiddetta “Gran Loggia Bianca” dei Teosofisti) non tolgono nulla della validità intrinseca di ciò che è stato designato con l’espressione di “Superiori Sconosciuti”, la cui esistenza quali uomini «viventi sulla terra nel senso vero e completo della parola» (secondo le parole di René Guénon) è anzi indispensabile per il mantenimento delle influenze spirituali e, in definitiva, dello stesso mondo umano. 16 Cfr. Il Re del mondo. Del resto, i riferimenti di René Guénon al «Centro spirituale supremo» nel nostro mondo sono abbastanza frequenti e necessari per inquadrare le questioni di ordine iniziatico in generale; ricordiamo in particolare l’articolo Les gardiens de la Terre sainte (cap. XI di Symboles fondamentaux de la Science sacrée) e i capitoli sui centri iniziatici, sulla nozione dell’élitee sulla gerarchia iniziatica (capp. X, XLIII e XLIV) in Aperçus sur l’Initiation(Considerazioni sulla via iniziatica). 17 Vorremmo insistere sul carattere “effettivo” di questo superamento; si tratta di esseri che, pur mantenendo un aspetto individuale nelle apparenze, hanno realizzato ciò a cui alludono, ad esempio, certe descrizioni taoiste, come quelle riportate anche da René Guénon nel VII capitolo (La risoluzione delle opposizioni) del Simbolismo della Croce; cfr. anche l’avvicinamento tra un testo taoista e un testo islamico a pp. 151-153 del n. 35 di questa rivista. 18 Aperçus sur l’Initiation (Considerazioni sulla via iniziatica), al termine del cap. XXXVIII su Rosa-Croce e Rosacrociani. 19 Su questo importante argomento, rimandiamo ai capitoli XXXIX, XL e XLI degli Aperçus sur l’Initiation: Grandi e piccoli misteri, Iniziazione sacerdotale e iniziazione regale (la cui traduzione è in corso di pubblicazione su questa stessa rivista) e Qualche considerazione sull’ermetismo. 20 Lettera del maggio 1935, di cui riportiamo in appendice un più ampio estratto dell’originale (argomento ripreso in una lettera del 4 giugno 1938: cfr. l’appendice del presente articolo). 21 Abbiamo tratto questa espressione da una recensione del dicembre 1949, riportata in Études sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage (vol. II, p. 174 della prima edizione), di cui citiamo qui più ampiamente il brano seguente: «... il ne faudrait pas oublier que la Maçonnerie est une forme initiatique proprement occidentale, et que par conséquent on ne peut pas y “greffer” un élément oriental; même si l’on peut envisager légitimement une certaine aide de l’Orient pour revivifier les tendances spirituelles endormies... mais c’est là un sujet sur lequel il y aurait beaucoup à dire et que nous ne pouvons pas entreprendre de traiter présentement». A questo proposito citeremo ancora la lettera del 10 novembre 1946, dove Guénon scriveva: «Se si vuole realmente intraprendere la “rivivificazione” della Massoneria, non si può che cercare di restaurare ciò che essa fu in quanto Massoneria operativa; tutto il resto non sarebbe altro che fantasia, ed anzi, alterando il suo carattere, rischierebbe di farle perdere il valore iniziatico che ha conservato nonostante tutto». 22 Cfr. Le Symbolisme, luglio 1946; riportiamo queste affermazioni per lo spirito a cui sono improntate senza soffermarci sulla forma un po’ discutibile di qualche espressione. ScienzaSacra - Artículo*: Pietro - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas y Fuengirola, MIJAS NATURAL *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
Giovanni Ponte L’iniziazione massonica nel mondo moderno - VI Parte 6 di 6 VI Alla ricerca dell’iniziazione effettiva * Nella ...

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