Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

miércoles, 29 de noviembre de 2017

Tullio Masera, «Medice cura te ipsum» - II - L’ agopuntura cinese

Tullio Masera «Medice cura te ipsum» - II – L’ agopuntura cinese (Segue) Un esempio classico di scienza tradizionale, rimasta, come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, pressoché invariata nella teoria e nella pratica, e in cui entrambe sono rigorosamente derivate, come applicazione, dai principi che reggono la tradizione stessa, è la medicina cinese. Ne parleremo estesamente in seguito, ma quello che ci interessa fin d’ora, è di farne rilevare le differenze dalle scienze nel senso moderno della parola, le quali derivano, come formulazione teorica, dai dati della sperimentazione, per cui risultano continuamente variabili, appunto come variabile e soggetta al divenire è la natura che esse studiano: parlare quindi di leggi e “principî” scientifici è un non senso, perché una legge o un principio veri sono tali soltanto se immutabili in sé, o in quanto traggano la loro realtà da una realtà di ordine superiore. È quindi opportuno, per potercomprendere nel suo reale significato e nella sua pratica clinico-terapeutica la medicina cinese, che ci si rifaccia alla dottrina tradizionale estremo-orientale, sia per quanto si riferisce al suo aspetto propriamente metafisico, sia per quanto si riferisce a quello più particolarmente cosmologico. Il Principio assoluto e incondizionato, l’insieme di tutte le possibilità è detto Tao. Se ci si limita a considerare le possibilità di manifestazione nella loro sorgente comune, questa vienedefinita Tai-ki, che è quindi il principio ontologico o Essere Puro, mentre al di là di questo possono essere considerate tutte le possibilità di non-manifestazione e quelle di manifestazione allo stato potenziale, a cui viene dato il nome di Wou-ki. Tai-ki è dunque il principio della manifestazione 1, per dare origine alla quale, peraltro, viene come a polarizzarsi in due altri principi, uno essenziale e uno sostanziale, che sono rispettivamente “Khien”, perfezione attiva, e “Khouen”, perfezione passiva, se visti dal lato del loro principio comune; dal punto di vista invece del manifestato abbiamo altri due principi che corrispondono ai precedenti, ma ad un grado minore di universalità, e cioè il cielo “Tien” e la terra “Ti”, corrispondenti rispettivamente ad un principio attivo e ad un principio passivo, o anche ad un principio maschile e ad uno femminile, e che sono in fondo il prototipo di tutti gli opposti. In definitiva i due principi Cielo e Terra, che sono rispettivamente il polo essenziale e il polo sostanziale della manifestazione, o se si vuole, per servirsi del linguaggio corrente per altro assai improprio, la componente spirituale e la componente materiale, sono le radici di questa manifestazione nella quale peraltro non intervengono direttamente essendo per così dire il limite delle loro tendenze rispettive. Nel manifestato, invece, a produrre tutti gli esseri concorrono altri due principî o “categorie” che corrispondono rispettivamente ai primi e che sono “yang”, insieme di tutte le tendenze attive, positive o maschili e “yin”, insieme di tutte le tendenze passive, negative o femminili. Simbolicamente questi due principi vengonoriferiti pure alla luce e all’ombra, al sole e alla luna e così via, e dal punto di vista cosmologico non possono esistere uno senza l’altro essendo anzi sempre presenti, in proporzioni indefinitamente variate, a costituire tutto quanto esiste. In fondo più che degli opposti possono essere definiti dei complementari, ed in effetti, nell’individualità umana, essi si dividono le diverse gerarchie delle funzioni organiche e, prima ancora, di quelle psichiche. Ripetiamo che il senso che attribuiamo a questa parola è indefinitamente più esteso di quello che ha nella psicologia e fisiopatologia correnti, per cui il termine “sottile” ci pare più adatto. Questo elemento sottile, che dal punto di vista della sostanza è considerato come