Psicología

Centro MENADEL PSICOLOGÍA Clínica y Tradicional

Psicoterapia Clínica cognitivo-conductual (una revisión vital, herramientas para el cambio y ayuda en la toma de consciencia de los mecanismos de nuestro ego) y Tradicional (una aproximación a la Espiritualidad desde una concepción de la psicología que contempla al ser humano en su visión ternaria Tradicional: cuerpo, alma y Espíritu).

“La psicología tradicional y sagrada da por establecido que la vida es un medio hacia un fin más allá de sí misma, no que haya de ser vivida a toda costa. La psicología tradicional no se basa en la observación; es una ciencia de la experiencia subjetiva. Su verdad no es del tipo susceptible de demostración estadística; es una verdad que solo puede ser verificada por el contemplativo experto. En otras palabras, su verdad solo puede ser verificada por aquellos que adoptan el procedimiento prescrito por sus proponedores, y que se llama una ‘Vía’.” (Ananda K Coomaraswamy)

La Psicoterapia es un proceso de superación que, a través de la observación, análisis, control y transformación del pensamiento y modificación de hábitos de conducta te ayudará a vencer:

Depresión / Melancolía
Neurosis - Estrés
Ansiedad / Angustia
Miedos / Fobias
Adicciones / Dependencias (Drogas, Juego, Sexo...)
Obsesiones Problemas Familiares y de Pareja e Hijos
Trastornos de Personalidad...

La Psicología no trata únicamente patologías. ¿Qué sentido tiene mi vida?: el Autoconocimiento, el desarrollo interior es una necesidad de interés creciente en una sociedad de prisas, consumo compulsivo, incertidumbre, soledad y vacío. Conocerte a Ti mismo como clave para encontrar la verdadera felicidad.

Estudio de las estructuras subyacentes de Personalidad
Técnicas de Relajación
Visualización Creativa
Concentración
Cambio de Hábitos
Desbloqueo Emocional
Exploración de la Consciencia

Desde la Psicología Cognitivo-Conductual hasta la Psicología Tradicional, adaptándonos a la naturaleza, necesidades y condiciones de nuestros pacientes desde 1992.

domingo, 22 de abril de 2018

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî, L’uomo è lui-stesso il suo proprio destino (Mawqîf 299)

