Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

martes, 15 de abril de 2025

Il moto circolare


Il moto circolare

 

In un libro che Gaetano ci regalò tanti anni fa, e solo di recente preso in mano, essendo rimasto a lungo relegato in uno scaffale della libreria (un “cimitero” simile a quello dove vengono deposti gli allegati della posta elettronica, a futura memoria!), troviamo una frase sorprendente e, allo stesso tempo, rivelatrice, che abbiamo letto e interpretato come un suo messaggio personale e una sua diretta sollecitazione: sentendolo sempre presente e a noi vicino! Un profondo insegnamento ed una vera lezione di vita, perfettamente in linea con quelli che erano il suo stile, il suo carattere e il suo modo di fare.

La frase recita: «si può osservare il male ma non attardarsi a considerarlo», che corrisponde, poi, all’invito di Virgilio a Dante: «guarda e passa». Essendo proprio questo uno dei rischi a cui si è esposti oggi maggiormente, e forse solo ora ce ne rendiamo pienamente conto, nel momento in cui si viene continuamente bombardati dalle morbose ed esplicite descrizioni dei “colpi inferti”, della “profondità delle ferite”, della “lunghezza e tipologia della lama”, del “ritrovamento” e delle “condizioni” del corpo, della “sofferenza dei parenti” e della “indifferenza dei colpevoli”…

E il rischio non è certo meno grave quando si guarda ad avvenimenti che non ricadono più nella semplice cronaca nera quotidiana, ma si va a scavare ed esplorare i retroscena dei foschi destini del Mondo attuale: quando si scruta “dietro le quinte”, quando si indagano le “macchinazioni”, quando si cercano le “cospirazioni”, quando si analizzano i “disegni malvagi” e si sfogliano le infami “agende” della tirannia globalista.

La sola cosa sensata da fare, in questi casi, è evitare in tutti i modi di farsi attrarre e coinvolgere nella spirale di brutture e orrori, di paure e ansie ossessive, che non fanno altro che oscurarci il Sole e scaraventarci nelle tenebre più profonde. Attardarsi serve solo a rimanere imbrigliati e a sporcarsi, a venire “agganciati”, e ad essere – nostro malgrado – manipolati, condizionati, contaminati, infettati e avvelenati.

Del resto, quello che l’uomo può fare, i movimenti che egli può eseguire, sono alquanto limitati, e, come spiega San Tommaso (Summa, 2, II, CLXX, 6), essi avvengono sempre in direzione retta o obliqua; come quando gli adolescenti si ritrovano a vagabondare (fisicamente e mentalmente) da un posto a un altro, da un’idea a un’altra, da un certo tipo di pensiero al suo contrario, senza meta e senza centro, con solo la noia e la nausea a scandire le interminabili, vuote giornate. Mentre invece «il moto circolare è l’atto contemplativo il più perfetto e appartiene agli Angeli» – aggiunge il Doctor Angelicus – avendo questi come Centro e Punto Dio, a cui guardano incessantemente. Solo quando l’anima umana si stacca dalle cose sensibili e si rivolge al suo interno, come avviene nella concentrazione e nella meditazione, giunge alla perfezione del moto circolare, ottenendo così quella quadratura del cerchio da sempre indagata dalla geometria sacra.

E siccome all’estasi e al cambiamento di stato che essa implica non si giunge senza morire alla vita corporale, per arrivare con la mente a Dio occorre morire misticamente. Non può vedere Dio l’uomo che non muore a se stesso, compiendosi tale trasmutazione nella “fiamma del rito” (all’esterno) e nel “fuoco dal profondo” (all’interno), che sono poi il fuoco e la folgore Celeste, che brucia ogni scoria e purifica qualunque residuo psichico e corporeo.

I ritmi cosmici e le cadenze annuali e stagionali, ricordati con particolare enfasi ed efficacia in determinate ricorrenze e in specifiche date, i punti critici di mutamento trasformazione e rinnovamento segnati con appositi atti parole e gesti, nelle celebrazioni festive e tramite le corrispondenti esecuzioni rituali, una volta diventati Centro e Punto di riferimento per la propria esistenza individuale, permettono di attingere, nella loro circolarità, alla forza ed al sostegno necessari per regolare i propri ritmi quotidiani, per imprimere una direzione e un ordine al proprio “movimento” personale e all’interiorità umana. Per essere definitivamente centrati e padroni del proprio destino e della propria direzione, diventando così finalmente se stessi e compiendo la missione ad ognuno assegnata.

Tutto questo era, per esempio, magnificamente rappresentato nella cerimonia della Danza del Sole presso i Sioux Dakota, dove il “cerchio della vita” ruotava intorno ad un unico Punto, a cui i danzatori si ispiravano, prendendolo a modello per costruire perfino le loro abitazioni, simili ai nidi degli uccelli, costruiti secondo le stesse regole dettate dalle corrispondenze e leggi cosmiche universali.

Ma tutte le società tradizionali hanno sempre praticato cerimonie e rituali dello stesso tipo. E, venendo a noi, una delle feste religiose più significativa e importante, non a caso coincidente col risveglio primaverile della natura, consiste nella celebrazione della Pasqua, nella tradizione cattolica. E la singolare coincidenza, quest’anno, delle celebrazioni pasquali (sia cattoliche che ortodosse), con la ricorrenza del 21 Aprile, il Natale di Roma, nel simultaneo ricordo del Risorto e della Fondazione della città eterna, si mostra come un segno di particolare importanza ciclica e dal profondo significato cosmico, per tutta una serie di motivi.

Se, infatti, sul piano del percorso personale è indicata la via per la rinascita ad una nuova vita, per la conversione (nel senso etimologico di cambiamento di direzione e stato, di passaggio e rinnovamento) dell’essere, ricondotto al moto circolare prima ricordato, orientandone l’esistenza verso il Punto Centrale, verso l’Essenza, verso il Principio: il solo in grado di dare un senso compiuto e regolato all’esistenza di ognuno; sul piano più generale dello Stato, della vita comunitaria e sociale, si festeggia l’unica istituzione capace di assicurare Ordine, Giustizia e protezione del dominio spirituale, cioè l’Impero, che in Roma trovò la sua massima realizzazione conosciuta, e che ancora oggi rappresenta la sola alternativa valida e concreta al disordine interiore e al caos esteriore, ovunque dilaganti.

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