facente parte dell’essenza, e dal punto di vista dell’essenza come appartenente alla sostanza (si badi che questo non è un gioco di parole, ma ha un senso preciso dal punto di vista della conoscenza vera), è un dominio che, puramente virtuale nell’uomo comune, è invece in atto nell’uomo primordiale o “uomo vero” detto nella tradizione estremo-orientale Tchenn-jen. In questi l’equilibrio delle due tendenze yine yang è perfetto e viene simbolicamente rappresentato da un cerchio all’interno del quale una sinusoide di lunghezza uguale a mezza circonferenza ne divide la superficie in due parti uguali, una scura rappresentante lo yin, e una chiara rappresentante lo yang; un punto bianco nella parte scura e uno scuro in quella chiara stanno a ricordare che di fatto, nel manifestato, lo yin e lo yang non possono esistere indipendentemente. Questa condizione di equilibrio perfetto è evidentemente impossibile a trovarsi “in natura” nelle attuali condizioni cicliche dell’umanità, in cui invece è sostituita da altre forme di equilibrio relativo. La rottura di questo equilibrio rappresenta “la malattia” secondo le concezioni della medicina cinese, ed il ripristino di esso è quanto si prefigge il medico cinese per ristabilire le condizioni di salute in un determinato individuo. L’organismo umano, sotto l’aspetto dell’anatomia descrittiva, non differisce evidentemente da quello che siamo abituati a conoscere. Quello che differisce profondamente è invece l’impostazione fisiologica, la quale, come abbiamo già detto, dando la supremazia assoluta alla componente sottile, considera le funzioni organiche sotto un aspetto energetico, per usare un termine preso a prestito dal vocabolario scientifico, anche dal lato macroscopico. Così i vari organi sono raggruppabili in due grandi categorie funzionali rispettivamente di carattere yin e di carattere yang che sono in genere in opposizione a due a due. In concomitanza con i vari organi in funzione si ha sulla superficie corporea uno “scorrere” di correnti “sottili” (il termine usato dai cinesi è “Tsri” che indica appunto le forze immateriali) secondo tracciati ben precisi e costanti che hanno lo stesso segno, yino yang, degli organi cui si riferiscono, e che subiscono fisiologicamente delle variazioni di intensità nel corso delle ventiquattro ore, delle stagioni ecc. 2. Volendo tracciare questi canali sottili, o all’occidentale “meridiani”, si può evidentemente far riferimento a punti di repere anatomici, benché sia da sottolineare che essi non seguono nessuna struttura anatomicamente nota, sia esso vaso sanguigno o linfatico o tanto meno filamento nervoso. Originariamente il loro decorso è stato precisato da chi era a conoscenza di quella che potremo chiamare fisiologia sottile, rispetto alla quale la fisiologia nota ai moderni non è che effettoria. Ogni meridiano risulta infatti dall’unione di punti la cui stimolazione mediante l’agopuntura ha degli effetti precisi sulla funzione organica che è in rapporto con quel meridiano, e consente quindi di modificarla quando essa sia patologicamente alterata. Abbiamo così i “punti acceleratori” che servono per tonificare un determinato organo, “punti frenatori” che servono per sedarlo, “punti sorgente” che ne regolano l’azione in un senso o nell’altro, oltre naturalmente a numerosi altri (punti di passaggio, di allarme, ecc.) la cui ripercussione non è qui il caso di analizzare. I canali sottili sono dodici 3 per lato del corpo ed in essi l’energia Tsri scorre secondo direzioni determinate che schematicamente, considerando un individuo a braccia levate, vanno dall’alto in basso per l’energia yang (il che è conforme ai modi dell’azione celeste) e inversamente per quella yin. Conformemente allo stesso simbolismo i meridiani yangcorrono sulla superficie esterna degli arti e quelli yin sulla superficie interna. Dal momento poi che i meridiani si raccordano fra loro (un yincon un yang e viceversa) si ha una vera e propria circolazione di energia Tsri. Il capitale di energia yin e yang