Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

jueves, 13 de abril de 2023

Ribelli di corte


Ribelli di corte

Il ribelle è non solo quello che non si sottomette e non cede, ma anche colui che insorge e si solleva, adottando un comportamento attivo al fine di modificare una determinata condizione:  politica economica o genericamente esistenziale. Un’infinità di eventi storici hanno avuto per protagonisti figure che si sono rivoltate contro il potere costituito, pagandone in prima persona le conseguenze, anche con la vita. E si potrebbe facilmente dimostrare che ad epoche di saldi principi e di governi forti sono corrisposti degni e fieri oppositori, in un vero e proprio scontro fra uomini di valore. Così come, invece, in ogni epoca di decadenza, all’abbassamento del livello da una parte è corrisposto un altrettanto degradato spessore umano dall’altra parte; quasi a voler rappresentare le due facce di una stessa medaglia, coniata in un vile metallo di scarso valore. Insomma: a grandi tiranni, grandi oppositori!

Ma nell’attuale pantano democratico la fisiologica (e spesso salutare) dialettica del confronto fra potere e opposizione è stata soppiantata da un singolare fenomeno, dove si assiste alla sfilata di poco credibili ribelli, i quali si muovono comodamente attrezzati e perfettamente a loro agio all’interno dei recinti del potere costituito. Eunuchi e cicisbei che vengono contrabbandati per modelli di virilità, e sguaiate meretrici che assurgono a prototipo di femminilità: come la teppa sanremese e televisiva ci dimostra giornalmente.

Finti rivoluzionari da operetta e da palcoscenico, imbolsiti e svigoriti dall’età, oltre che dal prolungato abuso di strane sostanze, che già inneggiarono ad una “vita spericolata”, i quali se la sono fatta letteralmente addosso per un virus diventato letale solo perché dotato di un efficace ufficio stampa. A cui sono ora subentrati altri emuli rocchettari di successo — eunuchi al punto giusto e cicisbei quanto basta — che hanno raggiunto un riconoscimento internazionale, rimanendo comunque un chiaro fenomeno mediatico creato a tavolino; i quali, con grande sprezzo del pericolo, hanno l’ardire di insultare (in conformistica e numerosa compagnia) Putin nei loro concerti.

Non meno conformisti ed allineati, del resto, risultano i “rivoluzionari” del clima, ultimi arrivati sul fronte protestatario, applauditi e foraggiati da quello stesso sistema capitalistico-industriale che ha determinato gli odierni disastri ambientali. Questi si cullano nelle loro certezze, senza che nemmeno li sfiori il dubbio che, a suo tempo, assalì i comunisti applauditi dalla borghesia! Essi, di fatto, risultano pienamente funzionali e contigui ai soliti speculatori dell’alta finanza, i cui piani, riforme e “agende” aleggiano minacciosi sulle loro vuote testoline, troppo impegnate ad individuare spezzoni di bellezza da imbrattare, per rendersi conto del vero ruolo che gli si fa svolgere. Ma il fenomeno aveva avuto “illustri” precedenti già nei centri sociali dell’ultra sinistra, nonché nella meteora delle effimere “sardine”.

Tutti costoro, paragonabili a quella che un tempo fu l’opposizione del re e ai buffoni di corte, da bravi ribelli autorizzati e certificati sono regolarmente lisciati nel verso giusto e amorevolmente coccolati dagli spacciatori mediatici di “stati d’animo”; ritrovandosi a scodinzolare intorno al tavolo dove banchettano i potenti, per ricavarne qualche osso spolpato malamente, pensando così di fare qualcosa di utile e di grande, per se stessi e per l’intera umanità. Segno inconfondibile di una ipnosi collettiva, della totale perdita di ogni capacità critica, e dell’assenza di qualunque contatto con la realtà.

In questo catalogo di umanità varia (e avariata!), fondamentalmente, si nota l’assenza assoluta di un punto di riferimento, non solo spirituale (a parte il ridicolo conferimento del dottorato onorario in teologia all’attivista “climaterica” Greta Thunberg), ma nemmeno c’è traccia di una qualche elaborazione politica e culturale autonoma e approfondita, riscontrandosi semmai una ripetizione monotona e fastidiosa di striminziti slogan, recitati da elementi smartofonati quanto basta per mantenersi in continua connessione con la centrale mondialista (cioè gli USA) del politicamente corretto, dell’inclusività di genere e dell’antirazzismo a buon mercato, veicolate delle scomposte acrobazie linguistiche postumane, ultimamente tanto di moda.

Tuttavia, non va trascurato il fatto che tali marionette sono, volenti o nolenti, avviati sulla via del male e su un “sentiero del disonore”, pronti a compiere anche azioni nefaste, muovendoli un disinteresse di tipo oscuro e un’impersonalità tenebrosa, anticamera di stati psichici fortemente negativi, in cui l’unità della persona può arrivare a sciogliersi nell’infraumano e in stati di esistenza larvale. Condizione del tutto opposta, com’è facile intuire, a quella che si fonda invece sul rifiuto attivo del mondo moderno, che è possibile riscontrare solo in coloro che, aspirando alla trascendenza e operando incessantemente per svincolarsi dai legami fisici e psichici dell’ego, si mantengono saldamente fedeli ed ancorati ai principi perenni ed immutabili della Tradizione.

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