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî L’uomo è lui-stesso il suo proprio destino Mawqîf 299 Dio ha detto: “Al collo di ogni uomo abbiamo attaccato l’uccello del suo destino. Il giorno della resurrezione, Gli mostreremo un registro che troverà srotolato: ‘Leggi il tuo registro! Oggi sarai il contabile di te stesso [Ti basterà oggi per rendere conto contro te stesso]”[1]. L’inizio di questo versetto è applicabile in modo generale a coloro che sono felici e infelici, mentre la fine è riservata all’esposizione degli stati degli sfortunati il giorno della resurrezione. Perché non si dirà al fortunato: “Oggi sarai il contabile di te stesso”. Dio fa sapere che ha attaccato l’uccello del suo destino al collo di ogni uomo, cioè la sua parte e la sua razione, nel senso che Egli l’ha disposto come un legame attaccato alla sua nuca. Quando dispone così, niente accade di contrario all’uomo, in quel che si manifesta nel corso delle differenti fasi della sua esistenza e nel cambiamento dei suoi stati, che il suo destino, ossia la sua razione e la sua parte di manifestazione dell’Essenza santissima che comportano i prototipi immutabili e le predisposizioni universali nella scienza divina. Si dice: “A lui è toccato[2]questo”, nel senso di “gli è toccata la sua parte nella divisione”. Nella Raccolta della tradizione autentica di al-Bukhârî, si riferisce secondo Umm al-‘Alâ[3]: «“Uthmân b. Maz’ûn[4] ci è toccato in sorte, quando gli ausiliari tirarono a sorte il luogo di residenza degli emigrati”[5]». Nel versetto, l’uccello del destino è da interpretare in senso metaforico, così come il registro srotolato. Questo registro che sarà prodotto, non è quello che scrivono gli angeli che riportano permanentemente gli atti del servitore in questo mondo e che l’uomo trova srotolato. Si tratta soltanto del registro che ha menzionato l’Inviato di Dio (saws), dicendo: “L’uomo compie gli atti delle persone del paradiso, secondo quel che sembra alle genti, finché non rimane tra lui e il paradiso la distanza di un lembo o di un gomito. Allora, il registro li precede…” e segue tutto il resto della tradizione. Al-Bukhârî lo ha citato nella sua Raccolta della tradizione autentica.[6] Dio non decreta niente che non sia conforme a ciò che il registro richiede prima di decretare. Non scrive che ciò che (Egli) sa e (Egli) non sa che ciò che (Egli) vede nelle forme degli oggetti di conoscenza, secondo ciò che essi sono in loro stessi, quelli che cambiano e quelli che non cambiano. Egli li vede, quando ancora non esistono. Egli non li fa esistere se non come (essi) sono nella loro non-esistenza. La produzione del registro, il giorno della resurrezione, corrisponde al fatto di svelare all’uomo il suo prototipo[7] immutabile non manifestato, le predisposizioni a quel che il Reale ha deciso per lui e che Gli elargirà nel corso dei cambiamenti e delle differenti fasi della sua vita. Questo è l’uccello del suo destino che (Egli) gli attribuisce per la sua esistenza al di fuori della scienza divina. Gli verrà detto: “Leggi il registro della tua anima e della tua predisposizione a quel che Noi abbiamo deciso per te e che si manifesterà con te nella dimora della responsabilità morale”. Capirà che lui stesso è un registro dispiegato che non lascia alcun errore leggero o grave senza averlo preso in considerazione. Allora, il Reale dirà all’uomo: “Oggi sarai il contabile di te stesso”, ossia, per renderti responsabile. Il Reale non ti nuoce in nulla in quel che ha deciso per te. Questo registro dispensa colui che è l’oggetto di una tale decisione di domandare a Colui che giudica di pronunciare un giudizio che lo riguarda, dato che Egli è la verità che Dio ha ordinato al Suo Inviato (saws) di evocare, dicendo: “Mio Signore, giudice in verità!”. Grazie a essa, l’argomento è in favore di Dio contro colui che ha detto: “Mio Signore, la Tua scienza precede ciò che sono in realtà, allora, perché mi riprendi?”. Il Reale risponderà: “Io non ti ho conosciuto quale sei adesso, sebbene non abbia deciso per te che in funzione di quello che sei. In effetti, sei tu che hai disposto della Mia decisione in ciò che Ho deciso per te. Se tu fossi stato diverso, Ti avrei conosciuto quale saresti stato”. Dunque il registro di ogni uomo corrisponde a lui stesso, ossia, al suo prototipo immutabile che si manifesta in lui e contro lui durante l’esistenza. Ecco, in realtà, ciò che significa l’antecedenza del registro. Che l’uomo dunque non pianga che se stesso. In effetti, la prescienza divina non verte che su ciò che egli è in quanto forma nella quale si manifesta Questa è la ragione dell’allusione che si trova in quel che dice l’Inviato (saws), quando riporta questo da parte del suo Signore: “Chiunque trovi un bene, che ne lodi Dio e chiunque trovi un’altra cosa, che se la prenda con se stesso”. Muslim cita questa tradizione nella sua Raccolta della tradizione autentica.[8] Impara a comprendere! Colui che segue le espressioni di questo versetto e le medita, conoscerà l’altezza di questo punto di vista che stiamo menzionando; rileva dal procedimento allusivo e non dal commentario. “I doni del tuo Signore non sono rifiutati a nessuno”[9]. [1] Corano 17, 13-14 [2] In arabo il verbo tåra, che traduciamo qui con “toccare (in sorte)”, è costruito sulla radice che connota l’idea del volo dell’uccello di buono o di cattivo augurio, da cui l’idea di destino formulato con la stessa radice. [3] Una delle donne dei compagni del Profeta (saws). [4] Uno dei primi musulmani e compagni del Profeta (saws) morto nel 2/624. [5] Al-Bukhârî, Janâ’iz, 3. [6] Al-Bukhârî, Jihâd, 77. [7] In luogo di ‘aymay-hi, leggere ‘ayni-hi conformemente a MBA. [8] Muslim, Birr, 55. [9] Corano 17, 20 ScienzaSacra - Artículo*: Pietro - Más info en psico@mijasnatural.com / 607725547 MENADEL Psicología Clínica y Transpersonal Tradicional (Pneumatología) en Mijas y Fuengirola, MIJAS NATURAL *No suscribimos necesariamente las opiniones o artículos aquí enlazados
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