che l’individuo può spendere durante il suo ciclo vitale è in parte di origine ereditaria, o se si preferisce genetica, ed in parte frutto degli scambi con l’ambiente, comprendendo in questa parola tutto quanto l’individuo riceve da esso dal punto di vista alimentare, gassoso e psichico (ivi compresa la componente sessuale). In questa concezione è pariteticamente risolta l’annosa controversia che divide i biologi in due campi opposti, cioè se l’uomo sia il prodotto dell’ambiente (vedi Pavlov e la scuola russa) o dell’ereditarietà (in genere le scuole biologiche occidentali). Parimenti i problemi della costituzionalistica, per cui da anni gli scienziati occidentali si arrabattano aggiungendo sempre nuovi parametri alle loro formule astruse nel tentativo di comprimere l’individuo entro gli schemi desunti dalla statistica, vengonorisolti e semplificati, nella concezione del complementarismo yin-yang, dal rapporto di due sole variabili. Nell’eziopatogenesi delle malattie, a parte le tendenze costituzionali sul cui valore è superfluo insistere, troviamoin causa gli errori alimentari (i cibi come ogni altra cosa sono a prevalenza yino yang e possono quindi contrastare con la costituzione del soggetto o con la sua disposizione momentanea), gli eccessi di qualsiasi natura, gli insulti climatici, e i miasmi in senso lato, in cui possiamo far rientrare le moderne dottrine infettive, benché i cinesi non abbiano mai parlato dei germi, la cui presenza in una malattia d’altronde può essere vista benissimo soltanto come causa seconda 4. Le malattie sono anch’esse catalogabili in due gruppi yin e yang a seconda dell’andamento, dell’intensità dei sintomi ecc. La malattia yang è quella a rapida insorgenza e con sintomi imponenti e decorso rapido (in clinica medica si direbbe acuta) mentre la malattia yin è adinsorgenza subdola, sintomi poco evidenti, decorso lento (i clinici la definirebbero cronica o cronicizzante); è evidente inoltre che sono possibili tutte le forme di passaggio e le combinazioni delle due. Dal punto di vista semeiologico, ossia della raccolta dei sintomi al fine di far la diagnosi della malattia, conta molto l’osservazione dello stato generale del paziente, depressione, irrequietezza, prostrazione ecc., la quale permetterà una prima classificazione, che verràconfermata, o parzialmente corretta, dalla raccolta di altri sintomi: la vascolarizzazione della cute e mucose visibili, che potrà indicare la malattia yangin caso per esempio di congestione attiva, oppure yin ove sia presente stasi, cianosi ecc.; la superficialità o profondità del respiro; la palpazione dell’addome, che permetterà di rilevare lo stato degli organi che vi sono contenuti e che sono la maggioranza, tensione, consistenza, ecc. Lo scopo è sempre soltanto quello di arrivare ad una sistemazione noseologica della forma morbosa in atto in una delle due grandi categorie, il che è essenziale, stante che da essa dipendono strettamente la prognosi e la terapia 5. Non è facile per un medico abituato ai normali schemi della clinica medica arrivare con precisione a questa classificazione senza la comprensione profonda dei concetti sottintesi dai due termini yin e yang, che può essere data solo da una visione molto più ampia della realtà. La difficoltà diventa poi veramente notevole quando si arrivi all’esame del polso che è il fondamento semeiologico della medicina cinese e che, se correttamente eseguito da un medico esercitato, è in grado, da solo, di portare alla diagnosi. Il polso abbiamo detto, ma sarebbe meglio dire “i polsi”, in quanto i cinesi ne distinguono diversi, ognuno dei quali corrisponde ad un organo determinato, di cui in certo qual modo costituisce la spia. Intanto dal punto di vista della dislocazione sono da considerare tre polsi sull’arteria radiale di destra e tre sulla radiale di sinistra. Inoltre ogni polso può essere palpato superficialmente o in profondità (cioè con leggerezza o con forza) oppure adun livello intermedio 6 fra le due, il che moltiplica ancora il loro numero e quindi quello degli organi che loro corrispondono. Per chi si prendesse la briga di eseguire delle moltiplicazioni e constatasse quindi la non corrispondenza numerica fra tutti gli organi che il corpo umano conta dal punto di vista anatomico, e il numero dei polsi 7, ricordiamo che la medicina cinese ha soprattutto in vista la funzione e che questa quindi può essere svolta in modo associativo, e per di più che certi organi, oltre alla funzione che i moderni sono abituati ad attribuir loro, possono averne anche un’altra che corrisponde alla localizzazione di centri “sottili”, rispetto a cui quelli che ai moderni sono noti come centri e sedi di funzione non sono in realtà che degli effettori. La milza, ad esempio, è la sede del pensiero razionale, il fegato del subcosciente, e il cuore dell’intelletto. Quest’ultima localizzazione, che si riferisce ad una facoltà che trascende l’individuo come tale, corrisponde esattamente a quanto è concordemente affermato da tutte le tradizioni ed è naturalmente da interpretarsi in senso simbolico. L’elenco potrebbe essere continuato, ma ci pare inutile farlo in questa sede; ritornando invece ai polsi, questi, dopo essere stati esaminati topograficamente per la localizzazione dell’organo o degli organi alterati, devono essere indagati qualitativamente affinché l’alterazione organica possa essere rilevata e quindi classificata come yin o come yang. Infatti le caratteristiche del polso, che può essere duro o molle, celere o tardo, ampio o stretto, frequente o lento, ritmico o aritmico ecc. sonole ripercussioni delle diverse condizioni in cui un organo può patologicamente trovarsi: a polso ampio corrisponde organo pieno, iperattivo, a polso stretto corrisponde atonia, ipoattività; una frequenza regolare indica una normale funzionalità, uno stato di equilibrio, mentre le aritmie stanno ad indicare vuoti di energia e distonie funzionali; e così via. In ogni caso, una volta arrivati alla diagnosi, si tratterà di svolgere un’azione specifica sugli organi lesi al fine di ripristinarli nelle condizioni primitive e questo potrà essere fatto agendo a distanza sui punti Tsiue del meridiano corrispondente, mediante la puntura con appositi aghi. Caso per caso, in rapporto con l’età, la costituzione del soggetto, il tipo della malattia, la sua durata e le condizioni ambientali, verrà stabilita la profondità, la frequenza e la durata delle punture, tenendo anche conto che una malattia yangpuò sì essere prodotta da un eccesso di yang ma altresì da un difetto di yin che condiziona nello stesso senso lo squilibrio energetico. Inoltre anche il momento della puntura è da scegliere tenendo sempre conto del simbolismo yin-yang: infatti l’orientamento energetico generale e dei singoli organi è variabile secondo le stagioni, il tempo atmosferico, l’umidità, ecc. Da ciò si vede come in una scienza tradizionale il punto di vista macrocosmico e quello microcosmico si leghino strettamente a costituire un tutto inscindibile. Quanto abbiamo detto finora dovrebbe essere sufficiente a far capire che la medicina cinese è, senza paragoni, la più personalizzata che esista, stante che tiene conto di tutti i fattori, ambientali e individuali, psichici e fisici che determinano, non la malattia, ma l’individuo malato; e inoltre che la considerazione di tutti questi fattori, e la possibilità di modificarli in rapporto ad un soggetto determinato, permette di svolgere con successo una vera e propria azione medica preventiva 8. Ma a proposito dell’agopuntura è ancora da notare che questa non può essere effettuata con degli aghi qualsiasi: infattianche i metalli che li costituiscono sono divisibili nelle due grandi categorie yang e yin, la cui azione è evidentemente antagonista, eccitatrice la prima, sedativa la seconda. Al primo tipo appartengono i metalli gialli o rossi o solari il cui prototipo è l’oro; al secondo quelli bianchi o lunari il cui prototipo è l’argento: evidentemente i migliori risultati si ottengono appunto con aghi d’oro e d’argento. È da notare che tutte le volte che, specie dagli occidentali poco propensi per costituzione a fare delle distinzioni di ordine qualitativo, è stato tentato di usare degli aghi qualsiasi 9, fidando solo sulla puntura in sé, i risultati sono stati quanto mai deludenti; ma malgrado ciò i tentativi di tanto in tanto si ripetono, perché per essi è troppo difficile ammettere che, oltre alla loro scienza, esistono altre scienze diverse, i cui metodi non si fondano sulle normali leggi fisiche. Per essi l’unica spiegazione della realtà è quella che se ne danno, e se qualcosa sfugge ai quadri che si sono prefissi, tanto peggio per questo qualche cosa. Ma nel caso della medicina cinese ciò riesce loro assai difficile perché i risultati ne sono fin troppo evidenti; e le statistiche delle guarigioni parlano talmente in suo favore, che perfino nell’attuale Cina di Mao Tse Tung le gerarchie comuniste sono state costrette a mantenere la medicina tradizionale accanto a quella moderna, con quale piacere è facile immaginare per i gialli custodi del materialismo storico. Perchè la medicina tradizionale è una smentita vivente a questo materialismo, sia esso filosofico o scientifico. Infatti, dato che i risultati terapeutici sono ben constatabili ed innegabili, bisogna concludere che essa si fonda su dei presupposti valevoli. Ora, o questi sono di ordine materiale, e allora bisogna ammettere che l’anatomia e la fisiologia come le conosciamo non sono che l’espressione di una delle tante possibili connessioni interorganiche, e in ogni caso non l’unica spiegazione del corpo umano, e che quindi tutta una trama di ordine materiale sfugge all’indagine dei moderni strumenti di misura (il che sarebbe un bello smacco per la sicumera dei nostri scienziati); oppure, ed è quello che abbiamo cercato di spiegare finora, esiste un’altra fisiologia, al di fuori dell’ambito puramente materiale, che è la causa (anche se non la causa prima) di tutti i fenomeni che si svolgono a livello fisiologico ordinario. Questa fisiologia sottile, fa parte del dominio psichico dell’individualità umana, ed è un vastissimo mosaico che la scienza moderna, con la psicologia, la psicanalisi e la cosiddetta metapsichica da una parte, e i rappresentanti delle varie correnti cosiddette neospiritualistiche, spiritisti, antroposofi, teosofi e altri sedicenti ricercatori dell’occulto dall’altra, cercano di indagare riuscendo a mala pena adintravederne una faccia. La prima, con l’applicazione della ricerca induttiva e quantitativa che ne assicura in partenza il fallimento, tenta di ridurne la fenomenica al materialismo più banale; i secondi, con l’empirismo più pericoloso (perché non si toccano impunemente certe cose senza conoscere veramente un’altra realtà che le supera e le compendia) si illudono di avere a che fare con il dominio spirituale, anzi di averlo “realizzato”. Mentre invece con questo dominio sottile, che è stato anche giustamente chiamato “mondo intermediario”, si è ancora ben al di fuori del dominio spirituale vero e proprio (che sarebbe meglio chiamare metafisico perché veramente al di là della fisica) in cui risiedono le cause prime. Abbiamo voluto insistere su questoargomento per cercare di far capire al lettore in quale dominio agisca la medicina cinese, e come quest’azione, pur non svolgendosi a livello delle cause prime, sia pur sempre causale rispetto alla medicina di oggi che, essendo applicata solo a livello degli effetti ultimi, è al massimo da considerarsi come sintomatica. E inoltre che, il dominio sottile facendo parte integrante con il dominio corporeo dello stesso gradino dell’esistenza universale, cioè del piano umano, un’interazione fra i due possa essere esplicata, purché sia rispettata una metodica precisa che, come nel caso della medicina cinese, è stata precisata dai detentori della conoscenza vera. Metodica che è in riferimento con leggi determinate, che a rigore potrebbero essere dette fisiche, essendo la natura il loro punto di applicazione, a patto appunto di considerare la fisica nel senso che le attribuivano i Greci e non nell’accezione ridotta che ha nella scienza moderna. In ogni caso la medicina cinese, considerata solo dal punto di vista più esteriore dell’attitudine a guarire, esce vittoriosa dal confronto con la medicina di oggi e inoltre, fin dai suoi albori, e ciò in linea con tutto quanto è tradizionale, aveva già compendiato e risolto, nel suo punto di vista sintetico, tutta la molteplicità di tendenze in cui la biologia si trova divisa. Abbiamo visto come la concezione dello Yine Yang consenta di risolvere i problemi più disparati che possono porsi al medico moderno: dalla costituzionalistica ai bioritmi organici, dall’igiene alimentare a quella ambientale, dalla patologia organica a quella psicosomatica e così via, senza che questo obblighi a dividere l’individualità in una congerie di pezzi (come succede ora con il pullulare delle branche specialistiche) da cui risalire all’unità individuale è spesso difficile se non impossibile. Ma anzi, tenendo conto di tutti questi elementi, abbia in vista soltanto l’insieme uomo, non come elemento statistico, ma come individuo determinato e perciò diverso da tutti i suoi simili. Ma vi è un altro punto di vista che è doveroso prendere in considerazione: che la medicina cinese, come ogni altra scienza tradizionale, ha in sé gli elementi simbolici atti a consentire, a chi la esercita nel quadro della tradizione taoista con intenti, oltre che pratici anche veramente conoscitivi, di servire da base adeguata all’inizio della sua Realizzazione personale. Come per i suoi malati il medico cinese cercherà di ripristinare l’equilibrio relativo della salute, così per se stesso egli cercherà di ottenere quell’equilibrio interiore reale che corrisponde alla realizzazione della condizione di Tchenn-jen o Uomo vero, che è il punto di partenza per quel processo di conoscenza vera degli stati superiori dell’essere che culmina nell’identità con il Tao, cioè, nella condizione di Cheun-jen o Uomo trascendente. Questo punto di vista di iniziazione di mestiere o di arte era ben noto nell’antichità, anche occidentale, ed è forse questo il senso profondo che si deve attribuire alla frase evangelica: «MEDICE CURA TE IPSUM». Tratto da: Rivista di Studi Tradizionali n° 5 1 Termine che implica un concetto più vasto e più completo che non quello di “creazione” caratteristico della Tradizione Abramica (Giudaismo, Cristianesimo, Islâm). 2 Bioritmi ante litteram. 3 Ci sono inoltre dei canali accessori che rappresentano come deicorto circuiti fra i primi. Bisogna anche considerare altri due canali che scorrono lungo la linea mediana del corpo. 4 Claude Bernard diceva: «Il microbo è molto, ma il terreno è tutto» edin effetti di fronte ad una stessa noxa microbica c’è chi si ammala e muore, chi si ammala soltanto e chi non si ammala per niente. A chi facesse questione di “carica” batterica citando l’altissima mortalità delle epidemie (a parte il fatto che il ragionamento precedente vale lo stesso) ricordiamoche l’agopuntura cinese, per esempio, ha un effetto pressoché immediato su qualsiasi caso di colera. 5 Abbiamo volutamente ristretto il campo terapeutico della medicina tradizionale cinese alla sola agopuntura benché essa sia ricca di altri presidi di ogni genere. 6 Questo livello intermedio non si ricerca per tutti i polsi; ma qui come in altri punti del presente articolo abbiamo cercato di semplificare dato che esso si rivolge ad un pubblico non specializzato. 7Generalmente se ne considerano quattordici che corrispondonoquindi ai meridiani. 8 Nei tempi andati il medico cinese percepiva un onorario fintantoché il suo cliente stava bene, cessando invece di essere pagato al momento in cui questi si ammalava. 9 Per tacere di tutte le altre condizioni cui abbiamo accennato. ScienzaSacra - Artículo*: Pietro - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas y Fuengirola, MIJAS NATURAL *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
 

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